per consolarci un pò...



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Potete utilizzare questa sezione per chiedere informazioni sul materiale fermodellistico, case che producono un particolare oggetto che vi serve e per condividere con tutti un particolare accessorio che avete trovato e che può venire utile a tutti coloro che hanno intrapreso una "avventura" modellistica.

per consolarci un pò...

Messaggioda Massimo » 27 gen 2012, 17:30

scarico dalla rete la foto di una loco "storica" Fleischman.
Il modello rappresenta una switcher americana (x) ricavata semplicemente applicando una decal (o una tampografia) sui cassoni dell'acqua, aggiungendo una campana ei i mancorrenti in metallo, riportati (dunque senza modifiche di stampo ma con interventi di forature manuali sulla cassa) e non colorando di rosso le gole del biellismo.
In realtà si tratta della BR 80, uno dei tre primi modelli FLM (BR 80, BR 01, E 44) e risalenti al 1952. Facciamoci coraggio dunque ripensando alla nostra 835 mascherata da americana... evidentemente il mercato americano faceva gola a tutti e si cercava ogni espediente pur di vendere, ammortizzare i costi ed entrare nello sterminato e ricco mercato americano!
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Re: per consolarci un pò...

Messaggioda Massimo » 27 gen 2012, 17:37

e qui con la sua scatola...

e devo dire che, almeno nella ripresa di 3/4 dall'alto, assomiglia un pochettino (ma tanto pochettino) alla cara Dockside!
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Re: per consolarci un pò...

Messaggioda Massimo » 27 gen 2012, 17:52

e qui una BR 24 FLM in versione americana (x) semplicemente colorando le ruote in nero, non colorando il biellismo in rosso ed aggiungendo un tender "all'americana".
Proprio come accadde alla nostra Gr 740... ma devo dire che l'eleganza dei modelli RR era straordinaria rispetto alla greve pesantezza della produzione (di allora) della casa di Norimberga, che non ha nemmeno tolto i teutonici spartifumo e non ha nemmeno aggiunto un number road...
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Re: per consolarci un pò...

Messaggioda Antonello Lato » 28 gen 2012, 0:39

E lo stesso chassis della Br80 venne utilizzato per realizzare la 'caffettiera' simil T3 lasciando il biellone sul terzo asse
anziche' sul secondo, tralasciando il diverso sistema di distribuzione.

Bocca buona da parte dei modellisti di allora, bocca buona che ritrovo anche nelle recensioni di Italo Briano riguardo FLM
sui primi numeri di Italmodel.

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Re: per consolarci un pò...

Messaggioda Massimo » 28 gen 2012, 10:22

Sono ancora oggi stupito dalla leggerezza dei fermodellisti di allora (me compreso :-( ) nell'accettare simili fantasiose elaborazioni.
Devo dire però che al tempo le informazioni importanti di confronto (figurini, disegni quotati, foto) erano di difficilissima reperibilità e solo le rare riviste di settore pubblicavano qualcosa.
Ci si fidava enormemente della casa produttrice, confidando che essa stessa si fosse documentata a sufficenza prima di produrre un modello.
La BR 80 e la pseudo T3 montavano lo stesso telaio e biellismo con la stessa disinvoltura con cui tutti gli altri produttori cercavano di sfuttare al massimo gruppi di motorizzazioni per produrre più modelli. RR fece lo stesso con il gruppo carrello-motore per creare la prima dockside, le FNM 2002 ed il 626.
Un pò di ignoranza da parte dei fermodellisti, una certa faciloneria industriale nell'offrire più modelli possibili al minor costo raggiungibile, hanno però permesso, tra gli anni '50 e '60 di estendere il fermodellismo ad un pubblico vastissimo e creando le premesse di un mercato sempre più ampio e consapevole.
Alla fine, e nonostante tutto, i fermodellisti FLM potevano disporre, nel loro deposito locomotive, di ben due modelli, ottenuti in poco tempo e con la minor spesa. La BR80 si incaricava di comporre convogli, nello scalo merci, per la piccola T3 che trainava piccoli convogli passeggeri e merci a due assi mentre la BR01 era agganciata a treni espressi. Dopo tutto esisteva almeno un piano industriale logico e produttivo.
...dunque viva il fermodellismo!...
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Re: per consolarci un pò...

Messaggioda Dario Romani » 28 gen 2012, 15:35

Un altro punto che favoriva l'export di tali modelli americanizzati era di carattere "nostalgico", per i tedeschi immigrati in America, e l'assenza dei respingenti in questi modelli denotava anzi una certa integrazione nel nuovo mondo. E ci sono state pure le versioni delle BR 01 e 41.
Verso la fine anni sessanta Fleischmann rese disponibili gli agganci NMRA/X2F a "CLIP", cioè a inserimento diretto sugli originali.
Altresì era possibile far saltare il perno dell'aggancio e montare nella fessura gli agganci KADEE No.5, vedi link :
http://kadee.com/conv/pdf/f105.pdf (serve adobe reader - siete addobbati? si).
Un altro modello particolare è stato il locomotore elettrico Co'Co' della New Haven, ottenuto con la semplice applicazione della livrea NH al locomotore olandese gruppo 1200, riprodotto questo anche da Lima e da Maerklin.
Insomma le Case Europee hanno cercato dopo Rivarossi di inserirsi sul mercato americano anche con modelli "free-Lance".
Ciao da Dario Romani
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Re: per consolarci un pò...

