Devo "autocitarmi" per una parziale "autocritica"...
Tricx ha scritto:....Cioè, tanto valeva, - secondo logica - caricare il suddetto carico su un altro normale pianale lungo a carrelli, dove avrebbe potuto essere trasportato tranquillamente !....
Subito dopo è intervenuto Berto:
berto75 ha scritto:....in effetti Rivarossi avrebbe fatto prima a collocare il traliccio (o il blocco di marmo) DIRETTAMENTE sopra un FLAT CAR americano (o italianizzato con i respingenti come quello che veniva usato per i carri armati.....
Anzitutto, come si sa, il carro, o meglio il gruppo di carri di cui si parla, non entrò a far parte del catalogo Rivarossi e continuò ( anche dopo l'acquisizione della Ditta torinese alla metà degli anni '60 ), a far parte della "produzione Pocher separata" e ad essere inserito solo sui relativi cataloghi di questa, fino alla cessazione di tale pubblicazione ( almeno per la parte riguardante il modellismo ferroviario...), ed alla verosimile cessazione di tale produzione "separata".
Quindi non ci furono "mescolamenti", o "confusioni" od "osmosi" tra tali articoli ( o parti di essi ) ed i "normali" articoli "funzionalmente equivalenti" del resto della produzione Rivarossi.
Non so se qualcuno ne possa conoscere le ragioni, perchè per quanto potesse tale tipo di carri essere eventualmente di fantasia, (... e di fantasia in quell'epoca ce n'era ancora abbastanza tanta dappertutto...), non capisco perchè Rivarossi lo accantonò, visto che non aveva tra i propri originari articoli nessun carro "ribassato" !
Viceversa, quanto alla mia affermazione iniziale, che qui ho richiamato, avevo omesso di precisare che la Pocher, prima di realizzare questa tipologia di carri, aveva solo pianalini corti o al massimo medi a due assi e non "lunghi" a carrelli.
Quindi utilizzò l'unico carro a disposizione da essa allora realizzato, e questo non solo per carichi più che appropriati, ma anche per carichi un pò "discutibili", utilizzando come stratagemma "il lastrone" ( altrettanto non molto realistico ), che andava a coprire la depressione centrale.
Infine, quanto alle "licenze poetiche", penso che da un punto di vista funzionale, anche tutto quel "ambaradan" di argano, corde e grossi ganci, per quanto molto bello e suggestivo ( e per tale motivo "perdonabile" ), ne costituisca un preclaro esempio.
Conclusivamente, è stato un peccato che Rivarossi non abbia mantenuto questo tipo di carri eventualmente semplificandoli ( anche per ragioni di costi ) e soprattutto adibendoli al trasporto di carichi "coerenti".
Scusate se mi sono dilungato su considerazioni del "possibile che non fu".
Saluti. Riccardo.