Prima di parlare dei "Mostri" spendiamo due parole sui costi che un neoslottista nel 1966 doveva sostenere per modelli "umani".
Per la macchina bisognava spendere almeno intorno alle 10.000£
Esempi (tutti per la scala 1:24): nel 1966 la
Ford Cobra Shelby della K&B costava 9.600£ - le
AMT in scatola di montaggio (Hussein, Chaparral, Lola70, ecc) costavano 9.800£ - La
Ferrari P2 della Atlas (scatola di montaggio) £ 12.000 -
La Cooper-Ford Spyder della Revell (montata con carrozzeria in acetato) £ 13.000. Poi se volevi la
Ford J della Dyn-O-Can oppure la
Mako Shark della Cannon, dovevi spendere 16.000£, per la
Banshee della BZ occorrevano 18.000£ e dulcis in fundo, la già citata
Ford Roadster della Champion a 26.000 Lire!
- Ricordo che nel 1966 con meno di 10.000£ si poteva acquistare un impianto completo di treni Rivarossi (ad es. il treno americano 30806) oppure una splendida locomotiva Gr 740 (art.1121 -£ 9.900).
Tornando alle slot, certamente c'erano anche le giapponesi Kogure a 3.500 lire belle da vedere ma con velocità e tenuta di strada meno della metà delle costose succitate.
L'affitto di 15 minuti di una corsia della "Pista Rossa" al M.R.M.C. di Piazza Pio XI a Roma costava 300£, per l'affitto del pulsante ne dovevi spendere altrettanto. (Nota: la rivista Autosprint costava 100£) Quindi occorreva comprarsi un pulsante personale e doveva pure essere di buona qualità. Feci la fesseria di cercare di risparmiare acquistando un pulsante Russkit da 25 ohm (3.500£) e persi miseramente contro un amico con macchina di serie ma pulsante di qualità, affittato.
Quindi dovetti comprare un
pulsante COX "Mark"4 (costo 9.600£).
Naturalmente col motore di serie c'era poco da fare, bisognava elaborarlo e se non eri in grado di farlo in proprio, dovevi ricorrere ad uno capace di farlo (costo di una elaborazione dalle 3.000 alle 5.000) con risultati non sempre affidabili.
Oppure dovevi acquistare un motore già elaborato (costo del D36 LENZ: 26.000 lire....VENTISEIMILALIRE!) oppure ricorrere ai prodotti nostrani (semiartigianali ma ben fatti) come il THUNDER di G.F. Ritrosi

- Motori Thunder 900 e Thunder 595
R.M.C. mi pare significasse: Ritrosi Micromodelli Competizione
Erano dei normali motori Mabuchi che Gianfranco Ritrosi diligentemente riavvolgeva ed equilibrava, comunque con ottimi risultati infatti per parecchi mesi (tra il 1966 e il'67) la maggior parte delle gare furono vinte da modelli su cui erano stati montati questi motori.
Acquistai per la mia Hussein AMT, un Thunder S.900 (costo del motorino: 14.500 lire

) [Ma fu il primo e ultimo motore elaborato che acquistai dato che, in seguito, imparai ad elaborarmeli da me

]
Naturalmente le ruote originali non andavano: cerchione pesante e troppo stretto, gomma troppo dura ma anche asse da cambiare, escludendo poi l'eventuale cambio di boccole con cuscinetti a sfere (una follia!)
Per farla breve tra pulsante, macchina ed elaborazione "base", si "partiva!..

" da circa 37.000 lire. Poi naturalmente, per le prove e se ti dovevi allenare, c'era la spesa dell'affitto della pista

e la manutenzione: spazzole gomme e carboncini (ma persino i pik-up) si consumavano ed andavano cambiati. Non finiva qui, c'era pure da spendere per lubrificanti e liquidi speciali per pulire le gomme e migliorarne l'aderenza alla pista.
Ero finalmente riuscito a mettere insieme un modello, in teoria, tecnicamente tra i migliori possibili in quel momento ....ma... non feci nemmeno in tempo a partecipare ad una gara seria visto che nel frattempo era uscito sul mercato un nuovissimo modello, rivoluzionario che tutti si affrettarono ad acquistare e che rendeva il mio ormai obsoleto

.....ma questa è un'altra storia.
Saluti da Oliviero
CONTINUA