Resistenza della meccanica delle locomotive



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Resistenza della meccanica delle locomotive

Messaggioda vr80 » 15 giu 2010, 9:59

Quali sono la meccanica ed il motore più duraturi di Rivarossi? Secondo le vostre esperienze è più duratura una meccanica con un motore verticale anni 60 o una meccanica cardanica con motore centrale pre 2004?
Quali sono i guasti più frequenti?
Grazie.
vr80

 
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Re: Resistenza della meccanica delle locomotive

Messaggioda Massimo » 15 giu 2010, 11:21

...meccanica con un motore verticale anni 60!...ovviamente con riferimento alla resistenza all'usura e al tempo
Massimo

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Re: Resistenza della meccanica delle locomotive

Messaggioda Giorgio » 16 giu 2010, 11:05

Anch'io ritengo i motori storici (sia quello "a pallini": da metà anni'50 a metà anni '60) che il successivo "rotondo" (dagli anni '60 alla fine anni '80) come superaffidabili, comunque fossero montati.
Vanno sempre! Basta sostituire le spazzole se usurate.
Non sono dolci e progressivi come quelli a cinque poli o quelli attuali, ma sono dei muli.
Erano uno dei punti di forza della RR ... e dopo '50 anni stupiscono ancora per la loro efficienza.
Mentre i motori di altre marche vintage oggi appaiono "spompati" (non sono un tecnico e non so il perchè) quelli RR sono sempre brillanti.
Giorgio

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Re: Resistenza della meccanica delle locomotive

Messaggioda roaringanna » 18 giu 2010, 4:27

Personalmente, non ho alcuna esperienza con le produzioni recenti (a parte un paio di 428 1/87 comprati nuovi ed usati pochissimo), quindi non sono in grado di fare paragoni.
Quanto ai modelli "storici", ne comprai ben pochi a suo tempo (per ovvi problemi di budget!), ma veramente tanti in tempi più recenti, dopo la comparsa di Borse Scambio prima ed e-commerce poi. Naturalmente, nelle condizioni più svariate - da seminuovo a rottame, con tutto quello che c'è in mezzo - per cui credo di avere a disposizione una buona casistica.
A parte la "Peste dello Zama" (che ha riguardato un periodo circoscritto dal 1957 ai primi anni '60, e che comunque era un difetto di materiale e non di progetto), direi senz' altro che il problema che più frequentemente metteva (presto o tardi) fuori combattimento una loco era lo scollamento (scalettamento) di una ruota dall' asse. Nelle loco a vapore questo provocava l' accavallamento delle bielle e bloccaggio immediato, ma anche gli ingranaggi dei carrelli dei locomotori protestavano vigorosamente e finivano per impuntarsi. E se il trasformatore non era svelto a sganciare, anche l' avvolgimento del motore prendeva una bella strapazzata.
Al secondo posto (della mia personalissima graduatoria) viene l' usura delle sedi su cui ruotano gli assi motori.
Specialmente nei casi di motore montato verticalmente (835, per intenderci) l' asse con ingranaggio che riceve il moto dalla vite senza fine, ruota in sedi ricavate direttamente nel telaio, senza ombra di boccole o altro. Queste zone sono molto sollecitate, e vi si sviluppa una notevole usura che si manifesta in un terribile peggioramento della qualità di marcia della loco - i sobbalzi dell' asse sono particolarmente evidenti quando si inverte la direzione. Purtroppo in questo frangente l' unico rimedio è un nuovo telaio. La raccomandazione da parte di Rivarossi di lubrificare periodicamente queste parti era evidentemente poco ascoltata.
Il problema era presente anche nel caso di locomotori a carrelli, dato che gli assi agivano direttamente sullo zama. Qui c' era da fare i conti con ingranaggini sempre pronti ad impuntarsi; in compenso, le sollecitazioni erano minori, non dovendo fare i conti con le reazioni delle bielle che dovevano trasmettere il moto agli altri assi (soluzione pessima, che Rivarossi contrabbandava per improbabili esigenze di realismo).
Sotto questo aspetto, l' adozione della plastica per telai e carrelli costituì un grande miglioramento, perchè l' anima interna in acciaio forniva agli assi sedi più precise e resistenti.
I motori meritano un discorso a parte, che per ora rimando (ammesso che interessi a qualcuno).
roaringanna

