grande plastico HO-anticipazione notizie



Re: grande plastico HO-anticipazione notizie

Messaggioda fabrizio » 30 nov 2022, 20:15

Ci spostiamo, seguiti da GBz a Wassen

Questa stazione deve la sua notorietà al fatto di essere all’interno di una curva all’inizio della serie di curve elicoidali in salita, buona parte in galleria, che consentono alla ferrovia di raggiungere AIROLO, transitando per Goeschenen ed Andermatt, cioè superando il valico del Gottardo onde scendere nella valle del Ticino. Nel nostro plastico la linea è a singolo binario.
La stazioncina, dotata di ufficio del capostazione con veranda vetrata, ha la pensilina, la banchina ed è ben curata con piante e fiori. Nelle immediate vicinanze, all’interno del tornante, ci sono le case del villaggio e la caratteristica chiesa. Questa, con il campanile, è visibile sempre più dall’alto, e quasi da una medesima prospettiva, all’uscita di ogni galleria, fino quasi a Goeschenen.
Allegati
031_GOTTARDO_verso_Wassen_31 mod rid.jpg
Wassen Gottardo verso Wassen
032_WASSEN_stazione_e_tornante_32 mod rid.jpg
Wassen stazione e tornante
033_WASSEN_Staz_Nucleo_abitato_Galleria_33 mod rid.jpg
Wassen nucleo abitato e galleria
033bis_WASSEN_stazione_e_chiesa f_33bis mod rid.jpg
Wassen Stazione e chiesa
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Re: grande plastico HO-anticipazione notizie

Messaggioda fabrizio » 6 dic 2022, 10:42

Stamani Giovanni "GBz" si spinge fino a Biasca passando per Airolo.
STAZIONE di AIROLO
La località di Airolo,situata ad oltre 1100 m.s.m. fin dal secolo XYIII è stata interessata da notevole e qualificato afflusso di traffico turistico estivo ed invernale, grazie alla presenza di luoghi e strutture atte alla villeggiatura ed allo sport. La stazione ferroviaria supporta tale traffico, ma non solo: trovandosi sulla direttrice Nord-Sud vede scorrere grandi quantità di convogli merci in entrambe le direzioni.
L’ambientazione è invernale, il paesaggio è tutto innevato.

STAZIONE di BIASCA
La stazioncina di Biasca si trova verso il termine della discesa verso il Canton Ticino, ovvero verso Bellinzona e LUGANO. La linea è a singolo binario, Il F.V. ha la veranda vetrata per il Capostazione. La fermata dei treni è solo sporadica.
Allegati
034_GOTTARDO_Vers_Nord_fra_gallerie_34 mod rid.jpg
GOTTARDO dir nord tra le gallerie
035_AIROLO_Fabbr_Viagg_e_Centro_città_35_exposuremod rid.jpg
Airioo F.V. e centro città
035bis_GOTTARDO_Galleria_lato_Biasca_35bis mod rid.jpg
Gottardo galleria lato Biasca
035ter_BIASCA_Stazione_e_Gall_direz_Chiasso_35ter mod rid.jpg
Biiasca Stazione e galleria dir Chiasso
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Re: grande plastico HO-anticipazione notizie

Messaggioda fabrizio » 6 dic 2022, 11:04

GBz, definendoci pelandroni, ci sollecita e ci porta Lugano con il suo lago e poi, raccontandoci le sue vicissitudini nella realizzazione di questa area, a Chiasso.

