Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra



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"E' il link del bellissimo sito dedicato alla storia della vecchia Rivarossi.
Già da tempo in contatto con loro, abbiamo insieme deciso di creare una sezione del forum dedicata al loro sito.
Naturalmente per prima cosa, per chi non l'avesse ancora fatto, vi consiglio di andare a visitare il sito http://www.rivarossi-memory.it e di studiarlo per bene visto che contiene buona parte della storia del fermodellismo Italiano per poi venire qui e parlarne con noi e con loro!
Vi aspettiamo numerosi!!!
Lo staff di ferramatori.it e di rivarossi-memory.it"

Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 20 mag 2018, 0:42

PROBLEMI DI DATE
Sulle date storiche del modellismo, a volte, c’è confusione: ad esempio, vi è chi ha scritto che il motore SFN 1079 è del 1955 (non si fanno nomi ma vedi link su RRM). Questa data è certamente inattendibile visto che il motore è sicuramente montato su almeno due motrici, mostrate sia sul catalogo generale RR che su quello ricambi del 1954 e come conferma vi sono le testimonianze di vari amici del forum che hanno comprato quei modelli (sia venduti singolarmente che in convoglio) con certezza, proprio in quell’anno e lo hanno dichiarato sul Forum in varie occasioni. Ma io a questo punto voglio andare oltre e mi chiedo: Rivarossi, per progettare due nuovissime e differenti locomotive (costruite pure con nuovi materiali mai sperimentati prima nella sua produzione) che dovevano essere strutturate sui parametri del nuovo motore (e non il contrario come per Märklin e Flaischmann) doveva avere già il motore completo e ben collaudato! Quindi avendo in programma di vendere (e magari portare in America?) quei modelli nel 1954 è pensabile che il motore lo avesse già pronto nel 1953 (mese più, mese meno!)? Quindi la data di nascita del motore “a pallini” (SFN 1079) dovrebbe poter essere il 1953?

TAVOLA 79 Confronto motori 52-54.jpg
Il motore 1079 è l'evoluzione del 736. Tecnicamente l'innovazione principale consiste nella sostituzione delle espansioni polari composte da due lamine avvolgenti in sostituzione dei pacchetti lamellari. La cassa in materiale isolante e di forme più compatte, rende il motore più versatile.

Suppongo a questo punto che sarebbe necessario discutere sui metodi di datazione dei modelli più “antichi”. I parametri generalmente usati per datare un modello (andando a ritroso) sono almeno tre: 1- La commercializzazione (ovvero quando lo troviamo in negozio) 2- La presentazione sul catalogo. 3-L’effettiva realizzazione del prototipo e l’inizio produzione dei modelli.
Ora si è visto che il parametro 2 è inattendibile dato che troppo spesso abbiamo notato che dopo la presentazione di un modello questo viene messo in vendita anche un paio d’anni dopo (o anche …mai!). Ma succede pure che il modello sia già in circolazione (pre-produzione per sondaggio di mercato) e solo dopo lo troviamo in catalogo.
Il parametro 3 dovrebbe essere il più corretto ma a patto di trovare testimonianze attendibili che “ricordano” la data in cui lo hanno acquistato o visto nei negozi.
Penso comunque che (a scanso di equivoci) il modo più corretto per precisare la data di un modello dovrebbe essere: “Modello presentato in catalogo per la prima volta il……” - Poi eventuali possibili precisazioni.
Ma mentre per i modelli completi si può scegliere tra le prime due opzioni suppongo che la datazione di un motore (prototipo collaudato pronto per la produzione) dovrebbe essere pensata anticipata rispetto al modello che lo monterà.

