Posta militare numero 102/A 9 settembre del 1941.
Mio nonno si trova ora in un nuovo aeroporto , lamenta ancora la mancanza di carta da lettere e buste per scrivere lì non si trova nulla e attende l'arrivo di suoi amici dalla Romania che dovrebbero rifornirlo in tal senso.
Rassicura i suoi a casa sulla sua buona salute e si rammarica di non avere ancora ricevuto loro notizie e per questo confessa di essere un po in apprensione.
Ci informa che ora il suo compito ,in questo nuovo aeroporto ,è quello di trasportare con un autobus i piloti d'aereo che si sono insediati in un villaggio , di cui non menziona il nome nella lettera, nelle case dei fuggiaschi russi all'aereoporto e viceversa insomma fa una specie, diremmo oggi, di servizio navetta con 4 viaggi al giorno .
nel tempo libero quando cioè non fa da autista , si occupa della manutenzione dello stesso autobus , lava i suoi panni e fa piccoli lavori di igiene personale.
dice di aver superato la fase più dura cioè il lunghissimo viaggio per arrivare ora dove si trova e le prime fasi organizzative e ribadisce che si sa adattare bene ai cambiamenti .
Aggiunge essersi conquistato la simpatia di un tenente cappellano milanese che celebra la messa una volta alla settimana la domenica
sottolinea LA grande sua umanità : " ha parole che veramente ci giungono al cuore e dànno un conforto all'anima".
Nel suo album di guerra ho trovato una foto del settembre del 41 dove c'e la celebrazione della santa messa
officiata da questo tenente cappellano milanese.
inoltre nello stesso album è presente un ritaglio di giornale italiano (ignoro quale sia la testata) in cui si vede un pope ortodosso ,miracolosamente scampato agli eccidi dei bolscevichi , che conversa con il cappellano del reparto aereo di mio nonno.
e neanche a farlo apposta nella foto c'è pure mio nonno Aldo
indicato con la freccia esattamente sopra la testa del pope ortodosso!
mio nonno chiude dicendo che si trova bene e che perfino i prigionieri di guerra russi si picchiano pur di lavorare da loro .
sorpresi
berto75