Messaggioda Talgo49 » 29 gen 2012, 0:54

Non sono assolutamente un esperto di Fleischmann, ma credo che il rapporto tra Fleischmann e gli USA meriti alcune considerazioni di carattere "storico" che non si limitano all'intenzione di un fabbricante di accedere al mercato USA. Tutto risale all'immediato dopoguerra, seguito per molti anni dalla cosiddetta "guerra fredda"; in quegli anni abbiamo centinaia di migliaia di Americani vincitori che si trovano in una Germania sconfitta ma desiderosa di risorgere con la sua produttività tipica, tra cui i "giocattoli". Che cosa poteva spedire a casa un miltare USA di stanza in Germania ai propri ragazzi se non un rinomato trenino? E questo indipendentemente dal fatto che detto militare fosse appassionato o meno di fermodellismo?
Fleischmann è probabilmente la prima che cerca di sfruttare questo potenziale mercato, ecco che allora si hanno molti modelli Fleischmann marcati "made in US Zone Germany" che arrivano negli USA , indipendentemente dal fatto che essi rappresentassero originali americani o europei.
Mi sembra corretto dire che, dopo agli iniziali adattamenti di modelli europei, Fleischmann è poi passata ad una produzione di modelli di locomotive e carri americani più decisamente corrispondenti al vero e, considerati i tempi, decisamente di più che buona qualitò e aderenza al vero.
Sarebbe interessante comparare, nei tempi corretti, la produzione americana di Fleischmann, Rivarossi, Maerklin, ecc. ma questo ci porterebbe fuori tema... (x)

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Re: per consolarci un pò...

Messaggioda roaringanna » 29 gen 2012, 4:22

Le argomentazioni di Talgo sono assolutamente ineccepibili.
Ho letto da qualche parte che alla fine degli anni '40 i militari USA stanziati in Germania erano 500.000 (si', mezzo milione!) e per di piu' abbondantemente provvisti di danaro e pronti a spenderlo per comprarsi un trenozzo per se' o per i propri figli quando tornavano a casa in licenza (a differenza dell' uomo della strada che in Germania come altrove aveva in quegli anni esigenze molto meno futili).
Vi rendete conto? Non c' era neppure bisogno di un importatore o di una rete di vendita negli States (cose che furono comunque fatte in seguito): il cliente era gia' li', davanti alla vetrina...
FLM inizio' in H0 nel 1952 con BR01, BR80 ed E44, e nel 1953 c' era gia' la 01 americanizzata con mancorrenti, cowcatcher e faro nella caldaia (ancora col tender tedesco). In rapida sequenza seguirono le BR80 (Switcher), BR24 (Mogul) e BR41 (Mikado); e delle derivate da T3 o dalle piccole economiche in plastica da start-set e' meglio non parlarne neppure...
E che dire delle carrozze a carrelli in latta litografata - modelli DB o SJ disinvoltamente offerte in colori UP, PRR e NH? Tutte cose evidentemente considerate piu' che accettabili per gli standard dell' epoca, prova ne sia che nel 1956 un set (4 pezzi) di queste ex-DB in livrea NP fu prodotta per Penn-Line che le abbino' alle sue motrici F3 A e B.
In definitiva, gli unici modelli di FLM rigorosamente ispirati a prototipi USA furono la 1340 - Baldwin V1000 (1955), 1341 - Alco FA (1956) e 1343 - EMD F7 (1961) + relative rimorchiate, oltre al tender a carrelli (modello unico!) che da fine 1953 in poi equipaggio' qualunque cosa (Mogul, Pacific, Mikado) richiedesse un tender...
E quindi non e' proprio il caso di meravigliarsi (ne' tanto meno di vergognarsi) delle varie Erie, Dusty, DA, BL A, Consolidation o (all' incontrario) L 221.
Quelli erano altri tempi, le cose andavano cosi' con buona pace di tutti, e chi e' senza peccati lanci la prima pietra!
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Re: per consolarci un pò...

Messaggioda Massimo » 30 gen 2012, 10:45

e anche Lima ci provò, imitando anche qualcosa di RR.
Perlomeno Lima si impegnò un pò di più nel riprodurre il corpo delle vaporiere, pur avendo fatto, anche lei, aggiornamenti di modelli semplicemente aggiungendo una tampografia.
Ma questo capitò solamente con le loco vapore. Come FLM e RR, il diesel fu sempre progettato ex novo (ma nel frattempo erano passati anche svariati anni ed il mercato richiedeva realizzazioni sempre più smaliziate).
Bisogna dar merito a RR che le FM furono progettate solo e specificatamente per il mercato americano, forse i primi in Europa.
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Re: per consolarci un pò...

Messaggioda Massimo » 31 gen 2012, 15:23

qui Lima tocca il fondo...
carrozze europee (italiane e/o tedesche) ricolorate e ritampografate a proprio uso.
Ma erano già gli anni (credo) '80 ed un'azienda dalla sterminata produzione non doveva scadere così...
Chissà cosa avranno detto gli americani, se le hanno mai viste...
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