Locomotiva E 636 FS

In queste brevi note vi illustro come ho realizzato la mia E 636 in scala N, locomotiva che al vero è stata realizzata in ben 469 esemplari nell’arco di un ventennio, e non può certo mancare in un parco trazione che si rispetti….
LA CASSA
Scontato che per brevità si ricorresse alla E 645 100 di CIL, cosa fatta da molti, ma che molte volte ho visto semplicemente riverniciata, senza provvedere a quelle modifiche minime che la rendano effettivamente una E 636 (anche se come tale è stata commercializzata).
Vi dico subito che non ho sostituito i musetti, anche se leggermente appiattiti (replica delle prime Roco in HO con lo stesso difetto), per non andare a complicarmi la vita e aggravare la spesa sacrificando una E 424 Del Prado (pure nel caso da correggere).
Come ulteriore forma di economia, ho lavorato su una copia in resina della 645 CIL, apportando le seguenti modifiche/migliorie:
1) eliminazione della serpentina dal ricasco dell'imperiale
2) eliminazione fori dei pantografi CIL e rifacimento dei fori per il fissaggio dei nuovi pantografi (assolutamente Sommerfeldt per robustezza e molleggio)
3) costruzione, con un filo di rame incollato con cianoacrilato, del fine gocciolatoio sopra ai finestrini frontali come da loco vera allo stato d'origine e sino a buona parte degli anni '80 (su talune unità non è nemmeno mai stato eliminato)
4) completamento dei panconi frontali con pezzetti di plasticard
5) applicazione sul tetto dei coprigiunti in corrispondenza del limite posteriore delle cabine di guida
6) eliminazione del fregio in rilievo e dei fanalini frontali e rifacimento di questi ultimi in tubicino di rame e loro collocazione in posizione più distanziata (la CIL sembra un po' troppo "strabica"...)
7) adeguamento delle finestrature e portelli della fiancata destra (lato cabina AT); questa è la parte più impegnativa e, nel dettaglio comporta:
7a) stuccatura del primo portello di sinistra guardando la loco di fianco
7b) stuccatura della griglietta bassa ubicata a destra dei portelli
7c) stuccatura della griglietta di destra delle due presenti all'altezza dei finestrini
7d) apertura della griglietta di sinistra delle due presenti all'altezza dei finestrini
7e) eliminazione dei due portelli di destra (alti e maggiorati) ed applicazione di un inserto in resina che riproduce due portelli bassi di dimensioni analoghe ai due portelli residui di sinistra, in modo da ottenere 2 + 2 portelli uguali sulla fiancata.
Così terminata, la cassa ha ricevuto la solita mano di fondo spray Talken, quale evidenziatore di eventuali errori da correggere e quale ancorante per la coloritura successiva.
La cassa così elaborata permette di realizzare una E 636 della sottoserie post-bellica 113 - 276 con coprigiunto a gradino, allo stato dagli anni '70 in poi.
LA MECCANICA
La meccanica è stata ricavata da una BR E141 DB Arnold, con carrelli da 20mm di passo (3200mm al vero contro i 3150mm necessari; 3 decimi di eccedenza che si possono trascurare) reperita su Ebay per una sessantina di euro, che fornisce, oltre a telaio e carrelli motori, anche i pantografi.
I 2 assi del carrello centrale da aggiungere provengono dall'avanzo della motorizzazione della E 402 B, la cui meccanica Kato aveva 3 carrelli con gli assi di diametro giusto (mai buttare nulla....).
Le fiancate dei carrelli sono repliche del carrello della E 424 Mehano/Tibidabo; in alternativa si può usare la fiancata dell'E 424 Del Prado.
La locomotiva donatrice è stata completamente smontata, ed il telaio metallico è stato fresato ai frontali e tagliato esattamente a metà, privato di tutte le piastrine ramate, luci ed altro.
I due semitelai sono stati poi fresati per ospitare i due nuovi micromotori (Mabuchi) dotati di un alberino in tubetto di rame e relativa vite senza fine in nylon. La fresatura è stata eseguita presso il laboratorio Assoenne, grazie alla disponibilità e cortesia dell'amico Marco Gallo.
