Rivarossi Memory: servizio segnalazioni & omissioni

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Per quanto concerne l'articolo sulle tipo X, considerato che il mio tempo a disposizione per lavorarci su è abbastanza limitato (fra meno di una settimana riprendo gli impegni universitari), dovremmo capire bene chi ha più senso che porti avanti il progetto. Come dicevo poco fa, non ho ancora una parte scritta salvata da qualche parte sul pc, sono solo idee e tanti modelli originali riposti nelle proprie scatole, tutto qui. Se tu avessi qualcosa in più, come ad esempio un'analisi dei cataloghi dal 1968 in poi (se non erro fu l'anno di uscita delle tipo X italiane), allora è giusto che l'articolo lo porti avanti tu...

[Giorgio]

Mah, il link è una delle gradi innovazioni di internet, "ipertesto" mi pare o chiamassero agli albori della Rete.
Se sono poco evidenti li metterò nel classico blu, ma leggendo il testo e passandoci sopra col mouse il cursore cambia e si dovrebbero notare.
Lo "spezzare" le pagine lo faccio per evitare pagine lunghe "metri" o per evitare di ripetere lo stesso testo più volte, come in questo caso.
Diciamo che un sito "strutturato" non è come facebook dove tutto è consecutivo, ma spesso senza logica.
Su RRM (e Lima Tribute) abbiamo ad oggi 93.158 (novantatremilacentocinquantotto) file, trovate tutto in pochi click non è proprio possibile, ormai neppure per me!
Comunque abbiamo la funzione "cerca" che nel caso aiuta

[davscarna]

Se posso esprimere il mio parere, secondo me non ha senso la trattazione storica del modello in scala reale 1:1 (come nel caso dell'articolo delle Centoporte o delle Corbellini). Ha molto più senso fare una trattazione dettagliata del modello realizzato da Rivarossi, magari con tanto di figurini quotati ed in scala. Ovviamente parere personale e non voglio venire a dettar legge, però io ci rifletterei sopra. Per la trattazione storica dei rotabili in scala 1:1 ci sono già siti appositi che descrivono, con molto più dettaglio, l'evoluzione temporale dei treni "veri". Io credo che basterebbe mettere il link che riporti a quelle pagine ed è fatta (primo fra tutti il sito 'scala enne': https://scalaenne.wordpress.com/indice-2/).

[Talgo49]

In linea di principio posso essere abbastanza d'accordo con te ma non sarei cosi drastico. Anzitutto credo che affiancare alla documentazione, certamente il più completa possibile, di un modello sia utile abbinare una documentazione del prototipo reale; come prima cosa questo permetterebbe al modellista di valutare quanto fedele sia la riproduzione del modello e potrebbe aiutare a meglio inquadrarlo dal punto di vista storico e ambientale. Non tutti possono riempirsi di libri e riviste alla ricerca di sapere qualcosa di più sulla locomotiva o il vagone in suo possesso, specialmente quando si tratta di prototipi non italiani; inoltre i collegamenti a siti web non rimangono disponibili in eterno. Se mi permetti un esempio banale, come può un fermodellista "medio" sapere che la famosa L SP riproduce un modello reale, diversamente dalla L 211, prodotto in solo quattro esemplari ma che il tender è sbagliato? Penso che il modo migliore sia tramite un articoletto con foto e breve descrizione del prototipo.
Aspettiamo altri pareri

Talgo49

[Max 851]

Sono perfettamente d'accordo con Talgo49: per una trattazione rigorosa ed esaustiva è preferibile consultare fonti specializzate, ma anche trattando l'aspetto modellistico è bene almeno sapere di cosa si sta parlando!
Massimiliano

[Giorgio]

Senza entrare nel merito del discorso, il mio modus operandi è di pubblicare quello che l'autore dell'articolo propone, ovviamente se è in tema e senza caxxate.
Considerate che scrivere un testo articolato è duro, durissimo direi vsita la scarsa quantità di materiale originale che arriva.
Non è come un messaggio facebook con due foto mosse fatte col telefonino.
Quindi onore al merito.
Giorgio

[davscarna]

Io credo che i cenni in merito al modello vero vadano fatti solo quando si è in presenza di particolari notevoli che il modellista deve assolutamente sapere, come potrebbe esserlo ad esempio per la storia delle Uic-X italiane e tedesche. Quello che intendevo dire io è che non ha senso fare sia una parte "solo" storica che una "solo" modellistica, ma partendo dalla parte modellistica si sottolineano importanti rilevanze storiche. Questo perchè l'articolo diventerebbe poi troppo lungo e noiso da portarne a termine la lettura rischiando di omettere parti modellisticamente importanti.

[Oliviero Lidonnici]

Cambiamo argomento
Gironzolando su RRM ho trovato una perla

Mi chiedo: ma i fanali soprani, contralti e bassi li abbiamo?

Salutissimi
Oliviero

[Karolus]

Ma certo che li abbiamo!

I fanali soprani e contralti erano in numero di uno per locomotiva, alla base del fumaiolo. Soprano o contralto, naturalmente, secondo l'altezza della caldaia. Poi un'edizione passata, non ricordo da quando, del Regolamento sui Segnali li ha tolti di mezzo.
Per i fanali bassi non abbiamo segnali da treno, possiamo ingegnarci con i segnali fissi da manovra.

Questo mi fa venire in mente un refuso in un articolo di parecchi anni fa su La Tecnica Professionale dove, parlando del segnalamento sulla linea Ferrara - Codigoro, si accennava al problema dell'ubriacatura delle lampade dei segnali (anziché della bruciatura). Forse in quei climi un po' d'alcool faceva bene ai filamenti?

Saluti corali e avvinazzati (da un tenore dilettante).

Karolus

[Max 851]

Il terzo fanale, posto alla base del fumaiolo e normalmente spento (proiettava luce verde solo nel caso che il treno fosse "senza viaggiatori") venne abolito dal 1°gennaio 1914.
Massimiliano