STAZIONE di CHIASSO
PREMESSA- A questa stazione era stato dato il nome convenzionale di LUGANO, in un primo tempo, quando il grande spazio vuoto sotto Biasca era stato chiuso con un ripiano orizzontale di cartone blu, per creare l’illusione del lago di Lugano che è non lontano dalla ferrovia. Quello spazio vuoto tuttavia era indispensabile per accedere ai fasci di binari da pulire. L’esperienza ha mostrato che la inevitabile e frequente pulizia costringeva ogni volta a rimuovere il cartone, così che il lago scompariva troppo spesso ed il ricostruirlo era una seccatura. Quindi, niente lago ed il nome è CHIASSO.
CHIASSO è località di confine fra le più importanti lungo il sistema alpino, sia per l’enorme quantità di materiale e merci viaggiante da Nord a Sud Europa e viceversa, sia per la disponibilità di vastissimo parco di smistamento, struttura indispensabile anche per le operazioni doganali. Per le merci i controlli vengono compiuti nel parco. Per i viaggiatori c’è la Sede degli uffici appositi per le ispezioni situato circa a metà del piazzale ferroviario: Il treno si ferma, i viaggiatori delle vetture dirette scendono, transitano per gli Uffici ove subiscono le verifiche delle Guardie di Finanza Elvetiche ed Italiane e poi proseguono sul marciapiedi, onde risalire sulle stesse vetture del treno, che nel frattempo si era portato più avanti ed ora è pronto a proseguire il viaggio.
A Chiasso siamo quasi in Italia. Il treno, che arriva da Airolo (Gottardo), ovvero da Nord, viene annunciato come in Italia dal suono continuo di campanello. Entra in stazione dalla Cabina “A” Nord. Se è un treno nazionale svizzero viene avviato sul bin.2; se internazionale, sul primo tratto del bin.4, marciapiedi 4, per la verifica doganale. Nell’attesa che i viaggiatori siano pronti, il convoglio si sposta più avanti, oltre il Posto Doganale. Ora può essere effettuato il cambio macchina: ai classici locomotori elettrici SBB- Ce 6/8 “coccodrillo” (treni merci) o SBB-Be4/6 oppure SBB-Ae 3/6 (treni viaggiatori) si sostituiscono la loco vapore FS-Gr680 o l’elettrico FS-e626. Con l’occasione, Capotreno, poliziotti e addetti alle pulizie provvedono e controllano a che tutto sia a posto. Ora i passeggeri risalgono e, previo rintocco di campana il treno riparte, sempre dal bin.4, verso l’Italia, passando sotto il controllo della Cabina “B” Sud.

