ferramatori.it

Ciao Berto, non vedo proprio di che cosa ti debba scusare. Comunque il 626 di cui lamenti la povertà è esattamente quello descritto dal venditore ; un "626/V" probabilmente già commercializzato nel 53. Subentra ufficialmente in catalogo al posto del 626 serie rossa nel 54 e ci resterà fino al 55. Mancano i finestrini , le lenti sul lato cieco della macchina, i mancorrenti . Ha la luce solo su un lato, ( è quella che ipotizzo sia finita sul tuo 626) che peraltro nella serie rossa era totalmente assente. Ha i respingenti fissi argento, i panconi non verniciati come i carrelli e il telaio. Tetto tutto grigio; talvolta i bomboloni sono rossi. La minuteria metallica è tutta brunita compresi i pantografi. La tua vista di lince ci dice che il telaio piega leggermente in alto su di un lato, ed è vero. Peraltro credo che il problema nasca dalla cosa che ho già descritto più volte. La vite che fissa il motore al telaio e alla zavorra risulta un un pò più lunga del necessario e quando di stringono le viti che fissano la cassa al telaio, questa preme sull'imperiale spingendo in basso il telaio che nella parte libera si inarca verso l'alto. Se fosse troppo lunga si spaccherebbe il telaio come un biscottino oppure si sfonderebbe l'imperiale o tutte e due le cose. Tra l'altro capita che la vite sia lunga a misura rendendo difficile capire perchè forzi. Poi si scopre che il collarino sotto la sua testa che trattiene il motore al telaio ha slabbrato i bordi del foro ellittico del piede del motore magari di quel millimetro sufficiente a far risultare la vite troppo lunga. E così quello che non doveva succedere, succede. L'unica incongruenza di questo 626 sono i respingenti di due tipi. Dovrebbero essere tutti fissi e argento. I misteri di oggetti vecchi e figli di un artigianato esperto piuttosto che di un ciclo industriale rigorosamente controllato. salutissimi, e divertiti Berto. P.s: Sono rimasto incredulo e colpito nel vedere su questo forum la bellissima e tragica testimonianza fotografica ed epistolare di tuo nonno che ci hai messo a disposizione. Ricordare, ricordare e ricordare ancora!!! E' l'unico vaccino contro la stupidità e la sua arroganza . Chi è tronfio della sua conclamata libertà, pescando a piene mani dai vantaggi dalle tutele collettive, sappia che ogni vescica, una volta svuotata , si riduce ad un moscio budellino. Amen!!! ciao Berto

Ciao, concordo con Berto, questa versione del 626 è personalmente la meno appetibile. Da notare che nel mio 626 verde non c'è alcun tipo di zavorra, infatti è eccessivamente leggero, va sempre un po' di traverso, come certi cagnetti. Grazie all'amico 3nino, al suo commento precedente, sono andato a leggere la testimonianza di tuo nonno. Anche mio zio Vittorio fece la campagna di Russia, fu deportato, se la cavò, anche grazie alla conoscenza del russo, mia nonna era di un paesino vicino Kiev, la sua famiglia scappò in italia allo scoccare della rivoluzione d'ottobre. Certo, i segni se li portò dentro per tutta la vita, ma salvò la pelle, tornò a casa. Un caro saluto a tutti, Andrea.

Grazie a voi amici !
è vero avete proprio ragione è fondamentale non dimenticare per trarre insegnamento dalla storia e dai tragici errori del passato onde evitare che le generazioni future possano ripeterli , purtroppo non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere ci sono persone che, pur di fronte a ogni evidenza documentaria e fotografica negano l'olocausto così come ci sono quelli che negano il covid ,ma per chi sa discernere il bene dal male, ed è questa la cosa più importante, la storia è senza dubbio grande maestra di vita.
Interessantissime Andrea le vicende di tuo zio Vittorio e di tua nonna tutte queste storie di sofferenze e vite vissute non devono andare perse! tuo zio Vittorio non ha lasciato qualche appunto o trascrizione delle sue vicende ?
storici saluti berto75

