Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...



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"E' il link del bellissimo sito dedicato alla storia della vecchia Rivarossi.
Già da tempo in contatto con loro, abbiamo insieme deciso di creare una sezione del forum dedicata al loro sito.
Naturalmente per prima cosa, per chi non l'avesse ancora fatto, vi consiglio di andare a visitare il sito http://www.rivarossi-memory.it e di studiarlo per bene visto che contiene buona parte della storia del fermodellismo Italiano per poi venire qui e parlarne con noi e con loro!
Vi aspettiamo numerosi!!!
Lo staff di ferramatori.it e di rivarossi-memory.it"

Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...

Messaggioda 844 » 12 gen 2015, 23:59

Raccogliendo l'invito di Giorgio, mi sono proposto per scrivere qualcosina per il sito. Accolta la mia proposta, richiedo il vostro aiuto, non essendo un superesperto (e nemmeno un esperto) per realizzare, tutti insieme, qualcosa degno del Sito.
Avrei quindi necessità in primo luogo di immagini di ganci Rivarossi a partire dal 1960 in poi (il mio "campo di azione" è concentrato sulla produzione RR anni '40 e '50, per cui ho qualcosina da utilizzare per l'articolo in questione...).
Avendo una tartaruga (non l'animale, ma quella RR :lol: ) e la mia amata 4-8-4, ho modo di fotografare il gancio in plastica delle loco anni '80, mentre ho le idee confuse per quelle del periodo precedente.
Mi farebbe piacere, inoltre, confrontare lo "stato dell'arte" degli anni '40 e '50 con le produzioni RR (analogamente a quanto è stato fatto per i portasala, si veda l'articolo relativo sul Sito), per cui, se avete modo di fotografare ganci degli anni '40 e '50 della Maerklin, della Jouef o di altre Case (non Fleischmann, ché sono fornito pure di quelli :D ), non esitate a postare le foto.
Per facilitarvi l'immane compito di correggere ed emendare i miei errori, non appena raccolto materiale a sufficienza, procederò con il postare i vari paragrafi che dovrebbero comporre l'articolo seguendo quest'ordine:
1) la situazione ante RR
2) I primordi: anni '40 e '50
3) Gli anni '60 e '70
4) gli anni 80 e '90
5) Varie ed eventuali (ganci "modellistici", con presganciatore, ecc.)
Non penso di trattare dei ganci "americani" perché ritengo esaustivo quanto scritto da Gianni Carrara sull'evoluzione dei carrelli dei carri merce, argomento che giocoforza coinvolge anche i ganci, e soprattutto perché di "americano", tolta la A FM , la L SP e la 4-8-4 di cui sopra, non ho nulla.
Naturalmente, sarà sempre gradita la collaborazione di chiunque abbia voglia di apportare un contributo più incisivo, occupandosi della redazione, o anche dell'implementazione, di qualche paragrafo, magari di quelli relativi ai periodi da me poco conosciuti.
Aspetto le vostre foto, i vostri suggerimenti, le vostre critiche costruttive, la vostra comprensione. In una parola: il vostro sostegno.
Buona serata a tutti da 844 (alias Giorgio V.P.)
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Re: Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...

Messaggioda Dario Romani » 13 gen 2015, 15:26

Ganci_bec.jpg
Ganci_bec.jpg (13.68 KiB) Osservato 4710 volte
Inserisco questo elemento della discussione Gergo Fermodellistico, tanto per fare un po' di chiarezza su Gancio e Aggancio: viewtopic.php?f=85&t=3415
Dario Romani ha scritto:...
Soprattutto per raccomandare l'uso di termini corretti, per esempio:
AGGANCIO e non GANCIO (il Gancio può essere un elemento dell' Aggancio)
DEVIATOIO e non SCAMBIO (il Deviatoio si basa sull'azione di Scambio fra due possibili vie)
BINARIO e non ROTAIE come nella primordiale documentazione Rivarossi (il binario è composto da due rotaie + le traversine)
ecc.
Grazie alle foto di Oliviero Lidonnici postate su Rivarossi Memory, evidenzio gli elementi di un Aggancio Rivarossi:
AGGANCI_RR.jpg

Mentre nel caso che segue l'Aggancio è equivalente al Gancio (a becchetto) essendo l'unico elemento funzionale.
Ganci_bec.jpg
Ganci_bec.jpg (13.68 KiB) Osservato 4710 volte

+ Ciao da Dario Romani
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Re: Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...

