Premessa:
Ciò che state per leggere potrebbe essere considerato un tutorial ma non per forza ci terrei che lo fosse e mi basterebbe che fosse visto come un tentativo di scrivere un modo (penso il migliore) per svenriciare le casse di una loco, carrozza o vagone merci che sia da un'eventuale elaborazione e riverniciatura... indecente!
Voglio anche aggiungere di non essere molto favorevole alle elaborazioni (specie sui materiali Rivarossi in scala 1:80) poiché ciò che fu fatto a suo tempo dai Maestri 'comacini' del ferromodellismo era già (io ritengo) perfetto e che quindi sarebbe un peccato cancellarne la memoria, ma questo è solo il mio parere e questo in cui viviamo è tuttora un paese libero. Grazie a Dio.
Preciso che le carrozzerie che vedrete in allegato le ho avute già conciate in quel modo (sverniciate, riverniciate e poi scartavetrate orribilmente) e che ciò che vi ho svolto sopra è stato l'unico rimedio che sono riuscito a trovare per cercare di riportarle (restaurarle intendo) alla loro bellezza originale.
Infine aggiungo che il suggerimento sul corretto modo per sverniciare la plastica l'ho ottenuto chiedendo in privato proprio su questo Forum e poi l'ho provato. Non è tutta farina del mio sacco quindi ma mi sento comunque di condividerla con voi.
Ingredienti:
La soda caustica è il primo elemento da utilizzare ed è colei che svernicerà la massima parte delle superfici plastiche: costa poco e rende molto si potrebbe dire, tanto che un barattolo come quello che vedete in foto l'ho pagato circa un euro e l'ho trovato tra i detersivi di un supermercato. Ne bastano anche pochi cucchiai come quelli che si utilizzano per il brodo o la minestra e questo significa che spendendo pochissimo si ha un alto potenziale lavorativo: presente e futuro.
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- La soda caustica è dannosa per il piombo e quindi una volta ultimato il suo utilizzo è sconsigliabile gettarla negli scarichi qualora abitiate in una casa vacchia e che, probabilmente, ha gli scarichi realizzati con tubi di piombo.
- La soda caustica produce un'esalazione piuttosto tossica ed è sconsigliabile utilizzarla in ambienti chiusi.
- La soda caustica va tenuta lontano dai bambini e dopo il suo utilizzo tutte le parti con cui è venuta a contatto vanno lavate intensamente (mani comprese) o gettate (bottiglie di plastica ed eventuali guanti ad esempio).
Le condizioni del ciccetto su cui ho lavorato prima che mi fosse consegnato:
E' triste vederla così vero? Pensate che questo artefatto (datato 1967) al momento di queste foto aveva subito una prima sommaria sverniciatura (con l'olio dei freni?), un tentativo di riverniciatura in grigio/verde e un secondo tentativo di svenriciatura (con la carta vetrata!) che ne ha abraso e quindi distrutto dettagli e particolari che in origine riproducevano sia cavi sul tetto che le modanature su cui c'erano le striscie in argento. Pauroso eh?

Personalmente ritengo che il primo tentativo di verniciatura sia andato male perché sia stato usato un agente oleoso e che questo (mal rimosso o forse addirittura irrimovibile) sia rimasto attaccato nei punti più irragggiungibili dal successivo lavaggio della plastica. Questo (io sempre ritengo) deve aver fatto si che l'unto rinvenisse al contatto con la nuova vernice e/o che ne rendesse impossibile la perfetta aderenza della stessa sulla plastica.
E da qui il secondo tentativo di sverniciatura che, come detto in precedenza avvenne con la carta vetrata.

