Considerazioni sul catalogo 1960



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Considerazioni sul catalogo 1960

Messaggioda hiawatha » 8 lug 2014, 19:26

Stavo riguardando il catalogo 1960 (in realtà datato Gennaio 1961) e mi farebbe piacere avere il vostro parere su alcuni dubbi che mi sono sorti, anche riallacciandomi alla piacevolissima discussione sulla numerazione e sui suffissi.
In seconda di copertina c'è l'elenco degli impianti completi: per tutti l' Articolo corrisponde al prezzo di vendita, tranne uno. Chissà perché. Pagina 1, Art. 3001: Qualcuno l'ha mai vista con il ruotino del carrello italiano di piccolo diametro?
Pagina 2, Art. 9024: Già pochi mesi dopo viene rinumerata 9101 con aumento di prezzo. L'Art. 9024 sarà riutilizzato nel 1965 per la carrozza Corbellini.
Pagina 3, Art. 2002/B, Bagagliaio bicolore.. in realtà non è bicolore. E' stato prodotto anche in verde vagone.
Pagina 4, Le cisterne con i mancorrenti metallici hanno avuto vita brevissima. Pagina 7, Articoli 2060, 2061 e 2062 in gomma.
Qualcuno li ha mai visti o li ricorda?
Accorrete numerosi!
hiawatha

 
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Re: Considerazioni sul catalogo 1960

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 9 lug 2014, 0:58

Con Dario (Daromany) abbiamo appena appurato la cripticità dei codici Lima (soprattutto negli anni Sessanta).
Quindi, pur essendo consapevole di non possedere verità assolute, azzarderò delle ipotesi, almeno sui primi quesiti.
Non credo che i codici degli impianti completi (pag.2 catalogo 1960) si riferiscano al prezzo di vendita. Penso che la corrispondenza (codice-prezzo) sia meramente casuale.
Vedo che gli articoli ( le locomotive e in parte carrozze e carri) sono catalogate in tre gruppi : 9000, 3000, 2000
codici 1960.jpg
Gruppi codici (incolonnati):
Novemila.............Tremila.................Duemila

Ritengo quindi che i codici degli impianti completi ricalchino i codici dei rotaboli ( o almeno la locomotiva) compresi nellimpianto stesso.
Quindi non mi preoccupa il treno 9001 venduto a £ 5.500, semmai mi preoccupa l'art 1500 che non ha riscontro nei codici rotabili (non c'è una locomotiva art.1501). Ma visto la scarsa coerenza sui codici, che abbiamo (con Dario) verificata in altra sede, non mi meraviglia la decisione di derogare alla regola su esposta, per codificare lo start set, con un numero più basso di catalogo che esprima la "piccolezza" della confezione.
Per quanto riguarda la locomotiva 3001 non ho mai visto quel modello con il primo asse con ruote piccole: è già abbastanza brutto come appare nel catalogo del 1961 :-x (x) . Inoltre penso che con le ruotine piccole l'anteriore (già "ballerino") sarebbe troppo alleggerito e non terrebbe le curve. Quindi o non lo hanno mai prodotto così, oppure lo hanno ritirato subito.
.....AVANTI UN ALTRO! :lol:
Cordiali saluti da Oliviero
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Re: Considerazioni sul catalogo 1960

Messaggioda Dario Romani » 9 lug 2014, 9:11

Ecchime, sor mae' [09.gif]
Allora, la loco art. 3001 come illustrata è senz'altro da ritenersi un prototipo ante-produzione.
Poi hanno sostituito l'asse piccolo con uno grande per avere uno schema di rodiggio D (0-4-0), fermo restando un asse motore.
Voglio precisare che al tempo avevo dieci anni ed era mio padre a comprare i treni, e mi faceva la sorpresa portandoli a casa :smile:
Di queste locomotive ho posseduto la 9021 però da start-set (venduta, pur disastrata, ad un amico che me la chiese).
Passo ora al materiale rimorchiato a carrelli:
ho posseduto gli articoli 9022, 9023, 2002, 9031, 9032, 9035, 9036 come illustrati.
Lima_60B.jpg

Lima_60A.jpg

Tutti questi carri e carrozze erano penosamente funzionanti a causa dei loro carrelli con: fianchi interni di metallo forati, ruote in plastica o in lega metallica su asse d'ottone.
Mio padre riuscì a farsi cambiare i carri con altri della generazione successiva con carrelli ed assi in plastica a punte coniche, sostituiti più tardi da assi Rivarossi.
Quanto ai fabbricati, mio padre non giudicò di comprare gli articoli 2060, 2061 e 2062 ma solo il serbatoio 2063.
I carri cisterna con i mancorrenti metallici per me erano più belli del carro Rivarossi Poz con cisterna che mi pareva raffazzonato.
Anche se non si capisce come ci si dovrebbe arrampicare su un carro siffatto, mancando le scalette fino ai mancorrenti :shock:
Carri a due assi:
ho posseduto gli articoli 2008/A, 2102/M, 2012, deludenti anche questi nel funzionamento. Ho sostituito poi i telai con altri Lima.
+ Ciao da Dario Romani
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Re: Considerazioni sul catalogo 1960

Messaggioda Dario Romani » 9 lug 2014, 9:45

Quanto ai carrelli su questi carri e carrozze, ne abbiamo già discusso qui.
viewtopic.php?f=117&t=3762&start=10&hilit=carrelli+carrelli+Lima
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Re: Considerazioni sul catalogo 1960

Messaggioda Dario Romani » 10 lug 2014, 19:53

(I) Mi è venuta in mente un' idea che non so quanto sia giusta.
E parto dalla constatazione che le locomotive erano di stampo tedesco, pur essendoci stranamente un tender a tre assi italiano.
E quando ho potuto vedere i modelli di Otello Brunetti che giravano sul suo plastico "trecento treni" in lascito alle FS, mi sono stupito: "Toh il sistema di aggancio è come il vecchio LIMA, cioè gancio da un capo, occhiello all'altro capo".
Ma il vecchio BISAZZA, quando ha deciso che la LIMA si sarebbe imbarcata nei modelli di motoscafi e poi di treni, a chi si sarà rivolto?
Il Brunetti era un modellista prominente, ed aveva i suoi contatti anche internazionali, in particolare con la "Deutsche Eisenbahn-modeller Verband der DDR" ( Federazione Modellisti Ferroviari della Germania Est),
La DEMV forniva vari materiali e semi-lavorati ai modellisti mettendoli in grado di costruire un plastico in maniera diversa o totalmente opposta dal "commerciale" dell' Occidente.
Io penso che tramite i buoni uffici del Brunetti, la LIMA sia riuscita a mettere in piedi la fabbrica di trenini che i Tedeschi dell' Ovest temevano di più, quella del fermodellismo di massa, e dall'esperienza della LIMA ci sono riusciti pure i Tedeschi dell'Est.
Stravagante o affascinante ipotesi? :mrgreen:
+ Ciao da Dario Romani
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