LUGANO / CHIASSO dettagli e novità
L’area di plastico relativa alla Svizzera si era rivelata difficile ed anche più complicata del previsto. Secondo la logica preordinata fin dall’inizio, ogni stazione doveva essere completata in tutto e per tutto, prima di proseguire con la posa di ulteriori tratti di linea. Ebbene, per collaudare la Svizzera fu necessario un lungo periodo di sosta per prove, correzioni, aggiustamenti.
Il blocco “Svizzera” copriva un’area di circa 15 mq ed in altezza si sviluppava per 0,80 m dal piano-base del tavolo. Le linee ferroviarie avevano pendenze variabili da 1% al 3%, con una media generale del 2,5% fra le località di base (Basilea, Chiasso) e la sommità (Airolo). La lunghezza complessiva della tratta Basilea-Chiasso sui due versanti (esclusi i parchi/stazione terminali) si aggirava sui 70 ml, buona parte dei quali in galleria. Tale lunghezza non è esagerata. Va tenuto presente che i Fabbricanti di modellini in HO di locomotive – per es. RIVAROSSI – vantano la perfezione dei loro modelli, costruiti con la stessa cura degli orologi. Confermato questo asserto, fra le livellette consecutive ovvero fra i tratti orizzontali e le rampe con pendenza costante si erano dovuti inserire tratti di raccordo curvi sulla sezione longitudinale, come avviene nella realtà. Infatti, senza tali raccordi, col brusco variare della pendenza i carrelli motori avrebbero perso aderenza alle rotaie e, in carenza od assenza di attrito, con o senza biellismi, le motrici avrebbero perso la capacità di trainare.
Trascurando l’aspetto tecnico appaiono preponderanti le complicazioni inerenti la pulizia su 70 m, la manutenzione degli scambi anche se elettrici, il recupero di rotabili deragliati per un qualsiasi motivo. A tutto ciò va addizionata la volontà del vecchio tecnico di rendere difficoltoso il valico del Gottardo (tratta Wassen-Airolo-Biasca) come nella realtà, adottando per le gallerie elicoidali raggi di curvatura di 0,36 m che richiedevano (anno immaginario 1930) l’adozione di locomotori elettrici adeguati, quali gli SBB Ce 6/8 (coccodrillo) o SBB Be 4/6 a bielle., nonché vetture contemporanee, cioè lunghe non più di 20m..
Vecchi disegni di progetti in parte abbandonati, perché troppo laboriosi, mostrano i vari tentativi di conciliare le esigenze e le difficoltà. Ne risultò la necessità di creare qua e là un passaggio d’ispezione (il cosiddetto “passo d’uomo”). Di questi, due erano nascosti dai monti circostanti (Foto in Fig. 6 e 7) ed uno chiudibile con un piano di cartone alla base del versante di Biasca. Risolto il problema dell’accesso per pulizia e del recupero di rotabili deragliati, fu ideato un altro percorso, alternativo e abbreviato, sempre in galleria ma in piano, per i treni più moderni o pesanti. Percorso diretto da Germania ad Italia attraverso Svizzera, su tratta immaginaria Basilea-Berna-Losanna-Briga-Chiasso. Su tale tratta potevano viaggiare convogli di ogni genere, dai più lussuosi e problematici (Simplon Orient Express) ai più moderni e rapidi (Rheingold attuale, TEE Vesuvio) o più lenti e compositi (merci).
La lunga sosta nella costruzione, citata all’inizio, può collocarsi fra il 1998 ed il 2005 e coincise con un periodo di grandi cambiamenti derivanti dall’uscita sui mercati di materiali, tecnologie, prodotti innovativi. In particolare, nuovi led, microprocessori, aggeggi miniaturizzati di ogni genere per le applicazioni più varie. Inoltre, prodotti usciti di produzione e non sostituiti. Ne derivò un riesame generale, poi un ripensamento. Chi scrive pensò di proseguire dal Posto Comando Centrale verso l’Italia con un fascio di cavetti elettrici atti a consentire in questo terzo settore le novità più divertenti e diaboliche, almeno per un ignorante d’elettronica come chi scrive. In assenza di un esperto che realizzas-se certe idee utopistiche (INTERNET non c’era ancora, a chi rivolgermi?) fu giocoforza abbandonare subito ogni velleità. Per esempio, una volta acquistato led bicolori ROSSO/VERDE, ideali per segnali, avevo scoperto che per farli accen-dere giustamente si sarebbe dovuto invertire la polarità di tutto intero l’impianto, a partire da ALTONA. Per crassa ignoranza, era stata trascurata la fondamentale funzione della polarità. Fu deciso di proseguire allora con il sistema iniziale, pur tentando di introdurre migliorie. L’Italia sarebbe stata tutta in pianura, distribuita su un unico grande tavolo accessibile comodamente da tre lati. Pur lontana, sarebbe stata gestibile dal Posto Comando Centrale. La velleità di sperimentazione si sarebbe limitata a costruzioni accessorie.
Allegati
038ter_CHIASSO_Cab_B_Depos_Parco_Sud_Lago mod rid.jpg
LUGANO con il suo lago
036_CHIASSO_ingresso_staz_da_Nord_Svizzera_36 mod rid.jpg
CHIASSO ingresso in stazione da Svizzera
036bis_CHIASSO_Ingresso_Cab_A_e_Parco_Nord_36bis mod rid.jpg
CHIASSO ingresso Cab. A e parco Nord
037_CHIASSO_F.V_e_Mag_merci_37 mod rid.jpg
CHIASSO F.V. e magazzini merci
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Re: grande plastico HO-anticipazione notizie

Messaggioda Worbax » 6 dic 2022, 11:06

Questo plastico mi affascina tantissimo... mi piace per la semplicità (positiva) con cui è realizzato e che è perfettamente nelle mie "corde" quindi potrebbe essere sicuramente per me fonte di ispirazione... e poi sembra davvero enorme!

