Carrelli motori RR



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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda andrea_fs » 6 ago 2020, 8:57

Ciao, attendiamo con interesse i tuoi scritti. Il 424 ritengo sia del '54 perché ha già la cassa con i finestrini più piccoli, leva e porta spazzole a vista, ma ha i respingenti in alluminio e non bruniti, l'avevo smontato per invertire il senso di marcia, ne avevo parlato in un altro post. Sui carrelli...la maggior parte delle mie macchine, più o meno datate, nelle varie evoluzioni che hanno avuto, da quelli in zama, passando per quelli con i cuscinetti a sfera, sino all'E447 o a quelli rivettati (folli, in tutti i sensi) dell'E656 hanno avuto problemi, al contrario delle locomotive, zero, a parte qualche biellismo da rimettere in fase, ma solo su quelle che ho acquistato sulla baia, spesso vendute ad un ottimo prezzo proprio per questo motivo, in quanto letteralmente bloccate (big boy, 940). Quelle che ho dall'infanzia (691, 835, 851), sono ancora perfette. Qualche anno fa ho dovuto cambiare l'asse con l'ingranaggio della 625 124 di mio fratello, primi anni '60, quanta strada ha fatto, poverina, con poca manutenzione, è tornata perfettamente in forma, ciao a tutti. Andrea
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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda andrea_fs » 6 ago 2020, 15:39

Ciao, giusto per far vedere il 424 rimontato, nel suo splendore (ancora insieme al 626 verde e due bomboloni sullo sfondo). Certo, la primissima serie la trovo ancora più bella, (con quei finestroni...), ma mi reputo già fortunato così, ad averla trovata in un banchetto una quindicina d'anni fa, ad un prezzo più che accessibile. E' pressochè intonsa, con scatolo e tagliando di collaudo, funziona come un (pesantissimo) orologio, ciao. Andrea
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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda 3-nino » 6 ago 2020, 22:30

Proprio bello il 424. Ed anche il resto, compreso il filobus sicuramente in garage. Tornando al carrello RR: questo aveva un vizietto dovuto alla sua progettazione. La vite senza fine, era inserita con ridottissimo gioco tra la piatrina ferma assi ( che portava la bussolina dove, a misura, alloggiava la coda cilindrica della vite), ed il foro sul cielo del carrello dove si inseriva con pochissimo gioco la testa della vite stessa. Due sottilisimi anelli di acciaio sopra e sotto la vite (rasamenti) riducevano il gioco e limitavano l'attrito tra la vite, la piastrina e la zama del carrello mantenendola nella giusta posizione di lavoro. Se il gioco era ancora eccessivo si inserivano più anelli , usati come spessori. La vite faceva parte integrante del carrello. Al punto che questo era trattenuto dalla VSF appeso al motore , tramite il grano che attraversando il collo della vite si avvitava nel foro filettato ricavato nell'albero motore. Per quanto precise le lavorazioni, il sistema induceva attriti importanti tra la VSF e le sedi del carrello dove questa poggiava. Insomma, la VSF si trascinava dietro il carrello secondo il senso della sua rotazione. Non è un caso che RR prevedesse una finestrella ad arco di cerchio nel telaio dove inserire un fermo fissato sul carrello per contenere questo effetto. Ovviamente all'aumentare degli attriti, sia quelli dovuti agli ingranggi, che quelli delle sedi dove alloggia la VSF, l'effetto di rotazione del carrello trascinato dalla vite si fa più forte, e ciò che più conta è continuo e non solo allo spunto. Se si aggiungono anche minime deformazioni della zama, l'insieme origina simpatiche evoluzioni. l' apoteosi è quella del frullino o ventilatore quando il carrello si mette e girare furiosamente a ruote rigorosamente ferme. Arrivativi qua si puo solo sostituire il carrello. Ovviamente questo difettuccio tipico del sistema RR ( marklin,Fleischmann, Athern , trix, non ce l'hanno per la diversa meccanica), costringe a mantenere un forte zavorramento dei modelli, e a farli spimgere dal carrello motore. infatti se il carrello traina, il cabraggio di cui abbiamo parlato viene esaltato dal "sovrasterzo" costruttivo che caratterizza questo sistema, accentuato dagli eventuali attriti crescenti. Scambi, binari posati sportivamente, dislivelli anche minimi possono favorire la risalita del bianario da parte di una ruota spinta in fuori. Disastro! Il carrello appeso al motore tra mite la VSF è il problema ma RR, pervicacemente, non vi rinuncia, ed escogita un lambiccatissimo sistema per attenuare il problema - non risolverlo-. Di questo parleremo nella prossima puntata. 3-nino
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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda E646 » 7 ago 2020, 0:40

