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Dopo la puntata inglese di Coccobill e le dissertazioni di fenomenologia del Collezionismo, voglio ritornare ai miei amati divertimenti rivarossiani. Ho disseppellito le mie FNM . Credo che una sia ancora dispersa. Le posto in fotografie pasticciate ma a fuoco. si va dal 50 ( la rattoppata cui sono molto affezionato ) , una 52 CC, una CA una del 54 CC e una del 56 CC. Tutte con le loro rimorchiate più quella in esubero della dispersa. poi ho fotografato le corone delle ruote motrici delle 221/3000 del 52 e poi del 53 per evidenziare la differenza. La 52 a passo stretto è di 17 mm, l'altra del 54 a passo largo è di 16,1 mm . Ovviamente anche la viter senza fine è diversa, anche strutturalmente. Quella del 52 e ricavata per tornitura dall' 'albero motore con un diametro inferiore alla filettatura di 1,6 mm rispetto a quella del 54 dove la filettatura è in ottone e ripotata a forza sull' allbero. Poi le ruote della Hiawhata. Quelle più veccHie del 48/50 hanno una rifinitura squadrata sui raggi , tutti i raggi sono separati e le boccole delle bielle formano un angolo retto, con la boccola a vista in basso, a sinistra. Le ruote successive sono stondate sui raggi , lquelli che chiudono la boccola sono uniti, e l' angolo è volto a destra. Saluti 3- nino

Fnm spettacolari... ce n'era una sulla baia, l'altro giorno, direi '54 con scatola, una testata rovinata, pancone assente, pezzi vari da risistemare, 287 euri... buona serata a tutti.

Meravigliose!! una INCREDIBILE sventagliata di leggendarie FNM ! le ultimissime versioni di queste unità ho notato che avevano i respingenti in plastica neri riportati e i corrimano delle fiancate integrati in rilievo nello stampo della carrozzeria (non più riportati).
sono tra i pezzi iconici classici più rappresentativi della prima produzione RR oltre naturalmente alla Hiawatha, alle 221 e alle varie 626.
E una vera delizia per i nostri occhi poterle ammirare in questa irripetibile parata museale!!
grazie per i tuoi ineguagliabili contributi !deliziati e sbalorditi saluti berto75

Tanto per restare in tema, per chi ama sfogliare cartaccia, vorrei mostrare alcune foto- a mio avviso molto belle - di un album aziendale della Piaggio di Genova relativo ai suoi prodotti anteguerra, ed in particolare di quelli in acciaio inossidabile dopo l' acquisizione del brevetto BUDD . L'album è originale, come le foto, e tra l'altro contiene spendide immagini di tram prodotti per varie città a partire dagli anni 20. Trattandosi di FNM e di elettromotrici riproduco un bel primo piano di una delle 6 carrozze pilota realizzate nel 38/39 E 820 , di cui due trasformate in motrici nel 46. Venivano composti due treni bloccati con la motrice al centro - ora E 750- di due rimorchiate. Essendo argentei venivano indicati come "tolloni" ed essendo distinti da una fascia rossa e azzurra chiamati rispettivamente Togliatti e Figlio di Maria. Che tempi!! Ho riprodotto un bel primo piano della 820. Poi mi lascio prendere la mano e ho riprodotto anche la bellissima foto della BiZ Fs 23000 in acciaio inossidabile e del suo carrello. Trattandosi di una seconda classe non ho resistito a riprodurre pure la foto di uno scompartimento, tanto è ricco e " opulento" rispetto alla plastificata e insipida efficienza delle architetture odierne. Una sala operatoria, una cucina, un soggiorno, una camera da letto, sono tutte indistinguibili e egualmente IKEA. Datemi un sorso di barocco per cortesia! Poi ho trovato uno splendido filobus carrozzato su telaio 110 Alfa Romeo con pareti ondulate e costruzione interamente in Acciaio inox. La foto mi rinvia ai filobus di RR che continuo a trovare bellissimi. In particolare è il gruppo striminzito delle luci posteriori che mi delizia, con le freccette incredibilmente piccole adottate per segnalare i cambi di direzione poste ai fianchi delle luci di posizione e di stop ancora più ridicole. E' con questa foto che ho capito cosa RR riproduceva sul posteriore del Minobus: comunque, a chi piacciono queste cose , buon divertimento.

Vedo che Marco frequenta con grande competenza e passione il mondo di LFI , cosa che mi fa molto piacere essendo toscano, vecchio, con zia originaria di Stia, e avendo utilizzato abbastanza da ragazzo quella ferrovia, ne ricordo ancora , pur con occhi del tutto inesperti, l' incredibile accozzaglia di mezzi che capitava di vedere su quei binari. Ovviamente rispetto alla sparuta quantità di modelli delle FS che normalmente mi capitava di vedere a Empoli. Quindi posto la foto ufficiale della automotrice Piaggio in acciaio inox nella sua veste originale FCV ritratta in fabbrica . Riproduco anche gli interni di terza e di seconda. Meno male che la prima classe non era prevista. Ed il carrello. saluti 3-nino

Ciao Nino, non sapevo che la Piaggio avesse prodotto prima della seconda guerra mondiale anche rotabile ferroviari, mentre invece mi era nota la produzione nel settore aeronautico…

ciao Paolo. La piaggio nasce nel 1880 circa, a Genova sestri ponente, fornendo eccellente arredo navale per transatlantici. Poi quando il mercato dell' arredo navale diviene fiacco, allarga l'attività nei primi del 900 sul ferroviario, settore in grande espansione di commesse con la costituzione delle FFSS, utilizzando al meglio le grandi competenze di falegnami , ebanisti e strutturisti del legno di grande professionalità che aveva in casa. Non scordiamoci che in quegli anni, nelle carrozze e carri, il legno e l'arredo facevano da padroni. In parallelo sviluppò anche competenze di carpenteria metallica. Solo con la prima guerra allargò ulteriormente la propria attività all' aeronautico, con eccellenti risultati, acquisendo anche gli importanti impianti di meccanica di Pontedera. Comunque l' avventura nell 'industria meccanica comincia con il ferroviario. Saluti 3-nino

Le aziende Piaggio, pur avendo unica origine furono più di una.
Cominciate da qui.
https://it.wikipedia.org/wiki/Rinaldo_Piaggio
https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Piaggio

OTTIMO !!!!!! saluti

Sempre a riguardo della Piaggio di Pontedera, e come curiosità, leggete anche qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Elicottero
Di fatto il primo elicottero funzionante e la Vespa eppero lo stesso padre, l'ing. Agostino D'Ascanio.