Oliviero Lidonnici ha scritto:Non del tutto: la cassa col telaio sono Rivarossi ma i carrelli sono sullo stampo di Tempo e se guardate bene hanno la scritta ahm
(anche il Peabody)...
Scusa Oliviero, magari mi sbaglio io....ma cosa ci vedi di particolare.... e di particolarmente attribuibile a qualcuno, rispetto a qualche altro ?
Io li vedo nè più e nè meno come quelli che compaiono sul Sito e definiti "tipo CX" ( vedere relativo articolo ). L'unica differenza è la marcatura "ahm" anzichè Rivarossi.
Anche le ruote dei carri postati da Berto mi paiono Rivarossi....o simil-tali, ma comunque non vi riscontro in esse alcuna particolarità che ne denoti una specifica attribuibilità.
Ciò conforta ulteriormente le considerazioni che avevo fatto in precedenti messaggi e che - sotto molti aspetti - erano in linea anche con le tue idee.
In sostanza AHM era non solo il "distributore", quanto piuttosto l' organizzatore, "l'orchestratore" di tutto questo valzer di modelli e livree quasi del tutto identici, derivante probabilmente dal fatto ( - sta diventando mia personale convinzione - ) che avesse qualche "diritto" su quegli stampi e su quei "modelli".
Quindi.... un carro totalmente RR, se inserito in scatola AHM, tale diventava...punto e basta.
Idem per "vattelapesca"....
Oliviero Lidonnici ha scritto:Ora nel caso dei treni H0, per uniformità doveva in ogni modo rendere compatibile la produzione di molti, uniformandola con la sostituzione di agganci e carrelli su cui ovviamente metteva il proprio nome* (anche se li faceva fare sicuramente da altri....forse da Tempo).
Non penso che avesse bisogno di particolari "uniformazioni", visto che tutti i produttori, per gli USA, già producevano in preciso 1/87 H0, secondo le norme NMRA e che anche Rivarossi già metteva ai suoi carri gli agganci di tale tipo.... così come probabilmente anche gli altri.
Non penso che quei carrelli non li potesse fare RR, mettendoci, a richiesta, il logo "ahm".
Del resto, se così non fosse, AHM, oltre alla struttura commerciale, che rappresentava la sua stessa essenza, avrebbe dovuto comprendere anche vere e proprie strutture e sedi oltre che di semplice inscatolamento, anche di vero e proprio assermblaggio.... salvo "esternalizzare" tale attività ad ulteriore "appaltatore",,,, ma allora dove sarebbe andata a finire l'auspicata "economicità", con tutti questi "giri" che avrebbero dovuto fare i modelli prima di essere posti in vendita ?
Oliviero Lidonnici ha scritto:....Naturalmente vendeva quello che le case gli fornivano. Nel caso di RR, fino a che la ditta di Como ha tenuto in catalogo i "suoi" carri Athearn/RR, ahm a messo in scatola gli Hopper coi portelloni. Quando Rivarossi ha messo in catalogo i suoi nuovi carri "ristampati", ahm ci ha messo gli Hopper senza portelloni....
Più che altro penso che le varie Case fabbricavano ad AHM quello che la stessa richiedeva, contrattandolo di volta in volta "al massimo ribasso" ed utilizzando quei "diritti" su quegli stampi e modelli che ( probabilmente ) essa aveva....
Ciò avrebbe consentito tra l'altro ad AHM, di matenere in catalogo gli stessi tipi di carro e di livree, anche se di volta in volta cambiava il "fornitore-appaltatore" ovvero anche se contemporaneamente si riforniva da più di un fabbricante-fornitore.
Adesso torno un attimo indietro ad Athearn.
Se essa faceva parte del "giro" AHM, che senso aveva per quest'ultima chiedere a RR carri che già erano Athearn, quando questa le si trovava "a quattro passi" e non oltre oceano ?
A parte ciò, visto che carri RR/Athearn sarebbero finiti in scatole AHM, non penso che la cosa possa essersi attuata con ben due attreversate atlantiche.... altrimenti dove sarebbe andata a finire "l'economia" del rapporto ?
Proprio in virtù di ciò penso che il rapporto RR/Athearn si sia svolto non con l'acquisto di "pezzi grezzi" della ditta americana, da rifinire poi a Como, quanto piuttosto con il diretto utilizzo in Italia di stampi americani ( o la "clonazione" autorizzata di quelli da parte di RR ), per un certo periodo di tempo, ovviamente in cambio di contropartita economica.
Sono gradite altrui opinioni.
Saluti. Riccardo.