Buonasera, così come Lei non rispondo non per presunzione ma perchè sono un appassionato di RR dal 1962.......!!!!!! Oltretutto diverrebbe uh discorso antipatico!!!!!!!!!!!!!! Saluti.
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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda 3-nino » 7 ago 2020, 15:38

non ho capito E646 a chi e a cosa si riferisca. Se appropriati vanno benissimo anche i discorsi antipatici. Torno alle mie elucubrazioni sul carrello RR alle soglie della sua prima evoluzione del 60/61. Un inciso per Andrea: come accennavo all'inizio di queste chiacchere sui carrelli, i vincoli del sistema rivarossi erano molto più condizionanti sui carrelli dei locomotori che non per le locomotive e la trasmissione del moto tramite bielle. Le divagazioni sulla 625 del 59 fanno parte delle chiacchere del Forum, anche se si allontanano dall'oggetto aperto. Sono convinto che RR abbia fatto la scelta giusta sulle locomotive, modellisticamente più belle, e complessivamente affidabili a costi di produzione decisamente più contenuti che per i concorrenti, in particolare tedeschi, al prezzo di una maggiore delicatezza costruttiva e attenzione manutentiva. Chi non è cieco si rende conto che un marklin o fleischmann o trix anni 50/60 messo sui binari riparte senza problemi. lima, la versione povera di Fleischmann , riparte quasi subito, RR ha bisogno di qualche attenzione in più. Io continuo a collezionare RR e penso sia bellissima la sua produzione, geniale, e molto italica per come se la cava in situazioni in cui talvolta si è cacciata. Con i tedeschi non c'è nessun brivido, nessuna particolare curisità. In quegli anni oggetti bruttini ma TEDESCHI. I brividi appaiono negli anni 70. Max , mi sembra, si è accorto che la BR 18 MK ha le bielle motrici. Fleischmann motorizza i tender, che Rossi giudicava orribili. Anche RR arriva ai tender motori peraltro con poca fortuna tra zamac, cinghie di trasmissione invece di ingranaggi etc. Tempi e costi presentano a tutti il loro conto. Bene ! Il carrello in zama giunge al capolinea. Come dice andrea, le locomotive ripartono anche se vecchie, ( aggiungo: quelle dalla B&O saltando la 740, per poi arrivare a quelle degli anni 60) ma 7/8 volte su dieci i locomotori sono fermi per la zama ma non solo.
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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda andrea_fs » 7 ago 2020, 16:01

Ciao, anch'io non ho capito l'intervento precedente, concordo con te, da appassionato RR, su tutto, buona giornata. Andrea
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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda 3-nino » 7 ago 2020, 17:22

