Contro il mito della Scala 1:80



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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda Rosgio47 » 4 nov 2016, 10:08

La lunghezza della cassa del tram verde o giallo Rivarossi è di 91 mm.
Pertanto se la lunghezza del vero tram Edison fosse 7700 mm la scala del modello risulterebbe essere 1:85 circa.
-4-
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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda Dario Romani » 4 nov 2016, 17:07

Grazie Rosgio per aver misurato il tram. [09.gif]
[lupe.gif] [lupe.gif] Abbiamo stabilito che era quasi 1:87 più che 1:80.
+ Ciao da Dario Romani
Dario Romani

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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda Max 851 » 4 nov 2016, 20:47

Allora, ho ritrovato la copia di un disegno originale ATM del 1947 (per la cronaca, all'epoca esistevano ancora 23 vetture in servizio accoppiate ad altrettanti rimorchi gruppo 1400). Le dimensioni principali indicate sono:
-passo 1800 mm
-lunghezza misurata tra i paraurti 7320 mm
- altezza (dal piano del ferro alla base del trolley) 3470 mm
- larghezza della cassa 2160 mm
Ho poi misurato il modello del tram RR:
- passo 23,5 mm
- lunghezza 91 mm
- altezza 42 mm
- larghezza 31 mm
dal che si ricava che il passo è esattamente 1:80, la lunghezza 1:80, altezza 1:83, larghezza 1:70
Comunque, per me, ne è uscito fuori un modello armonioso e ben fatto.
Massimiliano
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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda Dario Romani » 5 nov 2016, 9:59

Grazie Max, per aver dimostrato che il tram è veramente in scala 1:80 oltre ogni dubbio. applause1
Che sia poi un oggetto armonioso sono d'accordo e così senz'altro tutti i Rivarossiani. [09.gif] [09.gif]
+ Ciao da Dario Romani
Dario Romani

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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda Massimo » 5 nov 2016, 10:05

nelle ultime interviste con Alessandro Rossi, lui stesso ci ricordava (vantandosene!) come era prassi ormai accettata (imposta), in RR, di alterare le quote dei modelli rispetto alla scala esatta dichiarata. Egli sosteneva come un modello avesse bisogno di alterazioni volumetriche per apparire, agli occhi degli osservatori, armonioso e credibile. Osservatori che, in quel momento guardavano solo e semplicemente il modello, posto sul tavolo o sul plastico.
Naturalmente considerando inevitabili le alterazioni imposte dai volumi irriducibili (ad esempio lo spazio richiesto dal motore e dalla sua mobilità durante la marcia).
Ci ricordava inoltre come i suoi collaboratori insistessero sulla esatta quotazione del modello, trovandosi regolarmente di fronte ai suoi "no".

E' altresì evidente come, una volta prodotti i primi modelli, tutto il resto della produzione doveva essere adeguata agli stessi principi.
Massimo

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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda Karolus » 5 nov 2016, 11:18

Voglio riportare qui alcune pagine del "Manuale del Fermodellista" di Italo Briano, per dimostrare come anch'egli, idealista convinto ma persona solidamente ancorata alla realtà e perfettamente conscia dei limiti fisici (specialmente di allora!) della produzione modellistica, tanto artigianale quanto industriale, propugnasse idee simili e correlate a quelle di Alessandro Rossi:

briano007.jpg

briano008.jpg

briano009.jpg

briano010.jpg


Scusate la mediocre leggibilità, ma dobbiamo rientrare negli 800 x 600 pixel; ho cercato di fare del mio meglio con le opzioni di registrazione dei file .jpeg.
Karolus

 
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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda Mario De Prisco » 7 nov 2016, 9:23

Ringrazio Karolus per l'ottima documentazione prodotta che è leggibilissima.

