Ti ringrazio, caro Stefano, del tuo intervento e del tuo apprezzamento, oltretutto proveniente da un abilissimo modellista come te.
Altresì ringrazio Berto, per il suo seguire con interesse la discussione e per il suo gentile interessamento e contributo documentario.
Comincio partendo dall'intervento di Stefano.
Come hai rilevato, queste serie di modellini, riprodotti in kit in una scala abbastanza piccola (per l'epoca) erano piuttosto limitati nel numero di pezzi, sia per il fatto che riproducevano aerei di per sè già tra quelli di più piccole dimensioni ( ovvero i caccia ), sia per il fatto che si cercava di ridurre al minimo la complessità di assemblaggio, anche per i meno esperti, giacchè doveva essere appunto un "passatempo", seppure istruttivo e intelligente, sia per il fatto che pezzi troppo piccoli avrebbero comportato da un lato aumento di costi e dall'altro difficoltà di maneggiamento degli stessi e facilità di rottura....con conseguenti scoraggiamenti e disincentivo alla prosecuzione di tale hobby in molta della potenziale clientela.
Pertanto dovevano essere concettualmente il più possibile "semplici", quasi "intuitivi", tali che quasi non ci volesse neppure il foglietto istruzioni.
Ma lo stesso discorso poteva farsi anche per le varie "casette in kit" delle varie marche, anch'esse concepite e fiorite nello stesso...."felicissimo"
e intraprendente periodo.
Da questo particolare tipo di "costruzioni in scatola di montaggio" che già venivano stampate con un certo numero di pezzi in vari diversi colori base della plastica, gli aerei in kit ( ed anche i mezzi militari delle stesse "Case" ), differivano poi per il fatto di essere stampati in plastica "grezza", che andava poi totalmente dipinta con gli appositi smalti, fattore, questo che cominciava ad introdurre una prima "scrematura" tra i vari "costruttori" in erba e una prima distinzione tra essi, cioè tra quelli che iniziavano a dipingere i modelli e chi non lo faceva e si accontentava solo di "incollarli"...e gli bastava questo per divertirsi...
Non per questo potevano dirsi però, a mio avviso "banali", scarsi, rozzi o dozzinali e questa loro basilare semplicità, poteva anzi dare col tempo a chi si fosse impratichito, la soddisfazione di fare proprie aggiunte, elaborazioni e varianti personali....sempre mantenendo bassi costi di produzione.
Poi, per carità, delle pecche ne avevano, e non poche....e alle volte mi ero domandato se le avessero inserite apposta.... per mettere alla prova il modellista non più principiante...e farlo "divertire" di più...
Mi riferisco ad esempio al caso di pezzi "storti" o incurvati ( il caso più frequente erano le ali...) o non bene combacianti, relativamente ai quali, spesso ci voleva proprio "del bello e del buono", oltre che molta pazienza....e qualche "bestemmia"
, per rimettere le cose a posto...
Quanto al pilota, non ricordavo che fosse identico anche nel kit dello "Zero", ma sicuramente erano similissimi ed infatti io, avendone costruiti in quel periodo un certo numero di quei vari piccoli caccia ed avendo la possibilità di scegliere carlinghe "apribili", in genere non incollavo i piloti ai relativi seggiolini, per poterli appunto togliere e mettere...a seconda delle esigenze...
Quanto al fatto che tali pilotini fossero un pò più grandi e quindi un pò fuori scala rispetto al rigoroso rapporto 1/72, non saprei che dire.... può darsi, ma la cosa non mi è mai balzata agli occhi in maniera evidente e ..."intollerabile", parendomi, grosso modo abbastanza adeguata....
Ma ti riferisci per caso alle dimensioni del pilota nello "Zero" ?
Forse, magari in quel caso, dato che i giapponesi erano di corporatura leggermente inferiore e più minuta,
.... può darsi che il medesimo "figurino" fosse leggermente sovra dimensionato, ma poichè gli inglesi erano in genere di corporatura abbastanza robusta, magari, nel caso del pilota dello "Spitfire", le proporzioni sono più giuste...
Non ricordavo più, poi, che il pilota dello "Zero", fosse addirittura appoggiato solo su uno o due perni di fissaggio della stessa fusoliera, senza altri "fronzoli"...considerati "inutili"...
Sono andato a controllare le vecchie "istruzioni"... ed in effetti hai ragione !
Ma aggiungo che simili scelte costruttive e di impostazione dei kit, non contraddistinguevano solo la Revell, ma ricordo che anche l'Airfix le aveva adottate in parecchi modelli similari.
Per tornare al kit dello Spitfire che sto trattando, qui la Revell un abbozzo di cabina, seppur minimale, ridotto all'osso, cioè a pavimento e seggiolino...almeno ce lo ha messo !
Un saluto a tutti.
Riccardo.