Come ho proceduto:
Per prima cosa ho tagliato la bottiglia di plastica più o meno all'altezza dell'impugnatura con lo scopo di potervi immergere quasi completamente entrambe le casse della loco in maniera verticale . Questo perché volevo sì svenriciarle ma mi premeva di preservarne la parte rossa su cui vi è riportata in bianco la sigla della loco (E645 045) e poiché questa sigla era ancora conservata allo stato originale ritengo che sarebbe stato un peccato cancellarla.
Inoltre era anche difficle ricrearla in seguito perché è situata in uno spazio piuttosto ridotto e scritta con delle lettere molto piccole. Certo avrei potuto usare delle decals (procurandomele o realizzandole), ma ciò avrebbe richiesto altro tempo e denaro... ma poi perché cancellare quelle originali quando queste ci sono già, sono quelle originali e vanno bene cosi? Non potevo sverniciare anche li quindi ed è per questo che ho deciso che avrei immerso entrambe le casse quasi completamente ma (e come già anticipato) non completamente.
Quindi ho ragionato di mettere le casse in verticale (in piedi intendo) e disponendole contro una parete interna della bottigla che avevo tagliato e, per non farle cadere, le ho immobilizzate utilizzando la parte superiore della bottiglia che avevo già ritagliato in misura per poi inserirla tra le casse e la parte retrostante dell'interno della bottiglia, facendo in modo che la parte più grande (di quest'ultima parte di bottiglia tagliata) spingesse le casse verso la parete a cui appoggiavano e che la forma del tappo spingesse su quella opposta. Erano bloccate adesso e la parte delle casse colorata in rosso era perfettamente orizzontale: ora poteva emergere tranquillamente dal livello della soluzione di soda caustica ed acqua che stavo per versarci dentro.
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Ok, qui sarebbe stato opportuno che ci fosse una foto in cui si vede il posizionamento delle casse ed il loro bloccaggio all'interno della bottiglia ma mi ripeto per dirvi che questo lavoro l'ho fatto mesi fa e che ora, oltre e non aver mai fatto una foto a quella situazione non ho più a disposizione le suddette casse. Però provate a rileggere ed a riflettere: non è difficile capire com'erano disposte e bloccate.
Aggiungo però che se dopo aver riempito di liquido una semi-bottiglia si decidesse di sollevarla e spostarla si correrebbe il rischio che la plastica si schiacci e che quindi (e per evitare di macchiarsi o rovesciarla) è meglio spostare questa bottiglia in una bacinella o catino di plastica rigida o vetro prima di (appunto) spostarla.
Questo perché gli oggetti rigidi rigidi si possono spostare senza problemi ed inoltre conterrebbero anche gli eventuali schizzi. Plasrica e vetro infine non subiscono alcuna reazione con la soda caustica che si scioglie nell'acqua e quindi non si rovianano.

Preparazione della soluzione svenriciante:
A questo punto avevo la bottiglia con le casse bloccate al suo interno e dovevo solo riempirla, così ho proceduto versandoci dentro abbastanza acqua (e solo acqua) per poterne quasi raggiungere il bordo rosso del pancone anteriore delle casse (quello da dove sporgono i respingenti e su cui c'è la scritta E645 045) e preoccupandomi di restare più basso di 4 o 5 millimetri perché questa differenza di livello era quella che andava riempita con le dosi di soda caustica e poi, delicatamente (per evitare schizzi) ed utilizzando un normale cucchiaio da cucina ho aggiunto le scaglie di soda caustica.
Devo dire che chi mi ha suggerito questo sistema parlava di tre o quattro cucchiai colmi ma io (forse sbagliando) ho deciso di colmare la differenza tra il bordo rosso del pancone ed il livello d'acqua a suon di cucchiai di soda caustica e così, dopo sette/otto cucchiai, ho finalmente raggiunto quel bordo.
Avrei potuto fermarmi a cinque cucchiai ma la fretta non mi ha lasciato il tempo di pensare che la differenza rimanente tra il livello che si era alzato ed il bordo rosso l'avrei comunque potuta raggiungere con sole cucchiaiate di acqua... !
Mi bastava saper attendere adesso e quindi, dopo aver spostato la bacinella che conteneva la bottiglia sul balcone ho atteso per due intere giornate.
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E' meglio non respisrare a lungo i gas prodotti dalla reazione chimica di soda caustica e acqua, quindi spostate il contenitore della bottiglia e di tutto ciò che c'è in essa contenuto all'esterno delle vostre stanze, un balcone o giardino (ma fuori dalla portata dei bambini) fanno sempre comodo se li avete, ma anche in garage o cantina. Basta che non ci sia dell'argento od altri materiali che sono deperibili al contatto con i gas sviluppati dalla reazione chimica e correreste il rischio di rovinarli.
La soda caustica quando regisce produce calore, quindi è meglio non lasciarla al sole od in posti molto caldi e, (vice versa) è anche sconsigliabile lasciarla all'aperto quando le temperature scendono sotto lo zero: l'acqua in genere ghiaccia, la soda caustica a dire il vero non saprei ma tenete presente che lascereste ai rischi del freddo intenso proprio il vostro ciccetto che avete appena ricoverato in prognosi riservata!
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Prima di spaventarvi parlando ancora delle reazioni chimiche posso dire che a tratti ho respirato i gas che salivano dalla mistura di acqua e soda caustica e che non mi è successo nulla: non è estremamente pericoloso per un adulto che gode di ottima salute ma non si sa mai di chi si può avere attorno ed è solo per questo che ho specificato le due note precedenti a questa. Non servono mascherine protettive o tute spaziali quindi ma solo un pò di responsabilità per sè e per il prossimo.
Il primo risultato:
Ecco la foto del primo risultato che, come ho già scritto, ho ottentuo dopo due giorni d'immersione delle casse nella mistura di acqua e soda caustica: come vedete alcune parti delle precedenti verniciature sono ancora visibili (le parti in grigio presenti qui e là e risalenti alla seconda verniciatura) più il castano isabella che s'intravvede sui bordi dei finestrini anteriori, dimostrazione questa che nemmeno il precedente sistema di sverniciatura (con olio dei freni?) era riuscito a rimuoverlo. Orignariamente anche queste casse di una E645 045 erano in castano isabella e questo lo sanno tutti, quindi come poteva essere li sotto se il primo sistema di sverniciatura fosse stato efficace?
Orbene che quel sistema per sverniciare non fosse efficiente lo già detto e ridetto, ma prima di vedere come si può rendere efficente quello che sto suggerendo (la soda caustica) tiriamo prima due somme e consideriamo che, una volta che ci siamo disfatti della mistura (non è vietato buttarla negli scarichi come lo è invece per l'olio dei freni) e lavato ben bene le casse con sola acqua ed uno spazzolino da denti utilizzato per sfregare le parti di vernice semi staccate dalle casse, non ci resta che lavarci le mani con un normale sapone (abbondante) perché il contatto con la mistura che abbiamo usato può essere urticante (nulla di più) ed il respiro della stessa mentre la gettiamo via può dare fastidi se avete problemi di asma: poca roba per chi è sano ed adulto ma non si sa mai. Occhio!
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Se avete usato il vostro spazzolino da denti poi sostituitelo -ovviamente- con uno nuovo!