Anzi... faccio fatica a capirne le reali dimensioni... sarebbe possibile vedere delle foto "panoramiche" del plastico?

E poi volevo chiedere alcune info sui materiali usati per la costruzione... cosa è stato usato per le montagne? E gli edifici sono tutti auto costruiti? con che materiali?

Altra cosa che mi piace sono le diverse ambientazioni... dalla città, alla pianura alla montagna... davvero bello!

Interessati saluti!

-4-
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Re: grande plastico HO-anticipazione notizie

Messaggioda fabrizio » 9 dic 2022, 11:05

GBz ci mostra le dimensioni del plastico che ha realizzato
Allegati
PLASTICO FIG. 1 _PIANTA rid.jpg
pianta scala 2 quadri= 1 metro
DISEGNO PLASTICO  SEZIONE VERTICALE SOTTOTETTO rid.png
sezione scala 2 quadri= 1 metro
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Re: grande plastico HO-anticipazione notizie

Messaggioda Worbax » 12 dic 2022, 10:48

fabrizio ha scritto:GBz ci mostra le dimensioni del plastico che ha realizzato


GRAZIE Fabrizio!

super interessante... non vedo l'ora di vedere altre foto!

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Re: grande plastico HO-anticipazione notizie

Messaggioda fabrizio » 23 dic 2022, 22:19

GBz ci racconta l'arrivo in ITALIA alla STAZIONE di GENOVA Piazza Principe

Generalità circa l’area “Italia”
Premessa – Mentre poco per volta completavo la zona svizzera, ammucchiavo sul tavolo adiacente tutto quanto destinato alla zona italiana…..ed intanto i mesi passavano, e il disordine aumentava. Col trascorrere del tempo, mia moglie si era appropriata di due dei quattro armadi lasciati dal precedente proprietario: ciò le consentiva, nel riordino di cassetti ed appendiabiti, di curiosare bonariamente su come procedevano i miei lavori. Donna ordinata per natura e generosa complice delle mie debolezze, col tempo perse la pazienza e prese a sbuffare finché sulla pila di scatolette, legnetti, cartoni non apparve un cartello con la scritta a caratteri cubitali

La Germania è fatta, la Svizzera anche
“NINO, QUI SI FA L’ITALIA O SI MUORE ! ”. (firmato: la Vice di Garibaldi).

per saggia politica mi decisi a riprendere la costruzione, ora verso la Valle Padana.