Finalmente torniamo a parlare di America
Incassata la buona accoglienza in USA delle L SP/R e FM/R e presumibilmente preoccupato dell’invadenza delle ditte tedesche su quel mercato, RR ha compreso che deve fare il “salto di qualità” e proporre finalmente un sistema completo, esteticamente all’altezza dei modelli prodotti in America all’epoca, tecnologicamente innovativo e soprattutto economico per controbattere la concorrenza locale.
Quasi certamente ha pronto il motore e lo sta sperimentando su due locomotive che metterà nel catalogo italiano del 1954, sta progettando un nuovo sistema di binari ma forse non è ancora pronto a produrli in quantità, oppure ancora non si fida a portarli in America prima di testare il sistema in Italia (diciamo che non può rischiare un investimento “al buio”). Per i binari quindi si accorderà con la ditta americana Atlas che fornisce discreti binari a basso costo. Ma ha anche un altro “asso nella manica” è pronto ad abbandonare la vecchia bachelite e sostituirla con un nuovo materiale: il polistirolo.
Nota: occorre puntualizzare che questo materiale (polistirolo / polistirene) era (limitatamente) utilizzato da ditte americane già nel 1950 (in particolare da Varney)....ma torneremo in seguito su questo argomento.
Per capire l’entità del “salto di qualità” che si attualizza tra il catalogo RR del 1952 a quello 1954 (dato che Rivarossi non ne parla) bisogna osservare attentamente le illustrazioni del catalogo e “leggere tra le righe”: noteremo che la plastica è dappertutto. Verifichiamolo come esempio sugli edifici:

TAVOLA 79X stazioni.jpg
Evoluzione delle stazioni dal '52 al '54

Confrontando gli edifici del 1952 con quelli del’54 notiamo che tutte le porte dei piani terreni, che precedentemente erano state realizzate in cartoncino, ora sono stampate in polistirolo. Anche i tetti di Bellaria e Cecina sostituiscono al cartoncino ondulato il polistirolo stampato.
Tutte le nuove carrozze centoporte a carrelli e quelli a due assi hanno ormai la cassa in plastica e non più in bachelite e anche molti carri merci sono stati modificati senza che il catalogo ne faccia cenno.
Saluti da Oliviero
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 20 mag 2018, 18:02

TAVOLA 80 convoglio I B&O A_R (1954 e 1958).jpg
In alto: immagine del convoglio I B&O A/R, tratta dal Catalogo Generale RR del 1954. Sotto: lo stesso, mostrato sul catalogo del 1958.
I carri (del '54) sembrano perfettamente definiti mentre il disegno della locomotiva non sembra altrettanto realistico.

Abbandoniamo ora nuovi motorini "a pallini", Centoporte e stazioni di cartoncino e poi di plastica (ma argomenti necessari a comprendere l'enorme sforzo qualitativo di RR dal 1952 al 1954) ed affrontiamo l'argomento principale: il treno americano.
Rivarossi ha finalmente in catalogo un vero e completo treno americano. Ma è davvero pronto? Oppure no?.... E se invece (ipotesi da romanzo giallo :lol: ) non solo lo ha pronto ma lo :lol: tiene "nascosto"? ....ipotesi e congetture di pura fantasia...... 8-). Vediamo ciò di cui disponiamo:
TAVOLA 81-SCRITTA .catalogo 1954 p.11.jpg
(dal catalogo 1954) La locomotiva ce l'ho ma non te la vendo da sola.........MA PERCHE'?

Il perchè non la vende potrebbe sembrare ovvio. Come fa altrimenti a svuotare i magazzini con le vecchie, costose e bruttissime B&O della vecchia produzione? (clicca su:)
http://www.rivarossi-memory.it/Catalogh ... 4%2015.jpg
e anche su:
http://www.rivarossi-memory.it/Catalogh ... 4%2020.jpg
.................
Potrebbe però pure essere che la nuova non è ancora pronta?... Oppure...... Lavoriamo di fantasia? :lol: Mettiamo il caso che le vuole esportare in America e non riesce ancora a produrne abbastanza anche per il mercato italiano (che tanto si accontenta delle vecchie, costose e bruttissime B&O del '49?) :twisted:
Sono solo fantasie. Ho letto troppi libri gialli (x) ma valutiamo altri parametri:
TAVOLA 82 carri copiati.jpg
Sempre sul catalogo del 1954. La locomotiva non la vende da sola ma invece i carri sono pronti......Ma siamo sicuri?

