Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra



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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Tartaruga87+ST » 23 apr 2018, 21:39

Ciao Oliviero
Sto seguendo con molto interesse questo tuo articolo. Complimenti!

PS: La locomotiva Mantua somiglia molto ad una Lima. Credevo fosse di fantasia ma se anche un'altra ditta l'ha prodotta forse è esistita.
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 24 apr 2018, 1:04

Tartaruga87+ST ha scritto: La locomotiva Mantua somiglia molto ad una Lima. Credevo fosse di fantasia ma se anche un'altra ditta l'ha prodotta forse è esistita.

Veramente ci stiamo allontanando dall'argomento ma in fin dei conti stiamo comunque parlando di "fermodellismo H0 nell'america del dopoguerra"
Quindi ecco due Mantua vintage in cui riconoscerai (più o meno :lol: ) due Lima conosciute e quindi realistiche (quasi).
Vintage MANTUA 3975 Locomotive PENNSYLVANIA. #1.jpg

Vintage Union Pacific  99 .jpg

Saluti da Oliviero
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Tartaruga87+ST » 26 apr 2018, 18:30

Ciao Oliviero

Grazie per le immagini! Ora la somiglianza con le locomotive Lima è evidente. Non voglio andare OT e ti lascio continuare con il tuo articolo che seguo con interesse.

Stefano
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 28 apr 2018, 0:55

Grazie per l'interesse e riapriamo dopo una sosta di riflessione (ho pure cancellato un messaggio perchè non coincidevano alcune date e le relative conclusioni parevano azzardate)
Riprendiamo il discorso sulla penetrazione di Rivarossi nel mercato americano ma, prima di farlo, è necessario (anzi indispensabile) inquadrare l’esatta collocazione storica della locomotiva L 442 “Atlantic” detta comunemente, Hiawatha…… Poi vedremo il perché.
In base ai cataloghi e diffuse pubblicazioni, ritenute generalmente attendibili, Giorgio su RRM segna (correttamente) come “data di nascita” del modello (di tutte e sei le versioni) l’anno 1948 ovvero lo stesso anno delle quattro versioni della Dockside (SM B&O, L B&O, L B&O/St 48)

http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loc ... renata.htm
http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loc ... ckside.htm

Ora cercherò di dimostrare che questo non può essere vero.
La Dockside L B&O /L B&O Ec. viene mostrata sul catalogo del 1947 insieme con la AN1/ AN1 Ec. ed il locomotore Le 626/ Le 626 Ec. Questi tre modelli dovevano certamente essere stati realizzati almeno come prototipi, già nel 1946 per poter essere mostrati alla Fiera di Milano del 12 settembre del 1946 (come abbiamo cercato di dimostrare negli interventi precedenti).
Di questi modelli sarà iniziata la vendita in Italia nel 1947 poi subiranno continue evoluzioni fino al termine della loro produzione. Ma questo è normale: Rivarossi non ha ancora esperienza, avanza per tentativi, osserva attentamente la produzione della concorrenza e cerca di migliorare il prodotto. Quella che subirà maggiori evoluzioni in tempi brevi, anche allo scopo di adeguarsi al mercato americano, sarà la Dockside che come abbiamo dedotto, negli interventi precedenti, verrà commercializzata in America solo verso la metà del 1948.
.Catalogo RR 1947 sunto.jpg
La primitiva LB&O nel catalogo del 1947
Leggete attentamente il testo: sembra una risposta alla richiesta del mercato americano...anzi del suo (futuro) importatore Polk.

La Hiawatha viene effettivamente presentata sul catalogo Rivarossi del 1948:
48.Catalogo 1948 p.23.jpg
Si mettono in evidenza le innovazioni tecnologiche (telaio e trasmissione) ma l'immagine è spoglia, probabilmente non era ancora pronta e forse la vendita inizierà solo verso la fine del '48 o addirittura l'anno dopo (come sappiamo avviene spesso che un modello che presenta sostanziali innovazioni non venga consegnato se non l'anno successivo alla presentazione)

Model Railroader -1948-Novembre.jpg
Pubblicità di Polk sulla rivista Model Railroader di Novembre 1948
Tra tutti i numeri (1947 e 1948) che ho potuto consultare della rivista, questo mi sembra il primo che mostra i modelli Rivarossi ma la Hiawata non è presente.

