Stazione Bellaria



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Stazione Bellaria

Messaggioda Max 851 » 18 mar 2019, 9:34

Da tempo avevo in mente di tentare, per quanto possibile, un restauro della stazione di Bellaria, acquistata da mio padre verso la fine degli anni 50 per il nostro primo plastico (rigorosamente Maerklin, con treni e segnali tedeschi!). Da tempo sostituita sull'attuale, modestissimo plastichetto, da una più coerente stazioncina "crucca", l'ho sempre conservata, oltre che per ovvi motivi affettivi, anche perché mi piace veramente e rappresenta la testimonianza di una lavorazione di tipo artigianale oggi assolutamente impensabile. Così, acquistata all'ultimo Happymodel la replica della fontanella e munito di colla, cartoncino, pennelli e colori, ho ricostruito la copertura del comignolo, montato la fontana opportunamente riverniciata, ripulito il marciapiede da tracce di stucco, recuperato faticosamente e rimesso in opera alcune lastrine trasparenti staccatesi da porte e finestre; qualche pennellata di tempera "terra di Siena bruciata" è servita poi a mascherare alcune piccole fratture su una falda del tetto.
In tutto questo, mi sono accorto che, contrariamente a quanto riportato nell'articolo pubblicato sul sito, le pareti del fabbricato non sono in cartoncino ma in legno, rivestito dalla carta imitante i mattoni. Correttissimo, invece, il disegno assonometrico che illustra "in trasparenza" i rinforzi interni. Chiedo quindi a Oliviero, autore dell'articolo, e a chiunque fosse in possesso di un modello analogo: esistevano due versioni o si tratta di un errore? Preciso che la mia Bellaria è la versione 1957-59, munita di pluviali.
Buona settimana a tutti.
Massimiliano
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Re: Stazione Bellaria

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 18 mar 2019, 23:58

Dopo periglioso "safari" in cantina (x) ho ri-controllato: [lupe.gif] le pareti di Bellaria non sono in legno.
Effettivamente ho fatto male a scrivere sull'articolo "cartoncino" poichè confonde le idee e fa pensare ai modelli di carta ritagliata ed incollata; è robusto cartone dello spessore di almeno 1,5 mm. Non è comunque masonite ma credo sia cartone pressato molto compatto (una volta ne conoscevo il nome ma ora mi sfugge), lavorato fustellato, ovvero le aperture (porte e finestre) sono tagliate (di netto) con uno "stampo tagliente" Purtroppo non ricordo la terminologia esatta e non riesco a spiegarmi bene. Sulla parete di cartone è poi incollata la carta stampata a mattoni. La base ovviamente è di legno compensato e listelli di massello di legno.
D'alto canto se le pareti fossero di compensato di legno, suppongo che i robusti rinforzi interni alle pareti non sarebbero necessari. Poi le aperture andrebbero segate nel legno una per una, non credo che il compensato si possa fustellare (non so se il termine è corretto) come si può fare col cartone.
Infine: sei assolutamente sicuro che le pareti della tua Bellaria sono di legno?
Cordiali saluti da Oliviero
Oliviero Lidonnici

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Re: Stazione Bellaria

Messaggioda Max 851 » 19 mar 2019, 9:13

Beh, ora mi hai messo il dubbio. Appena posso controllerò, per quanto ora che ho incollato di nuovo le porte che avevo rimosso resta solo il foro per l'illuminazione, e non so da quello quanto sia possibile vedere. Comunque sono assolutamente certo che non si tratti di cartoncino, forse il materiale di cui non ricordi il nome è la faesite? Però la faesite è marroncino/beige, mentre le pareti interne sono del colore del compensato. Controllerò e ti farò sapere.
Resta il fatto che si trattava di realizzazioni in gran parte artigianali, la mia per esempio ha i pluviali dal lato opposto e la scritta "telegrafo" sulla porta a destra lato binari, dove sulla tua c'è scritto "carabinieri".
Buona giornata
Massimiliano
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Re: Stazione Bellaria

Messaggioda Massimo » 19 mar 2019, 12:50

per il cartoncino (o cartone, a seconda degli spessori): si chiamava "presspan".
Era fornito in vari spessori e come dice la parola stessa era la stessa cosa dell'odierno truciolare ma solo con polvere e/o trucioli di carta invece che di legno. Oggi, ma sempre più raramente, lo ritroviamo nei grandi dischi sotto le torte, naturalmente sbiancato e collato con colle sintetiche. Ma ormai troppo spesso sostituito da dischi di plastica (usa e getta e con grande gioia per l'ambiente).

