Mauro Terrone ha scritto:In realtà cosa vogliamo?
Quale sarebbe il giusto compromesso (come raggio di curvatura) per poter avere un modello che sia ancora da plastico e non da vetrina??
Non penso di poter rispondere a questa domanda ma ricordo che questo problema mi ha infastidito fin dai tempi della scuola media (moolto tempo fa) quando facevo girare sull'ovale interno di RC80 del plastico Rivarossi, solo carri merci e le fantasiose carrozze a due assi
Ciy. Al contrario le "lunghissime"
AZ37 e la carrozza con letti
tipo "P" fatti pochi giri sull'ovale esterno di RC120, restavano sui binari morti o venivano tolte dal plastico. In effetti, in seguito, ho continuato a comprare quasi esclusivamente carri merci e carrozze "corte". Ho sempre amato i locomotori "col soffietto" e per molti anni ho disdegnato gli Etr, proprio a causa delle curve strette.
Una parziale soluzione al problema la forniva la solita Rivarossi negli anni Settanta-Ottanta: Treni in scatola di montaggio venduti senza motore da esporre in bacheca. Motore e luci vendute a parte per l'uso dinamico.
Mi sembra che in questi ultimi tempi il fermodellismo dinamico (stiamo parlando di H0 naturalmente) si stia stabilizzando in due (forse tre) tendenze distinte:
1) Il plastico sociale: se hai a disposizione un garage (e tanti amici disposti a pagare sostanziosi affitti) allora puoi lavorare con raggi (quasi) realistici quindi evviva i supermodelli iperrealisti!
2) Il plastico casalingo tradizionale col vecchio ovale: qui non c'è storia se non ti puoi permettere la sala hobby, già raggi di 60 cm. sono un problema.
2b) [non ho voluto mettere 3] Il diorama-plastico: i treni vanno avanti e dietro su due pareti percorrendo una sola ampia curva posta nell'angolo. Può essere una soluzione (ma non per i miei gusti).
Quelli che sono nel caso 2 (penso siano ancora molti ed io sono tra questi) si dovrebbero rassegnare.
Per concludere penso che non si possa stabilire un compromesso per un raggio minimo, universalmente accettabile, ma (ove possibile) le ditte dovrebbero produrre modelli dotati di accessori intercambiabili a seconda dell'uso che l'acquirente intenda farne, per non perdere una sostanziosa fascia di mercato. Cosa che in passato penso sia già stata tentata.
Oliviero