Attorno all’anno 2000, il blocco “SVIZZERA” e l’allora costruendo blocco “ITALIA” risultavano separati uno dall’altro di circa 40 cm in quanto appoggiati su due tavoloni diversi, fra loro staccati per motivi di transito. Il tavolone destinato all’Italia l’avevo predisposto particolarmente lungo, largo e piano, alla quota di 75cm. Sull’adiacente bordo della Svizzera, montuosa, v’erano due stazioni, Basilea, a quota di circa 80cm e Chiasso a circa 90cm, Per la giunzione Svizzera-Italia, ci voleva un ponte. Scartai l’ipotesi di gettarlo alla quota 90cm e fabbricai invece una terza serie di rampe elicoidali di raggio maggiorato, a scendere da Chiasso in modo da imboccare il detto ponte a quota bassa di 65cm, così da superare il “gap” di 40cm in posizione coerente col “piano Italia”. Tale ponte (convenzionalmente PONTE PO, lungo 50 cm) lo costruii a doppia struttura rettilinea reticolare robusta, per due binari, tale da contenere nel sottofondo il fascio di cavi per il telecomando della rete di Genova, telecomando attuabile stazionando sul posto comando centrale. Materiale del ponte, stecche di plastica dura, nera, a somiglianza del ferro, ricavate da una gabbietta d’ortolano, opportunamente sagomate ed incollate
Riassumendo, da Chiasso, la linea ferroviaria a due binari correva su viadotto, entrando poi nella galleria “Monte Olimpino” a scendere (sempre su doppio binario) con elicoidi di raggio 40 e 44 cm fino a raggiungere il PONTE PO a quota minima, per poi risalire alla stazioncina di Bressana Bottarone e successivamente ancora in doppio binario verso la piccola montagna, attraversata mediante la galleria dei Giovi. Uscendo da tale galleria, si sboccava sul piazzale ferroviario di GENOVA da cui si diramavano: a) lo smistamento di Rivarolo, b) la stazione e parco di Sampierdarena, e c) centralmente l’impianto F.V. di Genova P.P., parzialmente di testa. Da questa stazione i binari di corsa 2° e 4° rientravano in galleria verso un’ipotetica Pisa, dove c’era eventualità di sosta. Non visibili, essi percorrevano un anello su un piano sottostante, poi risalivano e ritornavano a Genova P.P. sui binari 1° e 3°. I treni destinati alla stazione di testa entravano dai “Giovi” in Genova P.P. venendo nello snodo deviati sui binari tronchi 5°, 6°, 7° ed 8°.
Ora la descrizione è ultimata, con un numero di foto da non stancarvi, nella visione e nella lettura. Più in avanti nel tempo, oserei dire: "prossimmente su questi schermi", la nota che il quaderno, che con Giovanni GBz stiamo completando è pronto e che vedrremo come farlo avere a chi ne farà richiesta. sempre che non sia possibile pubblicarlo sul forum.
Arrivederci presto, ragazzini! Covid permettendo. Ma ce la faremo!
Allegati
047_GENOVA_PP_imbocco_galleria_verso_Nord_47mod rid.jpg
GENOVA RIVAROLO . - imbocco galleria lato nord
048_GE_Rivarolo_Cabina_e_ingresso_parco_48 mod rid.jpg
GENOVA RIVAROLO - ingresso parco smistamento
049_GE_Rivarolo_Parco di smistamento_49 mod rid.jpg
GENOVA RIVAROLO - Parco smistamento
045_GENOVA_PP_Posto_Dirig+Quadro_Sinottico_45 modrid.jpg
GENOVA SAMPIERDARENA - Posto dirigente , quadro sinottico
043_GENOVA_Sanpierdarena_FV_43mod rid.jpg
HENVA SAMPIERDARENA - F.V.
046_GENOVA_Sanpierdarena_Parco_smistam_46 mod rid.jpg
GENOVA SAMPIERDARENA - parco dep. locomotive
050_GE_PP_Raccordi_Parco+Dep_Loc_50 mod rid.jpg
Genova PP. raccordi parco e dep. locomotive
051_GE_PP_Raccordi_area_dogan+ind+Porto_51 mod rid.jpg
Genova PP. Raccordi dogana, industriale e porto
052_GENOVA_PP_Ingresso_Staz_da_Nord_52 mod rid.jpg
Genova PP ingresso da nord
053_GENOVA_PP_scambi_e_raccordi_53 mod rid.jpg
Genova PP raccordi dogana, industriale e porto
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Re: grande plastico HO-anticipazione notizie