Nota: Model Railroader era (e probabilmente è ancora) una delle più importanti pubblicazioni di modellismo ferroviario degli USA.
TAVOLA Cover dal1948 al 1950.jpg
Alcune copertina della suddetta rivista di quegli anni

Torniamo alla Hiawatha: nei fascicoli del 1949 della suddetta rivista gli inserti pubblicitari di "Aristo Craft Miniatures", ovvero di Polk, ovvero di "International Models inc" sono identici a quelli del 1948 (niente Hiawatha!)
Poi nel numero di aprile del 1950 ho trovato, quasi per caso, una timida presentazione della suddetta, accompagnata dal Minobus e relativo sistema:
TAVOLA ZZ-Model Railroader Aprile 1950 (Hiawatha)).jpg
Estratto dal numero di Aprile del 1950: a sinistra la pagina originale, a destra il particolare ingrandito per leggere meglio lo scritto.

Il nome di Rivarossi non è menzionato e nemmeno si parla di Made in Italy, infatti al momento ho pure avuto qualche dubbio che fosse veramente Rivarossi finchè non ho notato il Minobus. La locomotiva L 442 “Atlantic” viene liquidata solo con poche righe, si accenna al telaio in metallo e alla carrozzeria in plastica e si evidenzia solo il basso costo proposto di soli 18 $ (in seguito il prezzo aumenterà!).
Forse questo modello non era piaciuto ma è interessante notare che il Minobus è una novità del 1950 e già in aprile viene mostrato su una rivista americana, insieme alla Hiawatha. Anche questo può avallare l'ipotesi che la commercializzazione della locomotiva sia (almeno per il mercato americano) di oltre un anno posteriore alla sua presentazione in catalogo.
Comunque sia anche per la produzione in Italia la Dockside era in vendita almeno un anno prima della commercializzazione dei primi esemplari della Hiawatha [lupe.gif] Ma perchè ci tengo tanto a voler dimostrare che la Hiawata è doverosamente posteriore a Dockside e al E 626? (x) :lol:
Ve lo spiego la prossima volta [fischse7.gif]
:mrgreen:
Saluti da Oliviero
PS. Per la Hiawatha vedi anche l'articolo di Andrea F.Ferrari:
http://www.rivarossi-memory.it/Riva_Loc ... uzione.htm

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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 28 apr 2018, 10:06

Prima di ricevere una valanga di (comprensibili) proteste sulle mie ipotesi temporali, ci tengo a puntualizzare che non mi sognerò mai di chiedere a Giorgio e ad Andrea di cambiare le date di nascita dei suddetti rotabili RR sulle loro pubblicazioni ma difendo il concetto base che, se non è dimostrabile che Dockside Rivarossi è del 1948 e la Hiawata è del 1949/50, possiano comunque ribaltare il problema, affermando (senza dubbio!) che la prima si è evoluta da un progetto (anzi preferirei chiamarlo un esperimento :D ) del 1946* e la seconda da un progetto del 1947/48. Ovvero tra i due prodotti c'è comunque un certo gap temporale e vedremo tecnologico.
Catalogo 1946 (estratto).jpg
Che già nel 1946 i modelli suddetti fossero in fase progettuale ce lo conferma il catalogo/pieghevole di quell'anno da cui ho ritagliato questo frammento

Saluti da Oliviero
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 28 apr 2018, 17:11

"Memento" sugli esordi
Quando Rivarossi decide di iniziare la sua produzione di modelli ferroviari in scala 00 tra il 1945 e il '46 (per poi passare all'H0 a causa del "Sogno Americano") in Italia non esistevano produttori di modelli ferroviari (seri) da prendere come esempio ed ispirazione. Quasi certamente avrà preso spunto dalla tedesca Märklin, che produceva treni elettrici in scala 00 fin dal 1935.
Notiamo infatti numerosi punti in comune (ma altri NO!) tra la produzione RR del 1946-1950 con quella di Märklin.
Nel 1946 RR propone treni con binari a tre rotaie e funzionamenti in CA (come Märklin)
Nel 1947 divide la produzione: tre rotaie (come Märklin) e a questa affianca quella a due rotaie (ha forse già parlato con gli americani?)
Ma confrontiamo le tecnologie:
TAVOLA xx Modelli RR nel 1948.jpg
Tavola sintetica delle motrici RR presentate nel catalogo 1947: memorizzate le parti cerchiate in rosso: gli alloggiamenti a vite per i carboncini del motore e le cascate di ingranaggi della distribuzione
(Nota: tutte le immagini sono ricavate da RRM ed in particolare dagli articoli di Andrea F.Ferrari)

TAVOLA yy Maerklin dal 1940.jpg
Nei modelli di Märklin riconosciamo elementi che hanno certamente ispirato Rivarossi (confrontare con la tavola precedente)