Ciao Berto, purtoppo non esiste più nulla di scritto, ma questi fotogrammi in bianco e nero rimangono nella memoria mia e di mio fratello, trasmessa a miei miei figli. Tornando a bomba, sono andato a vedere i codici del ricambio della carrozzeria della Y6B. Nel 1966 il codice è il 107722, nel catologo ricambi del '70 compare anche il 107722-1, a parer mio in corrispondenza del cambio di motore, suppongo quadrato a bronzine, ovvero dal 1967, come nella mia big boy prima edizione. Guardando poi il catalogo del 1976, il codice diventa il 108006 "completo di zavorra e trasmissione per art. 1238-2 e 1238-3", quindi motore a cipolla, suppongo. Allego qualche foto, una nel pieno della manutenzione, le altre che mostrano la cabina e le mancanze alle quali devo porre rimedio, (un'altra delle mille cose da fare che non riesco mai a portare a termine...) coperchietto, predellino anteriore, bordo cabina, d'altronde il prezzo ben al di sotto delle quotazioni medie (almeno sulla baia) impone qualche compromesso. Un saluto sbuffante a tutti. Andrea

grazie delle precisazioni sui codici delle carrozzerie e delle foto Andrea è un modello dall'aria vissuta ,ma affascinantissimo andrebbe però spolverata la carrozzeria .
molto bella dicevo è la tua scatola di plastica difficile a trovarsi (la mia di vile cartone invece è quasi sfondata e i trasparenti tutti rotti )
le mancanze del tuo modello sono veramente minime quasi irrisorie , capisco comunque che sia una rottura, forse più psicologica che pratica , ricostruire il predellino ma dovrebbe essere semplice , più impegnativo forse realizzare il sottile bordino esterno curvo di tetto (una striscetta di plasticard da incurvare riscaldata col phon ?) ma non si nota quasi nemmeno potresti anche lasciarlo così mentre il coperchietto nuovo lo fornisce il buon Pratesi .
Appena riesco posto foto dell'interno della mia e guardo se vi sono differenze (oltre i motori ) anche estetiche tra i 2 modelli .
norfolkistici berto75

Hai detto bene berto, è più un fatto psicologico. L'aria vissuta non mi dispiace, anzi, i modelli più datati hanno questo nero opaco ben diverso da quelli successivi, non vorrei fare danni cercando di pulire la carrozzeria. Saluti mallettiani. Andrea

Ciao a tutti, il mio ex capo è riuscito a vendere il 636/r al quale ho fatto manutenzione (motore e carrello a sfere... ), ne ho parlato recentemente, gli avevo comprato a 10 euro cadauno alcuni splendidi carri. Nel ringraziarmi mi ha dato il catalogo sul quale suo papà ha segnato con una X i modelli da regalare, a lui, bambino, '62/'63, io stavo per nascere. Parlando del più e del meno, mi diceva che all'epoca una Fiat 500 costava 500.000 lire, il 636 sul catalogo era venduto a poco meno di 10.000. Confrontandoli (a spanne) con i 10.000 euro di un'attuale Fiat Panda e applicando la stessa percentuale si ottengono 200 euro, e più o meno ci siamo, anche se le diecimila dell'epoca temo che avessero un valore molto più elevato rispetto ai 200 euro attuali. Saluti amarcord. Andrea

Bellissimo il catalogo le copertine acquarellate dei cataloghi rr anni 60 sono dei veri capolavori !! Ma perchè non l'hai acquistato tu il 646 del tuo ex capo ?glielo avevi pure revisionato ! Mi sembra di percepire che ti interessava come modello se poi era anche della serie collezionisti .. io non l'ho mai avuto il 646 ( solito discorso per me ai tempi davo la precedenza agli americani RR ) cari saluti BERTO75

Ciao Berto, ne ho uno identico, altrimenti l'avrei preso...

Sebbene preferisca comprare nei "mercatini" dove "tocchi con mano" e puoi anche contrattare il prezzo, non sempre si trova tutto quello che vuoi (o vorresti). Era da un bel po di tempo che cercavo il Box Rio Grande, Rivarossi e finalmente l'ho trovato sulla "baya" nuovo ed a prezzo accettabile




Saluti da Oliviero