fabrizio ha scritto:prenditi tutto il tempo necessario, l'importante è leggerti.
Grazie per l'interesse e la pazienza ....ma si ricomoncia!
Riassumendo: come abbiamo visto, tra il 1966 ed il 1977 in tutta Italia (ma anche in Europa, in Giappone e persino in Austalia) vi è un vero e proprio Boom dello slot-racing: vengono inaugurati decine (forse centinaia) di “Center”

- "Piste dappertutto" proclamava Autosprint
ed in Italia, in particolare, si moltiplicano le ditte che producono piste elettriche di ogni dimensione per la scala 1:24.

Parimenti, affermate ditte di modellismo e/o di giocattoli, iniziano a produrre modelli di auto in scala 1:24 per lo slot-racing ma nascono anche nuove ditte specializzate esclusivamente nella produzione di automodelli ed accessori ma qui c’è un problema, che anticipo: le ditte già affermate e con maggiori capacità di investimento (ad esempio l’italiana Policar, la franco-inglese Scalextric. Le tedesche Carrera, Stabo, Fleischmann….ecc) iniziano a produrre insieme ai modelli di auto anche sistemi completi di piste 1:24 utilizzabili anche per impianti casalinghi (per quelli che se lo potevano permettere) quindi non è vitale che questi modelli prodotti, abbiano prestazioni stratosferiche, basta che siano discreti e a prezzi “umani” e chi compra questi modelli ci può giocare a casa o volendo, portarle al “Center” e farci qualche giro. Se poi il modellino risulta competitivo ed elaborabile si può anche tentare di fare qualche gara, altrimenti si riporta a casa e ci si gioca con amici e parenti.
Le ditte che invece si mettono a produrre solo modelli di auto, indirizzano chiaramente il loro prodotto all’utilizzo e alla competizione nei Center. Si dimostrerà essere un investimento pericoloso: se il modello non è abbastanza competitivo o se dovessero chiudere i center (come avverrà) queste ditte, se non saranno in grado di convertire la produzione, falliranno!
Vediamo adesso la produzione di Slot 1/24 italiana di quegli anni.
Una delle prime ditte che si cimenta nella produzione di Slot 1/24 è la Agfa-Unicar. Il marchio è nuovo ma la ditta è la conosciuta Treni Favero. Ne abbiamo già parlato aveva iniziato la produzione con questo modello:
download/file.php?id=32639&mode=viewBel modello e discreto telaio ma tecnologicamente in ritardo rispetto ai nuovi modelli competitivi americani (impiegava ancora il grosso motore D36 quando ormai tutti impiegavano i piccoli D16)
Appurato che quel modello non aveva avuto il successo sperato Unicar dopo pochi mesi produce un modello del tutto nuovo dotato del nuovo motoro D26:

- Pubblicità apparsa sulla rivista Autosprint di giugno del 1967
Il telaio è molto semplice e bassissimo di baricentro, realizzato in lamierino di alluminio nervato e anodizzato in color oro, braccetto porta pick-up regolabile e motore D26 che si può montare sia "in linea" che "Sidewinder

- Il nuovo telaio Unicar "dorato": le gomme posteriori sono in spugna
Le confezioni dei modelli contengono due carrozzerie: una in leggerissimo acetato e la seconda "modellistica" in polistirolo da montare:

- Una confezione Unicar col modello della Ferrari P3
Due dei modelli Unicar della mia collezione: la Porsche 2000, con carrozzeria in acetato (bianca) e la Ferrari Dino con carrozzeria in plastica (dura)

- Modelli Unicar 1967: Col n.90 la Porsche 2000 e col n.18 La Dino Ferrari
Altra Foto della Dino Ferrari, vista da dietro:

- Altra foto della Dino Unicar (1:24)
Ma questo modello non si dimostra molto competitivo e non riscuote il successo di vendita che Unicar sperava e quindi dopo appena due o tre mesi ci riprova con un terzo telaio completamente diverso dai precedenti.
Come al solito il modello viene presentato da Autosprint di cui riporto parte dell'articolo:

- Il nuovo telaio è in nailon (quasi trasparente) ed è dotato di due snodi (braccetto porta pick-up e motore)
Lo snodo motore è concettualmente copiato dallo snodo con cui Pizzi aveva modificato la Cucaracha e che poi era stato montato sul telaio della sperimentale Mini A
Ma Unicar non si fermerà a questo tentativo poichè dopo altri due o tre mesi produrrà un'altro telaio (il quarto in circa 18 mesi!) di cui parleremo in seguito
CONTINUA