TAVOLA confronto MOTORI RR-MarK.jpg
Confronto tra i motori Rivarossi del 1947-1950 (a sinistra) e alcuni motori Märklin.
Purtroppo non ho trovato esempi di motori Märklin degli anni '40 ma la ditta tedesca ha mantenuto a lungo la configurazione originale

Cercando di sintetizzare: La configurazione delle locomotive Rivarossi 1946/1950 (esclusa la Hiawatha.....guarda caso :lol: ) è la stessa delle locomotive Märklin ovvero:
Motori di forma squadrata, con asse di rotazione trasversale, trasmissione a cascata di ingranaggi con innesti frontali. I biellismi presentano un aspetto ed un movimento realistico ma non sono effettivamente funzionanti dato che sono movimentati dalle ruote (tutte mosse da ingranaggi) e non il contrario come avviene sui treni veri. Nelle motrici a carrelli il motore è parte integrante dl carrello. Si ricordi che il gruppo motore-trasmissione-ruote della B&O Rivarossi è lo stesso del carrello motore centrale dell'Le 626
Come piccola curiosità si noti come RR copia anche i blocca-carboncini a faccia vista sulla fiancata sinistra della locomotiva (le grosse viti visibili).
Gli americani avevano superato questo sistema fin dai primi anni Quaranta:

TAVOLA esempio Varney 2157.jpg
Il motore è disposto longitudinalmente ed inclinato in modo da limitare le dimensioni degli ingranaggi. La trasmissione è a vite senza fine ed ingranaggio su singolo asse. Tutti gli altri assi sono movimentati dai biellismi.

In questo modo, si ottiene un risparmio sul numero delle componenti e si semplifica il montaggio. Nemmeno da sottovalutare, per gli amanti del realismo, il fatto che i biellismi funzionano effettivamente e spariscono tutti quei brutti ingranaggi, incoerenti col vero, e che si mostrano dietro le ruote.
Per la L B&O Dockside è tardi ma Rivarossi impara subito la lezione e la applica sulla Hihawata, però deve usare il motore che ha.......
TAVOLA 19 Hiawatha.jpg
La Hiawata è la prima locomotiva Rivarossi ad usare lo stesso sistema delle loco americane.
Nella didascalia c'è scritto che manca la zavorra. Forse al momento della stampa del catalogo non era stata ancora realizzata(!)

Il motore viene ruotato di 90° e collegato all'asse singolo e i biellismi funzionano davvero. Però questo motore, progettato per una diversa configurazione è troppo largo per essere ospitato in caldaia e quindi viene messo in cabina risolvendo (alla meno-peggio) con un lungo giunto snodato. Quel motore era comunque stato aggiornato (rispetto ai modelli del 1947) dotato di cuscinetti a sfere e nuovo magnete più potente, Ho letto che il montaggio di precisione di quel giunto era particolarmente ostico (a causa del cuscinetto a sfere libere) e per questo, il kit di montaggio di questo modello, ebbe poca fortuna.
Saluti da Oliviero

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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 29 apr 2018, 18:03

Timide apparizioni di Rivarossi in America nei primi anni Cinquanta

TAVOLA 30 (1951-X) Mod.RailR. (Rivarossi).jpg
Sulla rivista del 1951 appare la pubblicità di Polk che propone la Dockside, la Hiawata e il Minobus ma il nome di Rivarossi ancora non compare. (Per fortuna sono scomparse le ridicole centoporte a due assi al traino della B&O)

[lupe.gif] Il kit della Dockside ora costa 9.95$ (inizialment nel 1948 era offerta a 8.95$) La Hiavata passa dai 18.00 a 19.50$

Finalmente nel numero di novembre 1951 compare il nome Rivarossi, però accomunato chiaramente solo alla Dockside poiche la paternità degli altri modelli non è evidenziata (x)
TAVOLA 31 (1951-XI) Rivarossi.jpg

Sia la Hiawata che il Minobus non vengono presentati con slogan o parole altisonanti come era tipico vedere nella pubblicità di altri prodotti. Vedi sotto: (tanto per rendere l'idea :lol: )
TAVOLA 32Bis.jpg
Esempi di pubblicità di quegli anni

Non sembra che i prodotti Rivarossi siano "pompati" col giusto impegno....forse non sono ancora all'altezza di quel mercato? :-(
TAVOLA 34 Catalogo Varney 1950.jpg
Catalogo delle locomotive Varney del 1950: sono certamente prodotti di alta qualità (e pure di prezzo)