Messaggioda Dario Romani » 13 gen 2015, 15:36

Pertanto utilizzando i termini corretti (fatto salvo il titolo):
844 ha scritto:...omissis...
Avrei quindi necessità in primo luogo di immagini di AGGANCI Rivarossi a partire dal 1960 in poi (...).
Avendo una tartaruga (non l'animale, ma quella RR :lol: ) e la mia amata 4-8-4, ho modo di fotografare il gancio in plastica
(Nota: si tratta di un aggancio composto dal solo gancio senza staffa mobile)
delle loco anni '80, mentre ho le idee confuse per quelle del periodo precedente.
Mi farebbe piacere, ... per cui, se avete modo di fotografare AGGANCI degli anni '40 e '50 della Maerklin, della Jouef o di altre Case (non Fleischmann, ché sono fornito pure di quelli :D ), non esitate a postare le foto.
Per facilitarvi l'immane compito di correggere ed emendare i miei errori, non appena raccolto materiale a sufficienza, procederò con il postare i vari paragrafi che dovrebbero comporre l'articolo seguendo quest'ordine:
1) La situazione ante RR
2) I primordi: anni '40 e '50
3) Gli anni '60 e '70
4) Gli anni '80 e '90
5) Varie ed eventuali ( AGGANCI "modellistici", con presganciatore, ecc.)
Non penso di trattare degli AGGANCI "americani" perché ritengo esaustivo quanto scritto da Gianni Carrara sull'evoluzione dei carrelli dei carri merce, argomento che giocoforza coinvolge anche gli AGGANCI ...
...omissis... (alias Giorgio V.P.)
+ Ciao da Dario Romani
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Re: Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...

Messaggioda Massimo » 13 gen 2015, 17:07

bravo Oliviero! volontario per una bella pegola! ;-)
...e ricordati anche questi...

serie economiche anni '50...
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Re: Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...

Messaggioda Giorgio » 13 gen 2015, 20:47

Il volontario è Giorgio V.P.-844
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Re: Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...

Messaggioda 844 » 14 gen 2015, 0:29

Come promesso, eccovi il primo paragrafo, contenente una introduzione al tema: i ganci Rivarossi.
Spero di non essere stato troppo prolisso, noioso o altro e mi auguro anche di non avere commesso (troppi) errori.
Spero comunque nella vostra indulgenza e comprensione.
Buona lettura

Nella realtà ferroviaria il sistema di aggancio garantisce una efficace unione tra i vari rotabili, resistendo alle sollecitazioni derivanti dalla trazione e consentendo, con l’ausilio dei manovratori, la composizione e la scomposizione dei treni.
Ai primordi delle ferrovie, veniva applicato sulle testate di ogni rotabile un vero e proprio gancio che, per mezzo di catene, garantiva il collegamento dei vagoni fra loro e di questi con la locomotiva.
Ben presto, tuttavia, aumentando la velocità dei convogli, ci si rese conto che tale sistema non era in grado di preservare i rotabili (e soprattutto le persone che li utilizzavano per viaggiare) da urti e scossoni.
Venne quindi realizzato un sistema più efficiente e sicuro: in primo luogo si dotarono i rotabili di respingenti e si utilizzò una nuova catena composta di due maglie collegate tra loro mediante un sistema a vite che ne permetteva il serraggio fino al contatto tra i respingenti (c.d. "tenditore a vite").

Anche nel campo del modellismo ferroviario, dove il gancio è chiamato a svolgere la medesima funzione che assolve nella realtà, ci si dovette confrontare con il problema di riprodurre in scala questo particolare, garantendone al contempo le medesime caratteristiche funzionali.
Scartata l’idea di riprodurre in scala il particolare in questione, sia per la obiettiva delicatezza che avrebbe assunto l'insieme, sia per la ovvia difficoltà di procedere a realistiche operazioni di composizione e scomposizione dei treni in miniatura, nel corso del tempo le varie Case costruttrici di treni in miniatura hanno escogitato diversi sistemi di aggancio, allo scopo di permettere, come nella realtà, l’unione dei vari veicoli ferroviari da loro prodotti: da semplicissimi ganci ed occhielli, che pur assicurando una buona tenuta nella marcia del treno non consentivano una riproduzione delle manovre ferroviarie realistica, a strutture più complesse, realizzate nel sempre costante desiderio di raggiungimento della perfezione nel campo modellistico.

Negli anni ’40, quando la Rivarossi incominciò a produrre i suoi treni in miniatura, il panorama fermodellistico era dominato dalle ditte tedesche, su tutte la Märklin, ma si era ancora ben lontani dal raggiungere parametri uniformi in questo settore.
Così, ogni Casa si caratterizzava per dei particolari specifici, che ancora oggi consentono di distinguere a colpo d’occhio, tra modelli coevi, quelli Märklin da quelli Fleischmann, quelli Rivarossi da tutti gli altri.

