da Giorgio » 8 feb 2010, 23:14
Pubblico quanto mi scrive l'amico Aldo:
cerco, per quanto posso, di dare il mio contributo al "mistero" del "superinversore RR", con un paio immagini dei dispositivi di inversione ("inversori").
Le immagini (fig.1) mostrano le differenze tra un inversore di prima generazione, anni '48-'51, circa, (v. Cataloghi 1948, elencato e illustrato alle pgg. 29 e 30 e 1950, pg. 17 B, parti di ricambio, con la sigla SL 37 "Relais d'inversione") e il "superinversore" di seconda generazione del 1952. Il Catalogo 1952 a pg. 2 B, tra l'altro, recita: "Novità sensazionale! Dal principio dell'anno 1952 le locomotive della "Serie Blu" sono dotate del nuovo "SUPERINVERSORE RIVAROSSI" brevettato nei principali Paesi del mondo. ...omissis.... La RIVAROSSI è veramente fiera di poter presentare in esclusiva assoluta questo nuovo ritrovato cui è giunta dopo lunghi studi e accurate prove, superando così quanto fatto finora da altri."
Nel Catalogo Ricambi 1954 quest'ultimo è elencato alla pg. 9 con la sigla SFN 757, al prezzo di Lit. 2.000 e illustrato a pg. 10.
Come molto chiaramente riportato da Talgo49 nella spiegazione sul forum, l'inversione avviene in due fasi: col primo impulso, il commutatore-distributore, ruotando di una frazione di giro, scollega il motore e le luci (collegati elettricamente alla bobina dell'elettromagnete) e la macchina si ferma, col secondo, li ricollega invertendo i fili di alimentazione del motore, che ruoterà in senso inverso (e nel caso di macchine simmetriche post 1952, anche l'inversione delle luci). Per quanto l'impulso sia di breve durata, ritengo che l'inerzia dell'asta con "forcella" (che attratta dall'elettromagnete fa ruotare la ruota dentata col relativo commutatore-distributore) e la sua corsa fan sì che il tempo di sovralimentazione dell'elettromagnete (ma anche del motore e luci) sia sufficientemente lungo a produrre il tipico sobblalzo e il "flash".
Premetto che, mentre conosco i suddetti effetti del "normale" inversore (avendo una macchina così equipaggiata), non ho esperienza degli effetti sul funzionamento del secondo (lo posseggo soltanto come "pezzo").
Non avendo schemi, cerco di ricostruirne il funzionamento empiricamente.
Come si può osservare, nel "superinversore" (fig.1, in primo piano) è presente una coppia di contatti, del tutto simile alle "puntine platinate" dei vecchi spinterogeni. Uno di essi (quello col filo isolato da una guaina verde di tessuto) è solidale (e quindi mobile con essa) con l'asta a "forcella" ed è collegato elettricamente, tramite la piastra di supporto, al commutatore-distributore; l'altro è fisso ed è collegato elettricamente (fig. 2) a uno dei terminali (quello verde di fig. 1) della bobina dell'elettromagnete.
A questo punto, ignoro dove vadano collegati i vari fili che si dipartono dal commutatore-distributore (basterebbe, tuttavia, fare dei tentativi con una macchina).
Applicata la sovratensione ai terminali della bobina, appena l'asta inizia la propria corsa, istantaneamente si apre il contatto, scollegando così motore e luci, mentre la detta sovratensione continua ad agire sull'elettromagnete per tutto il tempo necessario a terminare il proprio lavoro di commutazione. In tal modo, considerando l'inerzia del motore e/o della macchina, il sobbalzo dovrebbe essere completamente eliminato.
Spero di essere riuscito nel mio intento. Comunque, nello spirito del forum, se qualcuno avesse maggiori conoscenze, per favore, rettifichi e/o completi quanto riportato.
Aldo
P.S.: Ho fatto una prova applicando un voltmetro ai terminali della bobina: con la sovratensione, come intuibile, l'indice "balza" violentemente a 25-28 V per tornare poi a 0; collegando il medesimo a un terminale della bobina e a uno dei fili provenienti dal commutatore, l'indice mostra un sussulto di durata talmente breve, da non superare, per la propria inerzia, i 3-5 V. Brava Rivarossi!!!!!