TAVOLA 32 .PLASTICO.jpg
Il modellista americano è abituato a prodotti dettagliati, precisi in scala e corrispondenti alla realtà
TAVOLA 33 Plastico B.jpg
Anche i plastici casalinghi in spazi ridotti sono elaborati anche tecnologicamente. Siamo ancora nei primi anni Cinquanta, guardate il quadro comandi da "astronave di Star Trek"

Bhe!... In questo momento purtroppo i prodotti Rivarossi sono improntati al massimo risparmio: La Dockside monta lo stesso carrello del locomotore Le 626..... La Hiawatha dovrebbe avere il primo carrello a tre assi e non a due e i carrelli sono quelli delle carrozze. Lo smaliziato modellista americano storce il naso... :-|
E come se non bastasse i produttori tedeschi hanno già cominciato a farsi vedere da quelle parti..... (x)
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 30 apr 2018, 20:10

TEDESCHI ALL'ATTACCO

Già agli inizi del 1950 troviamo Maerklin citato in articoli sulla rivista Model Railroad.

TAVOLA 34-1 Maerklin qui!jpg.jpg

Il testo descrive la locomotiva Maerklin TM-800 "dal tipico disegno tedesco" cassa in pressofusione, finemente dettagliata, retta da due (sole) viti; motore in C.A. a 20 volt con inversore di tensione montato in caldaia e che agisce su tutti gli assi, ha i fari di lavoro....ecc. Però critica le ruote fuori scala per spessore e bordino. Poi considera la possibile conversione del modello per poterlo adattare allo standar NMRA a due rotaie. Dice che il motore potrebbe funzionare a 12 volt in CC ma non l'invertitore di tensione che dovrebbe essere comunque sostituito. Le ruote a norma sono disponibili in Germania e comunque Merzbach (l'importatore di Maerklin) dispone già dei ricambi in magazzino.

Già dopo un paio di mesi inizia la pubblicità vera e propria.
TAVOLA 34-2 Maerklin bis..jpg
La pubblicità Marklin è a destra: non ho voluto eliminare la foto del megaplastico a sinistra (mi sembra in scala S ?) con alimentazione a tre rotaie.
(sarà casuale la vicinanza con l'inserto Maerklin?)

Siamo arrivati al 1953 e Marklin si è adeguato al sistema a 2 rotaie (ma quanto è ambito questo mercato americano!)
Anche Fleischmann ...è della partita 8-)

TAVOLA 34-3 anche Fleischmann..jpg
Vari ritagli pubblicitari (in blu il nuovo sistema a due rotaie Maerklin). Fleischmann imperversa in quasi in tutti i numeri della rivista (!)
Ambedue i marchi tedeschi hanno come importatore C.C.Merzbach di New York

E Rivarossi che fa? :lol:
Saluti da Oliviero

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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Max 851 » 1 mag 2018, 8:49

Ciao Oliviero, le tue ricerche sono interessantissime ma come vecchio Maerklinista mi corre l'obbligo di fornire qualche approfondimento circa i presunti binari Maerklin a "due rotaie". In realtà i binari di cui alla pubblicità USA del 1953 sono quelli della serie "modello" e sono ancora a "3 rotaie c.a.", solo che ora le traversine sono in plastica e non fanno più parte della massicciata in lamierino, mentre la terza rotaia continua è stata sostituita da una serie di piccolissime punte metalliche sporgenti da ogni singola traversina, quasi invisibili. A differenza dei binari precedenti, dove a parte la terza rotaia tutto il resto è a massa, ora le due rotaie sono collegate tra loro da un ponticello sotto la massicciata che è possibile rimuovere, quindi almeno teoricamente sarebbe possibile usare il nuovo sistema di binari anche per un'alimentazione a "2 rotaie c.c.".
L'unico neo di questo sistema di binari "modello", caratterizzato anche da curve di raggio molto ampio, era costituito dal prezzo veramente elevato, tanto che pochi anni dopo venne affiancato e rapidamente sostituito dalla nuova serie, i famosi binari "M" rimasti in produzione per decenni, sempre dotata di punti di contatto ma dove le traversine tornavano ad essere stampate in lamierino insieme alla massicciata e dove ovviamente il tutto era nuovamente "a massa".
Massimiliano
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Re: Fermodellismo HO nell'America del dopoguerra

Messaggioda Karolus » 1 mag 2018, 9:08

Max 851 ha scritto: A differenza dei binari precedenti, dove a parte la terza rotaia tutto il resto è a massa, ora le due rotaie sono collegate tra loro da un ponticello sotto la massicciata che è possibile rimuovere, quindi almeno teoricamente sarebbe possibile usare il nuovo sistema di binari anche per un'alimentazione a "2 rotaie c.c.".
Massimiliano


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