La fustella (nome corretto Oliviero!) è invece una lama sagomata a seconda della forma da ritagliare. Immaginate un nastro metallico, dello spessore di pochi decimi e con un lato affilato. Piegato e sagomato opportunamente viene fissato con speciali chiodini ad un supporto in legno che ne crea la base (fustella piana o americana).

Normalmente viene infilata nelle macchine da stampa (quelle che una volta stampavano i caratteri mobili in tipografia), proprio come un cliché, ma con la funzione di taglio invece che di stampa.
Tornando ai nostri modelli credo che usassero le fustelle semplicemente appoggiandole sulla superficie e dandogli, da sopra una bella martellata o pressata da un torchio. Tutto ciò era possibile con superfici relativamente morbide come il cartone. Escludo il legno che avrebbe reagito male a questo tipo di taglio.
Massimo

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Re: Stazione Bellaria

Messaggioda Max 851 » 19 mar 2019, 19:08

Ok, credo che abbiate ragione tutti e due! Ho cercato di vedere qualcosa dalle due porte rimaste purtroppo senza "vetri", illuminando l'interno dal foro della base, e sembrerebbe proprio il materiale citato da Massimo.
Massimiliano
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Re: Stazione Bellaria

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 20 mar 2019, 15:46

"presspan" Yellow_Flash_Colorz_PDT_02 ecco il nome che non ricordavo. Questo materiale lo utilizzavo per realizzare plastici schematici nei primi anni ad Architettura (piuttosto rigido e resistente, era faticoso da tagliare col cutter!) Il presspan dei vassoi da dolci è molto più tenero e probabilmente realizzato con fibre più grossolane e meno compatte)
Vediamo il fondo della base (di legno) di Bellaria. Il foro è piccolo per l'occhio umano ma non per il piccolissimo "occhio" di un telefonino:
CartonBella 0.jpg
Il legno, anche se dipinto in grigio, si riconosce per l'allineamento delle fibre.
Andiamo a curiosare nel buco!

E per la luce basta una torcia elettrica a LED posta contro le porte e/o le finestre (aperte) del modellino
CartonBElla 1.jpg
al posto delle venature del legno vediamo i filamenti disordinati del cartone pressato

CartonBella 2.jpg
Altra immagine sebbene meno significativa

Saluti da Bellaria
Oliviero Lidonnici

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Re: Stazione Bellaria

Messaggioda Max 851 » 20 mar 2019, 17:18

Perfetto, Oliviero! Non capisco se il colore rosato è dovuto all'illuminazione o è proprio quello naturale, le pareti (interne) della mia sembrano piuttosto di un beige molto, molto chiaro, ma si tratta proprio di quel tipo di materiale.
Evidentemente mi ero sbagliato, ma resta tutta l'ammirazione per un modello simile, che richiedeva evidentemente un lavoro artigianale che oggi sarebbe inconcepibile, ad un prezzo che non saprei valutare in termini odierni, ma che (vedi catalogo 1958) era inferiore a quello, per esempio, di una carrozza centoporte. E si trovavano perfino i ricambi!
Grazie a tutti e buona serata.
Massimiliano
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Re: Stazione Bellaria

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 20 mar 2019, 23:37

Max 851 ha scritto: ...............E si trovavano perfino i ricambi!.
Massimiliano

Più che ricambi direi che erano accessori da impiegare nell'autocostruzione. Tra Rivarossi e Faller erano disponibili porte, finestre, ringhiere, pluviali, panchine ma anche i tetti e poi carta e/o cartoncino a muro di mattoni/blocchetti di tufo/e vari altri materiali si potevano realizzare edifici di ogni tipo. Unici limiti la fantasia e la manualità. Negli anni del plastico della "Stanza del Treno" (anche noi come Franz la chiamavamo così) mio padre ed io realizzammo alcune villette ed altri edifici per ampliare il villaggio al centro del plastico. Purtroppo non ne ho conservato alcuno (Bhe! non erano "bellissimi" :oops: ).
Saluti da Oliviero
Oliviero Lidonnici

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