Il Gondola (ora sappiamo che si chiama "gondola") è proprio quello del convoglio ...Anzi è assolutamente PROPRIO QUELLO del convoglio, senza accessori e senza scritte; invece il Caboose si mostra accessoriato con scalette, parapetti e camino della stufa. Però non mi pare che quelle scalette (ricurve) le vedremo mai nei Caboose degli anni successivi!
TAVOLA 82bis.jpg
Il (Bobber)Caboose non avrà mai le scalette ripiegate alla sommità

Ma da dove li avrà tirati fuori Rivarossi quei tre rotabili americani? Niente di cui preoccuparsi, tanto son solo fantasticherie fantastoriche! :mrgreen:
Saluti da Oliviero
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 21 mag 2018, 0:34

TAVOLA 83-Gondola e Caboose.jpg
....dove li ha "tirati fuori" RR questi carri?

Cominciamo con il carro "Gondola" e notiamo una certa "somiglianza" con questo:
TAVOLA 84-Gondola Chicago Varney.jpg
Il Gondola della Varney inizialmente (1950?) aveva il telaio in lega metallica (foto in alto si nota il vecchio telaio spaccato in due e sceso al centro. I carrelli (Bettendorf) in lega di zinco e dotati di mollette (funzionanti!). In basso la versione più recente dello stesso carro ma realizzata da Varney in plastica

Purtroppo non ho trovato un documento più antico ma vediamo un convoglio Varney con il carro gondola e la classica Dockside interamente metallica, rimasta immutata dal 1941 (!)
TAVOLA 84  Bollettino Varney '55.jpg
Bollettino Varney del 1955: in rosso è evidenziato un gondola in livrea D&RGW. Notare la classica Dockside montata ma non verniciata

Adesso faremo un confronto scomodo utilizzando il gondola Pennsylvania Rivarossi del 1955; ricordo che questo carro è il primo dotato di una livrea dopo la versione economica del convoglio del 1954. Il modello è verniciato in rosso ma sotto le scrostature appare il colore grigiastro della plastica, identica a quella del carro del '54. Praticamente è lo stesso carro (ancora coi carrelli Archbar*) verniciato e dotato di aggiuntivi e tampografie:
TAVOLA 85 Varney vr RR.jpg
Lo stampo del RR sembra lievemente più grezzo ma ricordiamo che è verniciato e piuttosto usurato mentre il Varney è colorato in pasta: persino il "road number" è lo stesso e se avete ancora dubbi.....contate i chiodi!

*Nota: nel 1955 Rivarossi non aveva ancora realizzato i carrelli Bettendorf.
Stesso discorso per la zona inferiore che prevede gli stessi attacchi per i tre aggiuntivi.
TAVOLA 86 Varney vr RR.jpg
Cambia solo il nome del produttore

Quindi Rivarossi ha copiato (clonato?) il gondola di Varney? Ma (tanto per fantasticare un pochino [ph34r.gif] ) e se si fossero accordati e fosse stato Rivarossi (complice Polk) a fornire lo stampo a Varney che faceva ancora il modello in parte metallico? Varney concede a RR lo stampo della cassa, RR compone lo stampo completo e lo inseriscono ambedue nei loro cataloghi? laught16 (x) :mrgreen:
Solo fantasie? Certamente non lo sapremo mai! Resta il fatto che carrelli a parte gli stampi sono identici.
Ma adesso arriva il bello!.....C'è da parlare del Caboose e "dulcis in fundo" arriva la Dockside. horse
Saluti da Oliviero
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 21 mag 2018, 18:46

TAVOLA 90A- carri copiati.jpg

Rivarossi per giustificare la "bruttezza" della sua primitiva B&O del1948 si giustificava dicendo di averla realizzata in mancanza dei disegni originali, solo in base a delle foto. Facciamo finta di credergli: nel 1953 poteva comunque disporre dei disegni dei carri che venivano periodicamente pubblicati sulle riviste del settore. Vedi esempio:
TAVOLA 90B- Bobber Caboose (disegno del 1949).jpg
Tavola grafica in scala, di un "Bobber Caboose" pubblicata sulla rivista Model Railroader del 1949