Ai due semitelai è stata incollata con colla bicomponente la relativa "prolunga" in vetronite (basetta ramata da 1mm per circuiti stampati) e sono state realizzate le asole forate che costituiscono lo snodo centrale.
Il carrello centrale è completamente autocostruito con listelli in plasticard da 1,5 e 1 mm, la cui vite di chiusura impegna le asole dei semitelai ed è chiusa da un dado e rondella (un goccio di cianoacrilato fa da frenafiletto).
I carrelli sono stati privati delle porzioni di lamelle prendicorrente trasversali che all'origine portano contatto alla basetta ramata sotto al telaio d'origine ed eliminata. Rimangono in opera le porzioni di lamelle dietro alle ruote, alle quali sono stati saldati gli opportuni spezzoni di cavetto flessibile che, attraverso due fori ovali per semitelaio portano la corrente ai motori (i fori sono stati ovalizzati per consentire ai cavetti stessi l'opportuno agio in fase di rotazione del carrello).
I 2 motori sono stati incollati ai semitelai con una goccia di cianoacrilato e collegati elettricamente in parallelo. Meccanicamente sono stati collegati con un pezzo di tubicino in silicone inserito sugli alberini.
Le fiancate dei carrelli sono state fissate con pezzetti di plasticard ai carrelli stessi con colla epossidica bicomponente e cianoacrilato.
VERNICIATURA E FINITURA
Come sempre, la verniciatura è stata effettuata con colori Puravest a spruzzo, nei colori castano-Isabella e rosso segnali, con carrelli in nero.
Le decals sono Danifer-MDF, dopo aver applicato le quali è stata data una mano a spruzzo di trasparente opaco Talken.
I trasparenti sono in acetato, fissati internamente (quelli laterali) e a filo (quelli frontali).
Per consentire una discreta rotazione dei carrelli estremi, prima della finitura sono state assottigliate le scalette di accesso e appiattite le 2 sabbiere sottostanti.
Prima della lavorazione, le casse sono state conferite presso l'associazione Assoenne, e messe a disposizione per la clonazione, per essere messe a disposizione dei soci desiderosi di realizzare una E 636 a basso costo.
Così terminata, la mia E 636 è costata circa 90 euro, praticamente meno di una equivalente loco industriale......
LA CASSA
Scontato che per brevità si ricorresse alla E 645 100 di CIL, cosa fatta da molti, ma che molte volte ho visto semplicemente riverniciata, senza provvedere a quelle modifiche minime che la rendano effettivamente una E 636 (anche se come tale è stata commercializzata).
Vi dico subito che non ho sostituito i musetti, anche se leggermente appiattiti (replica delle prime Roco in HO con lo stesso difetto), per non andare a complicarmi la vita e aggravare la spesa sacrificando una E 424 Del Prado (pure nel caso da correggere).
Come ulteriore forma di economia, ho lavorato su una copia in resina della 645 CIL, apportando le seguenti modifiche/migliorie:
1) eliminazione della serpentina dal ricasco dell'imperiale
2) eliminazione fori dei pantografi CIL e rifacimento dei fori per il fissaggio dei nuovi pantografi (assolutamente Sommerfeldt per robustezza e molleggio)
3) costruzione, con un filo di rame incollato con cianoacrilato, del fine gocciolatoio sopra ai finestrini frontali come da loco vera allo stato d'origine e sino a buona parte degli anni '80 (su talune unità non è nemmeno mai stato eliminato)
4) completamento dei panconi frontali con pezzetti di plasticard
5) applicazione sul tetto dei coprigiunti in corrispondenza del limite posteriore delle cabine di guida
6) eliminazione del fregio in rilievo e dei fanalini frontali e rifacimento di questi ultimi in tubicino di rame e loro collocazione in posizione più distanziata (la CIL sembra un po' troppo "strabica"...)
7) adeguamento delle finestrature e portelli della fiancata destra (lato cabina AT); questa è la parte più impegnativa e, nel dettaglio comporta:
7a) stuccatura del primo portello di sinistra guardando la loco di fianco
7b) stuccatura della griglietta bassa ubicata a destra dei portelli
7c) stuccatura della griglietta di destra delle due presenti all'altezza dei finestrini
7d) apertura della griglietta di sinistra delle due presenti all'altezza dei finestrini
7e) eliminazione dei due portelli di destra (alti e maggiorati) ed applicazione di un inserto in resina che riproduce due portelli bassi di dimensioni analoghe ai due portelli residui di sinistra, in modo da ottenere 2 + 2 portelli uguali sulla fiancata.