 
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Re: Resistenza della meccanica delle locomotive

Messaggioda Massimo » 18 giu 2010, 8:28

dissento quasi completamente dalle osservazioni di roaringanna:
la meccanica, semplice e funzionale, della motorizzazione storica di RR non mi risulta abbia mai dato problemi.
In anni e anni di "lavoro" i miei treni e quelli dei miei amici non hanno mai dato problemi. I miei hanno vissuto anche il periodo del "gioco" (del sottoscritto) e dunque subito un trattamento ancora più forte e sconsiderato.
La vecchia meccanica era decisamente surdimensionata rispetto alle esigenze di servizio e di gioco richiesti.
Non uno dei problemi riscontrati da roaringanna apparvero a me o al parco rotabile dei miei compagni. Devo dire che, se ci furono difetti, furono causati da incuria delle nostre mani giovanili che smontavano e rimontavano (più per curiosità che per effettiva necessità) i modelli e in queste operazioni omettevamo le più elementari norme meccaniche.
La lubrificazione suggerita da RR non era certo necessaria per evitare rotture ma solo per rendere più fluido e meccanicamente meno aggressivo il moto dei modelli.
Ricordo con molta tenerezza un vecchio venditore (Sig. Sergio Sabbadin - Venezia) che con pazienza infinita educava i suoi giovanissimi clienti ad un trattamento di manutenzione meccanicamente corretto per allentare la pericolosa e violenta frenesia che ci prendeva nello smontare i modelli, magari solo per sostituire le spazzole motore.
Trovo altresì molto più fragili le meccaniche attuali (motore centrale, assi e snodi verso i castelletti di ingranaggi, cascate di ingranaggi) costruiti con materie plastiche, che, per essere efficenti, esigono trattamenti di funzionamento delicati e soprattutto di accuratissima scelta tecnologica di progetto e di materiali.
Massimo

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Re: Resistenza della meccanica delle locomotive

Messaggioda Marco Molinari » 19 giu 2010, 0:49

Per quanto riguarda gli ingranaggi in plastica, avete provato a dare una leggera "untura" con uno spray a base siliconica ??
Un salutone!!
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Re: Resistenza della meccanica delle locomotive

Messaggioda roaringanna » 19 giu 2010, 4:21

Scusami, Massimo, ma non ho mai detto che la meccanica dei modelli RR storici fosse men che solida, affidabile e surdimensionata. Ma, per quanto ben progettati e ben costruiti, non erano - nè si poteva pretendere che fossero - eterni (anche le Piramidi sono un po' sbrecciate, e qualche guglia delle Dolomiti crolla di tanto in tanto...)
Per cui alla fine, dopo anni di use and abuse, è fatale che qualche particolare gridasse "basta".
Il mio intervento era un tentativo di rispondere alla domanda di vr80 ("Quali sono i guasti più frequenti?")
indicando quali fossero questi particolari, sulla base dei numerosi post-mortem che mi sono trovato a fare sui miseri resti di tante vecchie loco RR (qualcuna l' ho resuscitata - che immane soddisfazione!).
E non è sorprendente che questi punti siano quasi sempre gli stessi, cioè quelli più stressati. Provate a pensare quanto è sollecitato un povero calettamento asse/ruota, preso tra l' incudine e il martello della coppia applicata all' ingranaggio dal motore ed al cerchione dalla rotaia, con bracci di forza 10 o 20 volte maggiori... Non c'è niente di disonorevole se dopo anni di sgommate e inchiodate (magari con un bel convoglio a rimorchio), una ruota decide di girare un po' sull' asse! (come ad un certo punto successe tanto tempo fa anche alla mia amatissima L SP/R, che dovette dormire anni nella sua scatola prima che il sottoscritto accumulasse età e know-how sufficienti a sistemarla - con una goccia di Loctite, tanto bastava!).
Comunque, se osservate le vecchie loco in vendita, vedrete quante di queste hanno il biellismo di accoppiamento smontato e/o i bottoni di manovella disallineati.
Quanto alla mancata lubrificazione, mai detto che provocasse rotture - ma usure anomale purtroppo sì, eccome!
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