Messaggioda fabrizio » 23 dic 2022, 22:28

Il nodo ferroviario di GENOVA
Per la stazione di Genova Principe v’era grande spazio disponibile e, data la ben nota complessità di quel nodo ferroviario, l’occasione era d’oro per introdurre novità tecniche e per creare un ambiente molto somigliante alla realtà. La rete di binari fu arricchita da uno “scambio inglese doppio” manuale e da uno “scambio inglese semplice” elettrico: i due dispositivi, inseriti nel sistema generale di scambi destri, sinistri ed incroci costituivano la chiave per le più complesse manovre. I binari di corsa erano 1°, 2°, 3°, 4°, cui si aggiungevano i binari di testa 5°, 6° , 7°, 8°. Dal nodo si staccavano i due binari 1° e 2° diretti a GE Sanpierdarena, altri due binari diretti allo smistamento ed al deposito di GE Rivarolo (diramazione su 6 binari) ed infine un raccordo diretto al porto ed alla Darsena Petroli. All’imbocco della galleria con gli scambi in direzione di Pisa i quattro binari ebbero in dotazione i relativi segnali a disco rossi/verdi, purtroppo spenti causa l’anomalia di polarità dell’intero impianto (difetto citata nella pagina precedente). Particolari cure per simulare la realtà furono dedicate al Fabbricato Viaggiatori, circa il salone d’ingresso dalla piazza, con colonnato e soffitto vetrato, il varco nell’edificio fra il fascio binari corsa ed i binari di testa; la pensilina speciale del 1° marciapiede dotata di grande vetrata verticale; i quattro marciapiedi principali con pensiline normali, sottopassaggi e salette vetrate di aspetto ad ogni marciapiedi (per le giornate ventose). Il movimento treni era frazionato in due settori: a)- binari di corsa e di testa e b) binari di manovra e di smistamento e poteva essere impartito indifferentemente dal Posto Comando di GENOVA o dal Posto Comando Centrale di BASILEA. Ciò era possibile mediante il quadro sinottico sperimentale, (cfr. foto 45) appositamente ideato e realizzato ruotabile, con luci variopinte per essere inconfondibile anche da lontano (cioè da “Basilea”).
Tutto quanto non facente parte integrante della ferrovia e quindi caratteristiche ambientali, monti, mare, canale, vegetazione, nonché qli edifici più vari e la nave ormeggiata in porto furono auto-costruiti per un semplice scopo di completamento scenografico. A questo riguardo, per notizie precise vedere il Cap. 12.
I dettagli di questo impianto (tutt’uno di Genova P.P., con Rivarolo e Sanpierdarena) erano i seguenti:
in posto comando centrale BASILEA
N° 1 trasformatore CC con (separati) regolatore ed indicatore di direzione, per binari di corsa
N° 3 dispositivi speciali per facilitare manovre ed inversione di polarità
N° 1 schema per consenzo transito con comandi e luci avvuso
In posto comando locale GENOVA P-P-
N° 1 trasformatore CC con regolatore, apposito per parco e smistamento Rivarolo e Sampierdarena
N° 1 schema luminoso con comandi per deviazione treni
N° 1 quadro sinottico di piazzale e smistamento genovesi, a più luci
4 leve dei binari di corsa
24 pulsantiere avvio
8 comandi manuali per scambio inglese doppio
4 comandi per scambio inglese semplice (cfr. Cap. 13)
6 comandi scambi normali
20 segnali
1 Cabina deviatori mod. normale (A)
1 Cabina deviatori mod. architettonico anni’30 (B)
1 Posto di blocco (C)
1 deposito carbone
1 deposito acqua
1 colonna idraulica
La documentazione fotografica (Ved. PARTE II) illustra bene la complessità dell’impianto..


