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realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 1 mag 2011, 11:06
da MauroT
Sempre più frequentemente le nuove uscite dei modelli comportano raggi di curvatura abbastanza larghi per poter circolare.
Questo è dovuto da una sempre più spinta esasperazione al realismo ed al dettaglio.
In contemporanea ai complimenti per i modelli sempre più realistici si oppone una smisurata lamentela riguardante la poca circolabilità degli stessi.
In realtà cosa vogliamo?
Quale sarebbe il giusto compromesso (come raggio di curvatura) per poter avere un modello che sia ancora da plastico e non da vetrina??

Re: realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 1 mag 2011, 14:12
da e656.023
Capisco che in tanti abbiano la necessità di far girare i propri modelli su raggi di curvatura molto stretti ma Io ho iniziato a vederla diveersamente da quando ho scoperto Fremo. La riproduzione di qualcosa molto simile al vero mi ha indotto a non gradire raggi di curva non realistici, intendo dell'ordine di grandezza inferiore al metro. Ovviamente è una situazione che permetterebbe di far girare la quasi totalità dei rotabili ma non facilmente riproducibile in ambienti domestici. Però a casa posso sempre montarmi un ovale al volo e via a giocare. Di solito mi spingo fino ai 42cm di raggio ma mi mantengo sui 50/60 cm. Anche questa è già una buona soglia di sicurezza, sui 55cm di raggio mi girano anche le Z ACME con gli anellini di serie... ed ho detto tutto!
A ben pensarci, 55cm di raggio significano un ovale con profondità di circa 120cm cioè una soluzione che potrebbe essere ottimale per molti.
Quando finisco smonto tutto e non ho nessun problema. Non ho sempre la possibilità di farlo ma mi va bene così.

Re: realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 1 mag 2011, 14:17
da Mario De Prisco
Interessante questione e son curioso si vedere come va a finire.
La mia soluzione è stata quella, per certi versi semplicistica, di aggirare il problema.
Niente plastico, niente vetrina e solo un impianto modulare con raggi di curvatura intorno al metro.

ciao a tutti
Mario

Re: realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 1 mag 2011, 14:37
da romeo
Ciao Mario, ciao a tutti. Se permettete, vorrei anche io esprimere il mio punto di vista. Dipende cosa si intende per fermodellismo, o meglio, cosa ognuno intende. Se creare un plastico con movimenti ferroviari, dove ognuno possa esprimere la sua vocazione, e dove il movimento è predominante, allora al diavolo l'iperealismo e libero sfogo alla passione. In effetti, la cara RR induceva a questo. Poi è venuto il maniacale 1:87, figlio di riviste italiane, ed il patatrac è successo! Dettagli spinti oltre inverosimile, meccanica non più robusta, fragilità. Conclusione: supermodelli fermi, a vita, in vetrina e avanti con la prossima megaspesa! E poi, chiaramente, anche il costruttore fai da te, il quale non potrà mai più confrontarsi con le produzioni in commercio, è sparito dalla circolazione. Insomma, a mio avviso, una vera sciagura. Romeo

Re: realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 1 mag 2011, 18:56
da Mario De Prisco
il maniacale 1:87,figlio di riviste italiane,
:o

Guardare oltre confini è così difficile?
Pensare che il mondo non si è fermato ad H0RR?

Oddio... che dico! e proprio nel tempio! Cenere sul mio capo!

Ciao a tutti
Mario

Re: realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 1 mag 2011, 22:35
da Pedro
Io preferisco il realismo ma c'è una questione che spesso si da per scontata quando si parla di plastici casalinghi: le elicoidali. Si può costruire l'impianto con le curve più realistiche di questo mondo ma se non si ha spazio sufficiente per creare elicoidali larghe si rimane comunque fregati!

Re: realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 1 mag 2011, 23:06
da bigboy60
Salve ragazzi,
da tanto tempo ormai sono arrivato alla convinzione che siano i modelli di treno a dovere adattarsi al plastico e non viceversa.
Il che non significa affatto che qualsivoglia rotabile debba potere circolare su curve da 360 mm. di raggio, anzi il contrario.
Se si ha poco spazio e curve strette, perche' avere la pretesa di fare circolare il Settebello ?
Oltretutto i rotabili lunghi sono orrendi a vedersi circolare su raggi stretti e scambi corti.
In poco spazio bisogna usare rotabili corti: se ne avvantaggera' la circolabilita' e il realismo.
Se io pensassi di fare un piccolo plastico in scala HO di, poniamo, 250 x 120 cm., abbandonerei subito l' idea del plastico FS e penserei ad un plastico DRG in epoca II: il mercato abbonda di bellissimi modelli di locotender, di carrozzette e due e tre assi, di carretti a due assi.
Ed una locotender con tre o quattro carrozzette ed un postale a due-tre assi fa' tanto atmosfera linea secondaria, circola bene anche su curve strette ed e' di lunghezza contenuta.
Vogliamo rimanere in ambito FS ? Bene, ferrovia locale anni 60, circolazione solamente di vetture centoporte e Corbellini trainate da un D 341, di coppie di automotrici Aln 56 / 556, una Gr.740 con al traino un Dm99 e sette-otto carri a due assi fara' un figurone.
Ed anche per rotabili di lunghezza 24 cm. in scala, secondo me, nelle curve in vista non si dovrebbe scendere sotto i 55-60 cm. di raggio, mentre nelle curve nascoste ci si puo' ridurre a 40-42 cm.
Saluti
Stefano.