Come scritto nelle note precedenti, in questi passaggi avviene in contatto con la mistura che ha sciolto la vernice ed è in questo momento che, se avete problemi fisici, è meglio premunirsi: i guanti per lavare i piatti ed una mascherina possono aiutarvi.
Ulteriore pulizia e rimozione delle ultime parti della vernice:
Se riguardate la prima foto vedete che, oltre alla bottiglia d'acqua ed alla confezione di soda caustica c'è anche un flacone di acetone, una forcina/pinzetta dalle punte semi aguzze ed un foglio di Scottex. Bene, il lavoro di sverniciatura va finito con l'acetone.
Come acetone va bene anche quello utilizzato dalle donne per togliere lo smalto dalle unghie ma se ne trova di più forte e conveniente anche al supermercato: costa un pò di più della soda caustica ma non ci si svena e, nel mio caso, ricordo che al momento di pagare sia la soda che l'acetone ho allungato un deca ed ho ricevuto il resto.
Non male come spesa per ottenere i risultati che mi ero preposto eh?

Orbene nella foto ho messo lo Scottex ma anche uno straccetto va bene, basta intingerlo nell'acetone e passarlo sulle parti delle casse che ancora hanno della vernice da rimuovere. Dev'essere un passaggio veloce però perché a lungo contatto l'acetone può lasciare il sengo sulla plastica (in genere rende opaca e non più liscia una superfice) e quindi se ne lasciate cadere delle gocce e non le pulitele/asciugatele subito perché rischiate di deformare le casse della loco.
Vi consiglio di intingere un pezzetto Scottex o stoffa alla volta e di passarlo sulla parte ancora da sverniciare fino a che questo prende il colore della vernice e poi di gettarlo per prenderne un nuovo pezzetto (sempre di straccio o stoffa) piuttosto che insistere con un grande panno che avete imbevuto d'acetone più volte.
Attenzione anche a non toccare con le mani sporche le parti che vorreste preservare (nel mio caso la verniciatura in rosso già presente) e ricordatevi che con la vernice appena rimossa dalla loco potreste macchiare vestiti ed altre cose, nonché che quando l'acetone si deposita ha poco rispetto per gomma, tovaglie e legno... e quindi mobilia!
La pinzetta dalle punte semi aguzze invece, va bene per grattare lungo i bordi (i finestrini ad esempio) e gli altri bassorilievi che risultano inaccessibili allo straccio o Scottex, basta intingerene la punta nell'acetone e passarla subito dove desiderate (grattando un pochino) ma sono sicuro che dopo aver preso le precauzioni per non fare danni a ciò che vi circonda vi sarà facile intuire il resto dei passaggi che comunque riassumo: frega di qui e gratta di là e questa volta non è politica parlamentare (hehe) ma solo politica a fin di bene

Dopo la soda caustica e l'acetone:
In questa foto si vede nuovo risultato, notate che cliccandoci sopra questa volta potete vederla più in grande e che le parti in color marrone presenti sulla cassa a sinistra sono solo un riflesso del flash mentre quelle di grigio e marrone presenti sui finestrini e muso della cassa di destra al momento della foto le dovevo ancora rimuovere.
Ok, ricordate le scritte in bianco e su fondo rosso? Ci sono ancora

...però guadate bene: sulla cassa sinistra si vede benissimo anche l'effetto della carta vetrata e questo abominevle scempio ha fatto si che i rilievi che ne determinavano i bordi su cui andrebbe dipinto l'argento sono andati distrutti. Purtroppo questa distruzione è avvenuta anche su altre parti, tetto compreso.