DETTAGLI, PROBLEMI e SOLUZIONI
Prima di parlare di plastico, mi sembra giusto inquadrarne la tipologia e l’importanza assegnatagli perché è da tali aspetti che derivano difficoltà, impegno, tempi, costi, durata di vita.
Quando vì sono serie necessità tecniche e disponibilità finanziaria, tutto è semplicissimo: basta rivolgersi ad un modellista di professione. Non molti sono a conoscenza di questo genere di lavoro, molto richiesto in certi settori e, se valido, benissimo remunerato, tale da motivarne una scelta professionale di vita per chi ne ha l’attitudine. Committenti? Industrie petrolifera, petrolchimica, impiantistica, ……,, per non parlare di urbanistica, architettura, difesa del paesaggio.
Ne è nato un artigianato di nicchia che produce e fornisce infinita quantità di plastica sotto forma di cilindri, tubetti colorati, solidi, grigliati e scalette per la progettazione chimico-industriale, ma anche dettagli standard semilavorati in scala per l’edilizia, l’ingegneria navale, l’aeronautica ed infinei particolari tecnici e paesaggistici per i fermodellisti.
Nell’ipotesi che un plastico ferroviario debba venire esposto al pubblico sarà relativamente facile associare un gruppetto di amici volenterosi pronti a collaborare, a costruire un piano di appoggio, ad installare l’itinerario di binari, comprare un assortimento di edifici ferroviari e di elementi paesaggistici concludendo poi con l’assemblaggio del tutto, curandone l’estetica.
Il mio caso era ben diverso. Andando in pensione, io non volevo intristire contando le ore in un bar o seduto sulla panchina di un parco. Perciò, decisi che dovevo abituarmi all’idea di lavorare di fantasia, di cervello e di mano per un periodo presumibilmente assai lungo. Non conoscendo alcun appassionato di trenini nel uogo ove vivevo, avrei lavorato da solo, salvo qualche aiuto sporadico in caso di complicazioni. Nella vita lavorativa ero stato abituato alla precisione del centesimo di mm, all’attività manuale minuziosa, alla soluzione di problemi complessi di matematica, di grafica, di creatività. Il complicarmi da me stesso il lavoro mi avrebbe aiutato a rimanere cerebralmente e manualmente attivo. Qualcuno obietterà: “Ma tu, alla tua età non ne avevi di nipotini?” Certo che ne avevo; all’inizio, un bimbo di cinque ed una bimba di tre anni. Curiosi ed entusiasti nel vedermi lavorare ma, sapete, il tempo corre. A sette e cinque anni mi aiutarono con cartacce, colla ed acquerelli a costruire le montagne della Svizzera con la cartapesta, alla maniera dei carri carnevaleschi di Viareggio. Tuttavia, l’anno successivo già si dedicavano ai telefonini ed ai giochi elettronici. Più tardi presero a guardare con commiserazione il nonno che si divertiva col trenino, perché loro avevano impegni più seri per lo studio. Altra generazione, altri interessi… inutile recriminare.
Tornando al plastico, una volta posati i binari con gli scambi e la rete elettrica, il mio divesivo stava nel costruire i dettagli. Dettagli veloci, gratuiti, evocativi, non esagerate miniature d’arte destinate alla vendita. Ecco che i piccoli rottami da buttare (di legno, plastica, gomma, sughero, ma non metallo per evitare corti-circuiti) potevano divenire con molta fantasia e poco lavoro di aggiustamento degli elementi utili. Ecco alcuni esempi, di cui qualcuno illustrato in Fig. 15:
- un bigodino di mia moglie Il serbatoio dell’acqua sorretto da travature
- un cucchiaio di rena dell’Elba tinto Il mucchio prismatico di carbone per locovapore
- contenitore di polistirolo per gelati Il tetto di stile nordico per palazzi ad AMBURGO
- contenitore di cassata siciliana Il tetto bianco con righe (antivalanga) a staz. AIROLO
- aghi per iniezioni ipodermiche I lampioni stradali e negli impianti ferroviari
- custodie protettive degli aghi Le colonne di facciata per edifici
- paletta trasparente di plastica per caffè Elemento singolo per le grandi vetrate di AMBURGO
- vecchia radiografia polmonare Vetrata di copertura affumicata, per la grande stazione
- tubicini di spray, refill di biro in plastica Pali assortiti per lampioni e segnali
- pezzetti di LEGO piccoli, rossi/celesti Su 4 pali, segnali di via con N° d’instradamento
- spilli di plastica con disco per bigodini Opportunamente tinti, segnali “avviso in linea”
E così via……..
I frequenti colori vivaci, oltre a rendere più allegro il paesaggio, aiutavano a vedere meglio da lontano i particolari ferroviari più minuti, quali segnali, cartelli, marmotte ecc.

Econ questo ultimo invio è davvero tutto.
Allegati
041_BRESSANA_BOTTARONE_Prospettiva_41 mod rid.jpg
BRESSANA BOTTARONE - prospettiva
041bis_BRESSANA_BOTTARONE_dettaglio_staz_41bis (2) mod rid.jpg
BRESSANA BOTTARONE - dettaglio stazione
042_GIOVI_Galleria_Imbocco_Nord_42 mod rid.jpg
BRESSANA BOTTARONE Gallleria Giovi
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