Ma sembrerebbe che RR abbia preferito ispirarsi ad un modello già fatto.....quale? Varney non aveva in catalogo Caboose a due assi ma solo a carrelli.
:cry: Troppo difficile! Bisognava risparmiare!
Una certa Mantua produceva da molto tempo un costoso modello in ottone....Dicono che ci giocava Noè sull'Arca mentre fuori pioveva laught16
TAVOLA 90C-Bobber caboose vintage in ottone #2 (Mantua).jpg
Caboose Mantua in ottone col telaio in fusione di zinco

TAVOLA 90D-Caboose-mantuabrochure1953pg01.jpg
Brochure del 1953 che mostra il "Bobber Caboose" di Mantua....
Non cominciate a notare una certa somiglianza?

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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda berto75 » 21 mag 2018, 19:19

OLLALLà ma è sorprendente !! Oliviero sei un investigatore [lupe.gif] [lupe.gif] :shock: eccezionale !!
stai rivoluzionando le nostre credenze sull'origine della specie :lol: !! :-o :-o continua continua è interessantissimo !! applause1 applause1 applause1
-4- Berto75
berto75

 
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 22 mag 2018, 0:44

berto75 ha scritto:............stai rivoluzionando le nostre credenze sull'origine della specie :lol: !! :-o :-o continua continua è interessantissimo !! applause1
-4- Berto75

Comunque è un percorso irto di ostacoli e dubbi, con poche certezze e molti interrogativi :?
####################################################################
Mantua, parimenti ad altre ditte americane dell'epoca, come la più volte citata Varney, impiegava nei suoi modelli soprattutto materiali metallici ma si iniziavano ad utilizzare anche materiali termoplastici come il nylon e il polistirene, impiego che col tempo e l'esperienza, diventava sempre più frequente: è difficile però individuare con precisione le date di questi cambiamenti.
Notiamo però che tra il 1952 ed il 1955 molti carri merce di queste ditte, presentano casse in plastica su telai e carrelli in lega metallica. Poi si nota in giro, sempre più spesso, la presenza della plastica anche nei telai.

Apriamo adesso il "vaso di Pandora" ovvero una scatola di montaggio di Mantua :lol:
TAVOLA 90F-Caboose Mantua senza scritte3.jpg
Tho!...un Bobber Caboose con la carrozzeria di plastica! Chi l'avrà visto per primo? Forse Rivarossi?
Nota importante: i veri ganci originali di Mantua sono questi ad occhiello che si intravedono nella scatola:
tutti gli altri, mostrati nelle foto che seguono, sono aggiunte posteriori.

INSISTO:
TAVOLA 90G- Caboose Mantua rossoD.jpg
Mi pareva di averlo già visto! Ma si chiamava V CAB.......oppure no?

Il Caboose di Mantua (per ora) ha solo il cassone in plastica ma il telaio è in fusione di zinco
infatti in questo altro esempio (non verniciato) si vede bene.
TAVOLA 90E -Vintage HO Scale Mantua Red Short Caboose Car LOOK.#2.jpg
Il telaio è "die-cast" con una piastra reggi-assi in lamierino di ottone, retta da una vite: notate le quattro viti che bloccano la carrozzeria al telaio
Nota: gli agganci Kadee incollati (male) sono un'aggiunta di qualche modellista pasticcione.

TAVOLA 90M- VITI.jpg
In basso a destra il Caboose Reading di Rivarossi del 1955 (ormai completo di accessori): il telaio di Rivarossi è di plastica, rinforzata da una lamina metallica che comprende quattro alette ripiegate che tengono in sede i mozzi conici degli assi ma la cassa è retta dalle stesse quattro viti del Caboose Mantua che RR sfrutta (intelligentemente) per bloccare le inedite piastre triangolari che reggono i suoi agganci.