perfetto. eravamo arrivati al 60/61, con RR che decide di aggiornare e migliorare i suoi modelli. Per i locomotori approdati al polistirolo per cassa e telai, resta ora da intervenire sul carrello motore aggiornandolo,fermo restando il motore, la vite senza fine e i telai da poco messi in produzione. Si introduce anche per i carrelli un profilato metallico ad U come sede per gli assi gli ingranaggi e pignoni, ed anche per la VSF. Analoga scelta è stata fatta per tutte le locomotive a partire dalle 740 del 57 passando per la 625 e per le revisionate B&O con e senza tender; solo le piccole 2 assi e la 835 restano con il telaio in plastica.Il telaio del nuovo carrello viene annegato in un guscio di polistirolo con riproduce anche le fiancate, il guscio di plastica, con le opportune modifiche costituisce anche i carrelli folli. RR peraltro non rinuncia alla VSF come parte integrante del carrello. E' vero che non sarà più la vite senza fine, tramite il grano filettato ad appendere il carrello al motore. Ed è indubbio il vantaggio costruttivo delle fiancate ricavate direttamente nello stampo del carrello esterno, senza vederle penzolare ai lati della zama stanca del vecchio carrello. Ma il problema degli attriti alla rotazione della VSF, che pure si vuole ovviare, viene risolto in um modo talmente cervellotico, da definirlo giapponese: Il collare del motore si allunga e inguaina l'albero fino all'inerno dell'asola predisposta nel collare riportato e fissato con una coppiglia al telaio metallico del carrello. L'albero motore si innesta nella sede predisposta all'interno della VSF. 18- dico diciotto- pallini e una rondella di rasamento collocati sulla testa della VSFchiudono il sistema. Una molletta ad U trattiene il carrello al suo posto inserendosi in due tagli laterali del collare e stringendo il naso allungato del motore. Sotto i pallini sono 5 e lavoraono tra il bicchierino ricavato sulla coda della VSF e la sede inserita nella piastrina ferma assi. Questa dispone di una vite di registro e controdado per regolare "a misura" la scorrevolezza del sistema. Che dire, i carrello ovviamente migliora il suo comportamento rispetto agli attriti indotti dalla VSF, che ora lavora su cuscinetti a sfere. Peccato che la piastrina fermatutto è avvitata con viti auto filettanti al polistirolo del falso carrello. E' sufficiente una deformazione dei piani di lavoro dei cuscinetti per ottenere attriti in crescita, con la difficoltà di lubrificare un sistema così delicato. Se un arresto brusco produce la fuoriuscita di un pallino, per il povero bambino sono guai , se il sistema ha qualche impuntatura le sedi delle viti si spaccano e addio pallini. Ma il bello è che il problema di separare la vite senza fine dalla struttura del carrello non è stato risolto. alla prossima 3-nino
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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda andrea_fs » 7 ago 2020, 22:08

Ciao, quindi sopra i 18 pallini, prima d'inserire la VSF nell'albero motore, c'è una rondella? Mi sa che l'ho omessa nella trasformazione di un Le646 prima serie, carrello distrutto in zama, ad uno "a pallini", recuperato da un rottame di 424, ecco perché non è fluido come dovrebbe, sicuro però che ci sia la rondella?
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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda 3-nino » 8 ago 2020, 14:42