Re: realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 16 mag 2011, 9:54
da Giorgio
Riprendo un mio trafiletto sull'impossibile realismo di un plastico casalingo

Uno dei problemi di "realismo" maggiori dell' H0 è legato ai raggi di curvatura.
Considerate che il raggio (della deviata) del deviatoio standard più corto ancora in uso (Uni 50 tangente 12) è di 170m che equivale in scala Ho a un raggio di 194cm.
Il raggio di curvatura minimo in linea dipende da vari fattori ma difficilmente anche per linee secondarie si scende sotto i 500m, che nel nostro plastico diventano 574cm, cioè ci vorrebbero plastici larghi almeno 12 metri per avere un minimo di realismo nelle curve. Ma diffcilmente entrerebbero nei normali appartamenti ...
In effetti vedere un convoglio passeggeri curvare su un plastico è piuttosto imbarazzante ... un raggio di 50cm equivale a un raggio reale di 43,5 m dove gira solo un carrello azionato a mano ...


Vista l'impossibilità di avere plastici del genere ne consegue che ritengo che debbano essere i modelli a doversi adeguare al tracciato e non viceversa.

Re: realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 16 mag 2011, 12:30
da bigboy60
Gia', e' normale, quando ci si accinge a realizzare un plastico, il desiderare di potere vedere circolare tutti i modelli della propria collezione.
Bisogna, pero', essere realisti e valutare che tipo di plastico e' ragionevolmente realizzabile nello spazio disponibile e cosa e' ragionevole potere far circolare in tale spazio.
Al limite, per assurdo, nulla vieta di collezionare modelli in HO e realizzare un plastico in N o in HOe, se lo spazio e' tiranno.
A mio avviso, in scala HO, per le curve in vista, non si dovrebbe mai scendere sotto i 55-60 cm. di raggio per i rotabili corti (automotrici Aln 556 e 668, carrozze centoporte e Corbellini, etc.) e sotto gli 80-90 cm. di raggio per i rotabili lunghi (Ale 601, vetture tipo X in lunghezza esatta, etc.).
Le curve da 80-90 cm. sembrano solo apparentemente impossibili da ottenere nei normali spazi domestici: i plastici a mensola a parete lo consentono agevolmente, anche in spazi non grandissimi.
Sono convinto che la maggior parte delle diatribe sui cattivi funzionamento dei rotabili sparirebbero, se si utilizzasse la regola di cui sopra.
Va' da se' che il raggio di curvatura degli scambi non dovrebbe mai essere inferiore a 80 cm.
Saluti
Stefano.

Re: realismo o dinamicità?

MessaggioInviato: 16 mag 2011, 17:45
da bigboy60
Salve ragazzi,
aggiungo alcuni miei ulteriore commenti o, per meglio dire, vi porgo alcune domande.
Che senso ha "crocifiggere" i produttori di modelli col "contachiodismo" piu' esasperato, quando poi abbiamo la pretesa che il Settebello di Acme circoli su curve da 400 mm, di raggio o giu' di lì ?
Che senso ha avere modelli splendidi, fedeli al reale per quanto umanamente possibile e per quanto la tecnologia consenta, e poi "abbruttirli" facendoli circolare su plastici concepiti alla "Manuale dei Tracciati" edizione 1956 ?
Non sarebbe meglio, forse, che ci fossero due diverse linee di produzione: una piu' modellistica, piu' fedele al reale ed indirizzata al collezionista ed al plasticista piu' sofisticati, ed una piu' da plasticista puro, con meno pretese, piu' semplice ed anche piu' economica ?
La seconda strada e' quella che sta' cercando di portare avanti coraggiosamente Piko, con la sua nuova linea che propone rotabili esteticamente bellocci ( molto piu' raffinati, pero', della linea Lima hobby ), robusti ed a prezzo abbordabile.
Attendo vostri commenti.
Saluti
Stefano.