La locomotiva a vapore vivo denominata “ VULKAN “ È stata prodotta a Norimberga dalla famosa ditta Ernst Planck a partire dal 1890.
La locomotiva è fabbricata utilizzando quattro diversi tipi di materiale: lamiera di ottone per la caldaia, il telaio portante, la cabina del macchinista nella parte superiore ed infine il calice della ciminiera, i cilindri, i blocchi valvola, i tubi, i pistoni, le bielle di spinta ed i respingenti.
La lamiera di acciaio stagnata è utilizzata per fabbricare la parte cilindrica del fumaiolo, il bruciatore e serbatoio dell’alcol, la cassetta che contiene il bruciatore stesso con i ganci di ritegno ed il gancio di traino della locomotiva.
Le ruote sono fuse in ghisa, i cerchioni delle ruote invece sono in lamiera di ottone riportata, immagino per esigenze estetiche…
Per finire abbiamo due parti in legno duro, ovvero la maniglietta della valvola del fischio del vapore e la traversa anteriore alla quale sono avvitati i respingenti. Queste parti sono in legno probabilmente per avere dei punti freddi che, assieme alla cabina del macchinista ed al fumaiolo consentissero di manipolare il giocattolo senza scottarsi durante il funzionamento.
Le dimensioni del Giocattolo sono le seguenti: lunghezza massima 210 mm, larghezza massima in corrispondenza dei cilindri 100 mm, larghezza alla traversa dei respingenti 60 mm. Altezza massima al fumaiolo 145 mm. Scartamento 62,5 mm, diametro ruote 36 mm.
Dimensioni caldaia, lunghezza 125 mm e diametro 45 mm.
Peso a vuoto 510 g peso a pieno carico circa 760 g.
La dimensione di scartamento non unificata mi fa pensare che questa locomotiva fosse costruita per funzionare liberamente sul pavimento senza un circuito di binari dedicati. Le ruote di peso notevole e scartamento ampio danno una notevole stabilità alla macchina, L’aspetto è molto antico, probabilmente ispirato a locomotive di metà dell’ottocento in particolare il fumaiolo ha un aspetto molto barocco.
Il motore è molto semplice, costituito da due cilindri oscillanti a semplice effetto con bielle di spinta molto corte che determinano una rotazione molto ampia dei cilindri stessi. I pistoni sono torniti in ottone e rettificati con ottima precisione rispetto al diametro dei cilindri, non ci sono fasce elastiche o elementi di tenuta. Il vapore viene scaricato davanti ai blocchi valvola attraverso due corti tubicini rivolti verso la parte anteriore.
Il fumaiolo ha funzioni esclusivamente estetiche ed è innestato ad incastro su un anello saldato alla caldaia. Sopra il duomo del vapore c’è il tappo di riempimento caldaia, tra il duomo ed il fumaiolo è presente la valvola di sicurezza per massima pressione mentre al lato opposto, verso la cabina del macchinista c’è il fischio del vapore con il rubinetto di azionamento. Sulla porta anteriore della camera a fumo, in alto c’è una vitina che viene smontata durante il riempimento dell’acqua in caldaia e ha la funzione di livello del “Troppo pieno“.
Il serbatoio dell’alcol con il relativo bruciatore si incastra preciso nell’apposito alloggiamento sotto la cabina del macchinista e è trattenuto in posizione da due piccoli gancetti che lo bloccano ruotati di 90°.
Questo è il pezzo più antico della mia collezione, mi sembra che rappresenti bene l’amore con cui queste ditte costruivano giocattoli tecnici ormai 130 anni fa. Credo che per un ragazzo di quell’epoca ricevere un oggetto di questo tipo fosse un sogno. Forse proprio per questo alcuni di questi oggetti sono sopravvissuti tanto a lungo conservati con cura oserei dire “religiosa“!
Io in oggetti come questo apprezzo in particolare l’aspetto tecnico, le soluzioni costruttive, l’artigianato artistico e solo in ultima battuta il valore di oggetto d’antiquariato.
La ditta Ernest Planck viene fondata a Norimberga nel 1866 e si dedica sin da subito alla fabbricazione di giocattoli ottici come le lanterne magiche, treni a vapore vivo, macchine a vapore statiche, navi in latta con motori a vapore vivo e solo in un secondo periodo a treni elettrici. Assieme alle altre ditte più famose come Bing, Carette, Märklin e Schoenner rappresenta il massimo livello di qualità raggiunto nella fabbricazione dei giocattoli tecnici tra gli ultimi anni dell’ottocento e i primi 15 anni del '900.
Nel 1932 l’azienda viene venduta alla ditta dei fratelli Schaller / Noris GmbH.
Da notare nel logo del marchio di fabbrica la ruota alata, simbolo delle ferrovie alla fine dell’ottocento, il fondatore dava evidentemente un ruolo di primo piano ai trenini rispetto a tutta la sua produzione di giocattoli.
Saluti a tutti Paolo…… Continua.