TAVOLA 90L RR2.jpg

Ricapitolando: il Gondola lo copia a Varney, il Caboose a Mantua (x) ....e la Dockside?...... :mrgreen:
Come al solito qui lo dico e qui lo nego :lol: Perchè (anche se solo a livello di ipotesi di fantasia) non escludiamo a priori un qualche tipo di collaborazione con queste ditte (sempre complice Polk?) Anche perchè forse sarebbero fioccate le denuncie :?
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Saluti da Oliviero
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Tricx » 22 mag 2018, 3:28

Veramente ammirevole la Tua ricerca, Oliviero ! applause1 (3)

Ma come hai fatto e da dove l'hai tratta tutta quella documentazione ed immagini ?
E parlo dell'intero thread, non solo degli ultimi messaggi.... (3)
E meno male che dicevi di non essere "americanista" !!! :-o :-o :-o

Comunque le "conclusioni", seppure a livello di ipotesi, cui giungi, si pongono anch'esse nello stesso solco dei ragionamenti in ultimo emersi anche nell'altra discussione "NonsoloRR" a proposito dei molti casi di comunanza di prototipi "riprodotti" da tante case diverse, con conseguente "similarità" di modelli, che in tanti, troppi casi rasenta quasi la "identicità".

Saluti.
Riccardo.
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 23 mag 2018, 23:02

TAVOLA 98X. Scatola convoglio B&O).jpg

Inquadrati i carri ci occupiamo ora della locomotiva. Anche se ha iniziato, tutto sommato, solo da pochi anni e si sta scontrando commercialmente con ditte che hanno decenni di esperienza, Rivarossi le locomotive ha imparato a farle e si è preparato bene, iniziando col realizzare un ottimo motore, potente e versatile e di basso assorbimento, inoltre è attento alle tecnologie sia per la meccanica che per i nuovi materiali. Ovviamente si guarda in giro e trae ispirazione dalle realizzazioni migliori presenti sul mercato.
In quegli anni la preparazione e la stampa di un catalogo richiedeva tempi molto lunghi e spesso si era costretti a stampare immagini di modelli ancora incompleti o addirittura ancora in fase di progettazione. Quindi queste illustrazioni spesso non rappresentano il modello nella forma in cui sarà venduto ma ci mostrano invece le intenzioni progettuali di chi ci sta lavorando. Quindi poi per risparmiare sulle spese tipografiche, si continua ad utilizzare quelle 'immagini incoerenti sui cataloghi successivi e sulle stampe delle scatole dei modelli. L'attenta osservazione di questi disegni ci può spiegare molte cose...
TAVOLA 99A disegno.jpg
A sinistra il disegno "di fantasia" della Dockside RR a destra il modello da cui trae ispirazione il disegnatore (e probabilmente il costruttore)

Naturalmente il modello da cui trae spunto Rivarossi è la popolarissima "Little Joe" di Varney. Osservando il disegno si nota che le ruote e le parte meccanica sono stati definiti indipendentemente mentre la carrozzeria risente dell'influsso di Varney (cono sporgente sui cilindri, cassone posteriore sporgente, presenza della campana, mancanza della scaletta e del serbatoio sotto la cabina, massa scura al centro sotto la caldaia (è una mascherina che nasconde il motore lungo di Varney) - strano filo elettrico che si nota sotto la parte anteriore della caldaia......e altri piccoli particolari.
Le ruote invece (che modellisticamente sarebbero proprio la parte errata del modello!) sono molto più grandi. Rivarossi non poteva costruire le piccole ruote solo per la Dockside, quindi ha già predisposto uno stampo di ruote che (colore a parte) viene sfruttato, nel momento, per la Gr835 che mette in catalogo nel 1954, poi per la Badoni, la gr 740, la ADAR fino ad arrivare al "Calimero", ecc, ecc.......
Ed eccolo finalmente il modello che effettivamente sarà inserito nelle confezioni inviate in America......ma esattamente ...quando? :?
TAVOLA 99B confronto2.jpg
Confronto tra il nuovo modellino Rivarossi e il glorioso, vetusto ma ancora valido Varney