Ciao Andrea vedo che sei affascinato dal carrello a pallini. No ! la rondella di acciaio c'è, ma nel posto dove meno pensi sia. la VSF ha una coda cilindrica alta 4mm circa attraversata da un taglio a tutta altezza e largo 3mm circa. Al disotto della coda si sviluppono a tutta larghezza le eliche della vite, larga 6mm circa. La vite è in ottone. i cuscinetti lavorano su acciaio. Quindi un collare cilindrico abbraccia la coda della VSD chiudendo la sede dove poi alloggerà la punta sagomata a diedro dell' albero motore. Questo collare porta sulla testa la sede controparte del cuscinetto a diciotto palline, ovviamente è forato per accogliere la punta dell'albero motore. La rondella sta tra la VSF e il collare del cuscinetto che abbraccia forzato la coda della VSF. La rondella chiude in alto le spirali della vite e riduce lusura della sede dove agisce l'albero motore. A riguardo ,ricordo che Civelli ha descritto anche il carrello a pallini nel forum, elencando minuziosamente i suoi componenti , ma purtroppo senza dare le motivazioni tecniche delle scelte. Penso quindi che tu non abbia sbagliato niente. Il collare cuscinetto non si sfila facilmente dalla VSF e quindi la rondella dovrebbe essere al suo posto. Come si può capire, trovo questa soluzione tecnica di RR affascinante, persino elegante nella sua complessità. Un virtuosismo notevole peraltro incapace di risolvere il problema del carrello frullino. Mi sono sempre chiesto perche nel 424 rr ci fossero le scalette frontali quando addirittura mancavano le lenti ai fanali. Mi è stato chiaro quando un carrello a pallini un pò indurito di un 424 rr ( venduto sprovvisto delle scalette centrali), ha perso le scalette metalliche lato motore. Effetto frullino! Personalmente godo quando devo mettere le mani su un ' orolegeria -bella in se stessa- anche se di dubbia utilità. Credo che però RR e i suoi clienti non abbiano gradito tanta meraviglia. 3/4 anni dopo il nuovo eccezionale carrello del catalogo 61/61 viene sostituito da un'altra innovazione sicura ed affidabile; Già il catalogo del 64/65 esibisce con la Krauss Maffei e la 668 ,il nuovo sistema, carrello con forcella, che effettivamente risolve abbastanza semplicente il problema, per quanto risolvibile, trattandosi ancora di vite senza fine. La VSF finalmente ritorna ad essere portata dall'albero motore e viene annegata nel carrello senza trattenerlo. Il carrello con la forcella è tratte3nuto del collare del motore che antra in quello del carrello. La VSF deve solo mettere in rotazione i pignoni e non induce nessun attrito diretto sul carrello. Ovviamente se le ruote si bloccano il carrello accenna a girare. ma non frullerà più come prima. Almeno si spera. 3-nino
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Re: Carrelli motori RR

Messaggioda andrea_fs » 8 ago 2020, 19:29

Ciao, le scalette, geniali, bloccano gli eccessivi movimenti laterali del carrello, precedentemente questo compito era affidato alla vite che s'infilava nel telaio metallico, isolata con una rondella, e che si avvitava appunto nel carrello. Già, decisamente affascinato, considerata l'epoca della quale parliamo. Ma avendoci messo le mani di recente so bene quanto sia complicato trovare il giusto assetto dell'insieme motore/carrello. Partendo da un rottame di un 424 ho recuperato rotore, VSF, carrello, trapiantandoli sul 646, al posto di quello in zama ormai distrutto. Ma il carter di recupero era deformato e privo delle alette laterali che facilitano il corretto inserimento, la sede della vite di regolazione allargata, fortunatamente gli ingranaggi erano ancora buoni. I pallini, 10 + 5 per il motore, 18 + 10 per il carrello, stecchini e grasso, ho avuto il mio bel daffare, viste le premesse, ho dovuto montare, rismontare, imprecare, raccattare pallini sparati all'interno e all'esterno del carrello, diverse volte, prima di trovare l'assetto ottimale. Ovviamente facilitato da internet, e qui mi metto nei panni di chi assemblava il tutto in fabbrica e ancor più in quelli di genitori e figli disperati, di fronte ad un carrello bloccato, magari a causa di una periodica (ed incauta) lubrificazione. E lì non c'era molto da fare, niente forum e fotografie,
loco in assistenza, dal (o tramite) il negozio di fiducia. Così i pallini ebbero vita breve, motori e carrelli, come ricordavi, costosi in termini di tempi di assemblaggio e difficoltà di manutenzione. Ciò non toglie che a parte le creature di Pocher, a parer mio, in quegli anni ruggenti Rivarossi ha sfornato le soluzioni più affascinanti nel fermodellismo, non sempre coerenti ed efficienti, ma geniali. E soprattutto da esse io colgo la passione che veniva messa in questo lavoro, da parte di tutti, dal fondatore al collaudatore, dal tecnico al montatore. Un Marklin (ne ho qualcuno, versioni Hamo in c.c.) o un Fleischmann, impeccabili, senza mai il minimo difetto, che ti partono alla prima dopo trent'anni, non potranno mai trasmetterti tutto questo. Mi sono un po' dilungato, buona serata a tutti. Andrea
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