CONTESTO STORICO:Nell’immediato dopo guerra la situazione della marina mercantile italiana era a dir poco disperata:
Dagli anni 20 al 1940 c’era stato un grande sviluppo del naviglio nelle flotte mercantili pubbliche e private battenti bandiera italiana, si era passati dalle circa 450 unità sopra le 1000 t di stazza lorda del 1920 alle oltre 1700 unità del 1940. Alla fine della guerra però la flotta mercantile aveva perso ben l’88% delle proprie navi: tra le unità affondate, quelle danneggiate più o meno seriamente, quelle confiscate dagli Stati esteri ex nemici la situazione era veramente disperata. La risposta degli armatori pubblici e privati si sviluppò essenzialmente in due direzioni: gli armatori privati in particolare si dedicarono al recupero tramite riparazioni o ricostruzioni delle unità danneggiate dal conflitto che abbondavano praticamente in tutti i porti italiani ed europei. Le grandi compagnie armatoriali pubbliche (LLoyd triestino e Italia Società di Navigazione Gruppo IRI) invece, dopo aver risistemato gli stabilimenti industriali dei cantieri navali lanciarono una grande campagna di nuove costruzioni anche con l’aiuto del grande piano di aiuti finanziari chiamato Piano Marshall. Si cercò di fare di necessità virtù: visto che eravamo rimasti praticamente senza navi tanto valeva costruirne di nuove secondo le ultime tendenze tecniche ed economiche dei tempi moderni. Il Piano Marshall, attivo tra il 1948 ed il 1951 finanziò anche i noli di ben 1400 unità navali di qualsiasi tipo e dimensione, rastrellate in mezzo mondo per le necessità italiane.
I MODELLI MERCURY:La linea di modelli navali prodotta da Mercury fotografa in maniera molto verosimile questa situazione appena descritta: possiamo dividere i modelli della serie in tre grandi gruppi:
il primo le navi ricostruite: di questo gruppo fanno parte quattro navi ricostruite e rimesse in servizio dall’armatore Giacomo Costa e precisamente la Andrea C., Anna C., Bianca C. e Franca C. oltre alla nave ricostruita e rimessa in servizio dagli armatori fratelli Grimaldi, la Venezuela.
Il secondo, le nuove costruzioni anni 1949 1956:
Armatore Lloyd triestino con le navi Australia e Victoria, l’armatore compagnia Italia di navigazione con le navi Giulio Cesare, Andrea Doria, Cristoforo colombo, L’armatore Giacomo Costa con la nave Federico C..
Terzo gruppo, le nuove navi di seconda generazione costruite nella prima metà degli anni 60:
Leonardo Da Vinci, Galileo Galilei, Michelangelo, Raffaello e per l’armatore Giacomo Costa la Eugenio C.
a cui possiamo assimilare le navi ricostruite o ristrutturate dall’armatore Giacomo Costa ma che partivano da navi costruite nel secondo dopoguerra:
Enrico C., Flavia C., Fulvia C., Columbus C.
Totalmente fuori da questi gruppi e queste logiche rimane il cacciatorpediniere Raimondo Montecuccoli che fu prodotto all’inizio degli anni 50 e che risaliva agli anni 30 ma che non verrà seguito da nessun altro modello militare forse per lo scarso favore da parte del pubblico o forse perché altre ditte concorrenti tipo Wiking e Triang Minic offrivano un assortimento assai ricco e già godevano nel mercato di allora di posizioni consolidate.
Vediamo ora in breve la storia delle navi facenti parte del primo gruppo, ovvero le vecchie carrette ricostruite:

- PS Resolute/ Lombardia e MN Franca C. 1914
Nella foto qui sopra vediamo il piroscafo Resolute poi Lombardia e la motonave Franca C. e qualcuno si chiederà: " che c'azzeccano queste due navi l'una con l'altra?". Nonostante l'apparenza queste due unità hanno in comune la data di nascita. Infatti entrambe iniziarono la costruzione nei rispettivi cantieri nel 1914.
La Franca C. si chiamava in origine Medina (dal fiume del Texas omonimo) ed era un piccolo Cargo destinato al trasporto di frutta e verdura tra i porti del sud del Texas e New York. Su questa rotta continuerà a navigare fino al 1948. La stazza era di 5426 t, il motore era alternativo a vapore, alimentato da quattro caldaie a carbone e la velocità era pari a 14 nodi.
Nel 1948 viene venduta all' armatore "Cia Naviera San Miguel SA" che la ribattezza "Roma" e la ristruttura per trasporto passeggeri in vista del giubileo del 1950 e la pone in servizio sulla linea Italia-Australia. Nel 1951 l'armatore fallisce e la nave viene acquistata dall'armatore Giacomo Costa che la ristruttura radicalmente per l'uso come nave da crociera, migliorando sensibilmente le sistemazioni dei passeggeri. La stazza viene elevata a 6823 t.
La motorizzazione viene completamente rinnovata installando un motore diesel della Fiat sei cilindri due tempi, la velocità diventa di 15 nodi, la capienza passeggeri diventa di 552.
La nave entra in servizio con la linea C di Giacomo Costa inizialmente sui servizi di linea per il sud America per poi inaugurare i servizi crociera nei Caraibi con la formula estremamente innovativa aereo + nave per chi aveva poco tempo a disposizione partendo dall' Europa in aereo si imbarcava in Florida per una breve crociera di sei o sette giorni nei Caraibi. Il servizio con Costa terminerà nel 1977, quando la nave viene ceduta alla ONG religiosa protestante tedesca denominata "Gute Buecher fuer Alle" (Buoni libri per tutti) che la destinerà a biblioteca galleggiante, ribattezzandola Doulos ("servo"" in greco), trasformando l'area piscina in libreria. La nave girerà i porti di mezzo mondo mettendo a disposizione la propria libreria composta da testi prevalentemente a sfondo filosofico/religioso per chiunque desiderasse leggerli. La ONG sottoporrà la nave a diverse ristrutturazioni obbligatorie per adeguarla ai nuovi standard di sicurezza consentendole di navigare fino a tutto il 2009, entrando così nel Guinnes dei primati come motonave moderna rimasta più a lungo in servizio al mondo.
Nel 2010 un imprenditore la acquista e la ribattezza "Doulos Phos" e nel 2014 dopo averla portata a secco sull' isola di Bintan, l'ha trasformata in albergo.

- Motonavi Franca C ed Andrea C