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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 24 mag 2018, 8:54

Abbiamo una pubblicità di Polk (l'importatore americano di RR) del nostro discusso impianto, sulla solita Rivista Model Railroader

TAVOLA 99C- rivista XI'55.jpg
La rivista è datata novembre 1955. Mi sembra "tardi" ero convinto che RR quel convoglio lo avesse pronto (o quasi) alla fine del 1953.....(?)
Ne dovremo riparlare!

Rivarossi (e Polk?), come si era prefissato è riuscito a contenere "all'osso" il costo dell'impianto a 14,95 $ (5 cent. meno del kit della singola Dockside Varney!!!)

TAVOLA 99D - PUBBL.nov.1955.jpg
"TERRIFIC VALUE" Per $14,95 ti do locomotiva, gondola e caboose e pure un cerchio di binari Atlas (....alla "faccia" di Varney!)

I binari sono dell'Atlas....Rivarossi non poteva portare i suoi? (è solo un cerchio di binari!)
.....Ma chi è Atlas?
[lupe.gif] DOCUMENTAZIONE: [lupe.gif]
TAVOLA 99E.Atlas-binari.jpg
Atlas era una ditta di accessori ferroviari specializzata nella produzione di binari (deviatoi, incroci, ecc) compatibili con la produzione americana di quell'epoca (più o meno come sarà la nostra Casadio)


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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 26 mag 2018, 0:00

Per la meccanica e la motorizzazione del precedente modello della Dockside (varianti dal 1946 al 1948) abbiamo visto che Rivarossi si era ispirato a Marklin, il nuovo modello invece tiene nel massimo conto l'esperienza Varney e della sua "Little Joe" che nonostante fosse un progetto del 1941/42 era ancora molto valido, Rivarossi ne riprende lo schema meccanico-costruttivo e lo perfeziona. Confrontiamo i due modelli:
[lupe.gif]
TAVOLA X106 confronto RR-Varney.jpg
Confronto tra le meccaniche di Varney e di Rivarossi: concettualmente molto simili ma differenziate dai diversi ingombri dei motori

Ambedue le macchine utilizzano la trasmissione con pignone elicoidale e ruota dentata che movimenta un singolo asse. Il secondo asse viene movimentato dalle bielle (come avviene nella realtà!) Nel modello Varney il motore di forma allungata è montato inclinato e agisce sull'asse anteriore. Il motore Rivarossi, più "quadrato" occupa la cabina e agisce sull'asse posteriore. La filosofia progettuale è ovviamente diversa, Varney ha sfruttato il motore che aveva, adattandolo al modello. Rivarossi ha invece progettato un motore che fosse in grado di adattarsi quasi ad ogni modello.
Varney ancora utilizza le fusioni metalliche (zinco e zama) per l'intero modello: telaio, ruote e carrozzeria. Rivarossi impiega il polistirolo per la carrozzeria e per le ruote ottenendo stampi più netti, precisi e ricchi di particolari ottenendo anche un notevole risparmio che gli permette di vendere il suo modello al prezzo di oltre 1l 50% inferiori a quello di Varney.
Pur non essendo un modello americano, anche la L835/R viene portata in America e diventa "0-6-0 LOGGER" e ne troviamo una presentazione sul numero di dicembre 1955 della solita Model Railroader:

TAVOLA X100 (Dic1955).jpg

Particolare ingrandito dell'inserto
TAVOLA X101 (Dic1955).jpg
Sono sempre preseenti la 4-4-2 Atlantic e la Fairbanks Morse. Visto che siamoa dicembre del 1955, c'è da chiedersi se quest'ultima sia ancora il modello di bachelite col telaio in lamierino oppure è la nuova versione in plastica col motore "a pallini"?..L'illustrazione è sempre la stessa (bruttissima...)

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