Massimo ha scritto:nelle ultime interviste con Alessandro Rossi, lui stesso ci ricordava (vantandosene!) come era prassi ormai accettata (imposta), in RR, di alterare le quote dei modelli rispetto alla scala esatta dichiarata. Egli sosteneva come un modello avesse bisogno di alterazioni volumetriche per apparire, agli occhi degli osservatori, armonioso e credibile. Osservatori che, in quel momento guardavano solo e semplicemente il modello, posto sul tavolo o sul plastico.
Naturalmente considerando inevitabili le alterazioni imposte dai volumi irriducibili (ad esempio lo spazio richiesto dal motore e dalla sua mobilità durante la marcia).
Ci ricordava inoltre come i suoi collaboratori insistessero sulla esatta quotazione del modello, trovandosi regolarmente di fronte ai suoi "no".

E' altresì evidente come, una volta prodotti i primi modelli, tutto il resto della produzione doveva essere adeguata agli stessi principi.


Ragazzi, questa è storia!
(almeno a partire dal 1980 - anno di uscita della E.626 Roco/Faustini)

Ciao
Mario
Le Stagioni dei treni
Alcune stagioni sembrano non avere mai termine ed accompagnano singoli e gruppi per tutta la loro esistenza...
La mia stagione dei trenini è iniziata negli anni '60 del secolo scorso con la prima confezione Lima, oggi si parlerebbe di start set, ricevuta quando ero bambino. Non è ancora finita!
Mario De Prisco

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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda jurghens1956 » 17 nov 2016, 0:45

rr carro america ridotto.jpg
salve a tutti,ho letto adesso i vari messaggi….capisco la scala le dimensioni…..ecc…..ecc….ma MAMMMMMMMA RIVAROSSI resta sempre la MAMMA,e per me e' così e resterà' per sempre così.io sono RIVAROSSIANO e ci resto….a me danno un fascino,una armonia,una sensazione,o chiamatela come volete,che i vari 1:87 non mi danno……ne ho in scala esatta ,ma sono li in scatola….non mi danno sensazioni,ma solo un bel modello freddo.scusate il mio "sfogo" ma mi piace dire ciò' che penso……senza offesa per nessuno ovviamente.un abbraccio RIVAROSSIANO A TUTTI!!! p.s. la foto non c'entra,ma mi piaceva…..ALESSANDRO RR IL GRANDE
jurghens1956

 
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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda Massimo » 17 nov 2016, 14:13

hai perfettamente ragione jurghens1956! i modelli in scala esatta (e io sono uno che è passato dalla scala rivarossiana alla H0 corretta) mi risultano freddi e leggermente antipatici nella loro perfezione. Probabilmente io, te e quasi tutti noi del Forum, abbiamo ricevuto quel primo inprintig, nella nostra giovinezza, e continuiamo ad associarlo come sinonimo di modellismo.
Ho ricostruito, sul mio plastico alcuni convogli tipici della produzione RR (motrici e materiale rimorchiato), ma con materiale rotabile in esatta scala H0, ma la sensazione antica di gioia fermodellistica nel vederli correre sul plastico, non riesco più a ritrovarla.
Forse sto invecchiando e mi risalgono più facilmente i ricordi.

Però non mi pento di essere passato alla esatta scala ma ti invidio per la tua decisione di rimanere RRagazzo RRivarossi!
Massimo

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Re: Contro il mito della Scala 1:80

Messaggioda Karolus » 17 nov 2016, 14:34

Secondo me, riprendendo quanto ha detto Massimo sia ora sia qualche giorno fa, la questione è che i modelli di solito non vengono osservati da un punto di vista simile a quello da cui si guardano gli originali: di solito li guardiamo dall'alto. Ecco allora la validità di quanto affermava Alessandro Rossi e di conseguenza delle sue "licenze". Mi sembra di ricordare infatti che, oltre che in larghezza (anche per questioni tecniche), i modelli RR di quel tempo tendessero a derogare verso scale a denominatore inferiore soprattutto in altezza, quasi a compensare la visione "compressa" che se ne aveva guardandoli da altezze che, tradotte in scala, si possono valutare tra i 15 e gli 80 m.

Se avrò in futuro un po' di tempo cercherò di fornire qualche misura in proposito.

Saluti a tutti.
Karolus

 
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