Differenze tra le casse e risultato finale della sverniciatura:
Fortunatamente anche questa foto si può igrandire e comprendere: la cassa sotto mostra ancora ciò che gli è stato tolto (ciò che sempre chiamato rilievi intendo) mentre quella sopra ciò che ho fatto per ripristinarla.
Le parti più piccole e din verticale le ho ripristinate con filo da pesca incollato e, sempre con la pinzetta a punte semi aguzze, una volta asciugata la colla ne ho rimosso le parti che sbavavano grattandole via con infinita pazienza. La differenza si vede no? E notate canche che alla fine non c'è più alcuna traccia di vernice!
Per le parti orizzontali che vanno sotto le modanature in argento invece ho utilizzato quella sottile striscia di plastica adesiva che in genere ci rimane in mano quando si apre un pacchetto di sigarette. Avete presente quella linguetta che si tira per aprirlo? Ecco propio sotto a quella c'è una striscetta adesiva e questa, una volta staccata dal resto del 'cappuccio' plastico/trasparente che si strappa al momento dell'apertura del pacchetto, la si può staccare dal resto del 'cappuccio' e distendere su una superficie piatta per aggiungerci un pò di colla (quella già presente non è detto che resista a lungo dopo la verniciatura) ed in seguito l'ho distesa in orizzontale ed al posto dei rilievi originali della cassa. Devo dire che è di quelche decimo più larga della dimensione del rilievo in questione ma che avevo considerato che, data la difficoltà di distenderla in maniera perfetta, potevo in seguito cercare di refilarla con un righello ed un taglierino.
...però considerate che, anche se non fumate, la possibilità di reperire -gratis- queste striscette rende anche questa scelta piuttosto conveniente...

Parliamo di restauro e rifacimenti?
Ciò che al momento sembra ridicolo o disastroso andrebbe rivisto dopo l'opportuna verniciatura od anche valutato dopo una spruzzata di primer (così mi è stato detto) che di sicuro potrebbe coprire gli eventuali graffi eccessivi della plastica od imperfezioni avvenute durante i miei rifacimenti.
Comunque e per chi si chiedesse che cosa cavolo sta vedendo e/o come diavolo ho fatto a realizzarlo, dico che per i rilievi più grandi ho usato un fila da pesca di 0.75 (non m'intendo di pesca e dico che 0,75 è anche il diametro del filo se misurato con il calibro) e che per quelli più piccoli ho usato quello da 0.45.
I cosini di color rossatro sono di rame (facilmente arrotolabile attorno ad uno spillo prima di essere infilati sul filo da pesca) e con quelli ho realizzato parte degli isolatori ed alcuni rilievi più piccoli. Il rame ovviamente lo preso da un filo elettrico che ho spelato... ma senza rubarlo da uan stazione però! Era già mio!

Il tutto sempre incollato e poi pazientemente grattato per rimuovere le sbavature.
Il verde invece è stucco e, oltre ad ammettere che per cause di mia inesperienza ciò che vedete non sembra essere stato un buon lavoro devo, vi scrivo che sulla cassa più in alto ho dovuto usarlo per coprire dei vetrini in plastica che sembravano proprio essere lì dai tempi della sua produzione e già a suo tempo stuccati e ricoperti di vernice. Chissà se nei proptotipi (reali o Rivarossi) avevano uno scopo oppure no.
Com'è fatta una cassa originale lì sopra e come avrei voluto finire quelle su cui avevo lavorato fino a questo punto:
Questa NON è una delle mie casse ripristinate. Magari lo fosse ed invece è solo una foto che feci a Novegro presso lo stand di RRestore (ovviamente dopo aver chiesto il permesso) e lo feci per averne una d'esempio e poterla confrontare con le mie.
Di certo quella è più bella ed ha le curve dei rilievi perfette ed in proporzione... ma è originale e sana. Beata lei!

Ok, mi piacerebbe continuare questo scritto ma non ho più ne le casse che la conoscenza su come riverniciarle.
Chiedo a chi ne ha voglia (e capacità) di continuarla ed eventualmente perfezionarla.
- Seguo la direttiva che m'impone di diffondere la conoscenza -
Se vi ritenete degli esperti di questo hobby provateci anche voi.
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Bye
Motivo delle modifiche:
- Rileggiute e correzzioni di refusi e periodi.
- Aggiunte degli spunti di chi mi ha risposto finora nei post sottostanti e di altri ricordi che mi sono venuti in mente.
- Revisione del titolo della thread.