Così terminata, la cassa ha ricevuto la solita mano di fondo spray Talken, quale evidenziatore di eventuali errori da correggere e quale ancorante per la coloritura successiva.
La cassa così elaborata permette di realizzare una E 636 della sottoserie post-bellica 113 - 276 con coprigiunto a gradino, allo stato dagli anni '70 in poi.
LA MECCANICA
La meccanica è stata ricavata da una BR E141 DB Arnold, con carrelli da 20mm di passo (3200mm al vero contro i 3150mm necessari; 3 decimi di eccedenza che si possono trascurare) reperita su Ebay per una sessantina di euro, che fornisce, oltre a telaio e carrelli motori, anche i pantografi.
I 2 assi del carrello centrale da aggiungere provengono dall'avanzo della motorizzazione della E 402 B, la cui meccanica Kato aveva 3 carrelli con gli assi di diametro giusto (mai buttare nulla....).
Le fiancate dei carrelli sono repliche del carrello della E 424 Mehano/Tibidabo; in alternativa si può usare la fiancata dell'E 424 Del Prado.
La locomotiva donatrice è stata completamente smontata, ed il telaio metallico è stato fresato ai frontali e tagliato esattamente a metà, privato di tutte le piastrine ramate, luci ed altro.
I due semitelai sono stati poi fresati per ospitare i due nuovi micromotori (Mabuchi) dotati di un alberino in tubetto di rame e relativa vite senza fine in nylon. La fresatura è stata eseguita presso il laboratorio Assoenne, grazie alla disponibilità e cortesia dell'amico Marco Gallo.
Ai due semitelai è stata incollata con colla bicomponente la relativa "prolunga" in vetronite (basetta ramata da 1mm per circuiti stampati) e sono state realizzate le asole forate che costituiscono lo snodo centrale.
Il carrello centrale è completamente autocostruito con listelli in plasticard da 1,5 e 1 mm, la cui vite di chiusura impegna le asole dei semitelai ed è chiusa da un dado e rondella (un goccio di cianoacrilato fa da frenafiletto).
I carrelli sono stati privati delle porzioni di lamelle prendicorrente trasversali che all'origine portano contatto alla basetta ramata sotto al telaio d'origine ed eliminata. Rimangono in opera le porzioni di lamelle dietro alle ruote, alle quali sono stati saldati gli opportuni spezzoni di cavetto flessibile che, attraverso due fori ovali per semitelaio portano la corrente ai motori (i fori sono stati ovalizzati per consentire ai cavetti stessi l'opportuno agio in fase di rotazione del carrello).
I 2 motori sono stati incollati ai semitelai con una goccia di cianoacrilato e collegati elettricamente in parallelo. Meccanicamente sono stati collegati con un pezzo di tubicino in silicone inserito sugli alberini.
Le fiancate dei carrelli sono state fissate con pezzetti di plasticard ai carrelli stessi con colla epossidica bicomponente e cianoacrilato.
VERNICIATURA E FINITURA
Come sempre, la verniciatura è stata effettuata con colori Puravest a spruzzo, nei colori castano-Isabella e rosso segnali, con carrelli in nero.
Le decals sono Danifer-MDF, dopo aver applicato le quali è stata data una mano a spruzzo di trasparente opaco Talken.
I trasparenti sono in acetato, fissati internamente (quelli laterali) e a filo (quelli frontali).
Per consentire una discreta rotazione dei carrelli estremi, prima della finitura sono state assottigliate le scalette di accesso e appiattite le 2 sabbiere sottostanti.
Prima della lavorazione, le casse sono state conferite presso l'associazione Assoenne, e messe a disposizione per la clonazione, per essere messe a disposizione dei soci desiderosi di realizzare una E 636 a basso costo.
Così terminata, la mia E 636 è costata circa 90 euro, praticamente meno di una equivalente loco industriale......