Ad esempio, uno dei primi ganci Fleischmann era questo:

Gancio FLM.JPG


Come si nota, si tratta di un esempio notevole per l’epoca, in quanto permetteva una sicura unione tra i rotabili, ma risultava troppo massiccio. Venne presto sostituito da quello classico che tutti conosciamo:

DSCN3558.JPG


Andrebbe ben oltre lo spirito di questo articolo descrivere l’evoluzione dei sistemi di aggancio utilizzati dalle varie Case costruttrici (sia consentito il rinvio a questo sito, per chi volesse approfondire l'evoluzione del particolare in questione per i treni Fleischmann:http://www.effert.de/index.php/kupplungen). In questa sede, basti osservare che tutti, quantomeno negli anni ’40 del XX secolo, erano caratterizzati dalla presenza di due elementi che, convenzionalmente, chiameremo occhiello ed uncino. (N.d.A: se qualcuno ha un modo migliore per chiamarli, me lo faccia sapere, basta che intendiamo tutti di cosa stiamo parlando, specie quando mi addentrerò nel campo dei ganci RR)
Il sistema più semplice che fu escogitato, infatti, fu quello di riunire, in una medesima struttura, i vari elementi che nella realtà consentono l’aggancio tra i rotabili, elementi che, ridotti all’essenziale, possono essere assimilati proprio ad un uncino e ad un occhiello che con esso si impegna.
Le uniche differenze da me riscontrate, ovviamente in linea di massima, riguardano la mobilità di questi due elementi, necessaria per consentire l'agganciamento o lo sganciamento dei rotabili: ad esempio, mentre nei ganci Fleischmann quello che chiameremo per semplicità occhiello è fisso, l’uncino è mobile. Viceversa, nei modelli Rivarossi accade l’esatto opposto: l’uncino è fisso e l’occhiello è mobile.

Ma questa è tutta un’altra storia.

To be continued...

Chiudo con i ringraziamenti e i miei desiderata: per caso c'è qualche fortunato possessore di carrozze tipo V ABz Serie Normale 1948, del tipo dotato di illuminazione (ma le hanno prodotte veramente???) che mi manda una foto del gancio, per capire se c'era qualche differenza rispetto a quello normale?

Grazie a Oliviero e Massimo per le foto.
@ Massimo: Pensavo di parlare dei ganci Serie Verde in un apposito paragrafetto.

Buona serata a tutti da 844 (alias Giorgio V.P.)
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Re: Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...

Messaggioda Max 851 » 14 gen 2015, 9:13

Bravissimo Giorgio, mi sembra che l'inizio dell'articolo sia assolutamente ineccepibile, quindi aspetto con impazienza di leggere il seguito.
Quanto alla terminologia, ha ragione Dario: i termini ferroviari corretti sono proprio "aggancio", "deviatoio" e "binario"; tuttavia, mentre chiamare "rotaia" un binario lo trovo inaccettabile, sui termini "scambio" e "gancio" sarei un po' più tollerante perché in fondo sono i termini che usavano le Case modellistiche sui loro cataloghi. In particolare, volendo scrivere una storia dei ganci Rivarossi, mi sembra corretto usare una terminologia coerente con quella a suo tempo usata dalla Casa.
Massimiliano
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Re: Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...

Messaggioda Dario Romani » 14 gen 2015, 9:52

Mi dichiaro d'accordo con quanto appena scritto da Massimiliano e accetto per questa trattazione la vecchia terminologia, eccetto occhiello da rinominare in staffa.
844 ha scritto:...omissis...
In questa sede, basti osservare che tutti, quantomeno negli anni ’40 del XX secolo, erano caratterizzati dalla presenza di due elementi che, convenzionalmente, chiameremo occhiello ed uncino. (N.d.A: se qualcuno ha un modo migliore per chiamarli, me lo faccia sapere, basta che intendiamo tutti di cosa stiamo parlando, specie quando mi addentrerò nel campo dei ganci RR)
Il sistema più semplice che fu escogitato, infatti, fu quello di riunire, in una medesima struttura, i vari elementi che nella realtà consentono l’aggancio tra i rotabili, elementi che, ridotti all’essenziale, possono essere assimilati proprio ad un uncino e ad un occhiello che con esso si impegna.
Le uniche differenze da me riscontrate, ovviamente in linea di massima, riguardano la mobilità di questi due elementi, necessaria per consentire l'agganciamento o lo sganciamento dei rotabili: ad esempio, mentre nei ganci Fleischmann quello che chiameremo per semplicità occhiello è fisso, l’uncino è mobile. Viceversa, nei modelli Rivarossi accade l’esatto opposto: l’uncino è fisso e l’occhiello è mobile.
...

Il modo migliore per chiamarli è nella NEM351 riportata in Gergo fermodellistico ...
viewtopic.php?f=85&p=32583#p32583
Alceo Manino-Traduttore in Italiano ha scritto: 3.1 Agganci a staffa (Mia Nota: esempi: Maerklin e Rivarossi)
Gli agganci a staffa hanno una staffa mobile ed un uncino fisso. La staffa è di solito ribaltabile
verso l'alto e cade sull'uncino dell'altro aggancio. Se entrambi gli agganci sono provvisti di
staffa, le due scivolano una sull'altra.
Gli agganci a staffa possono anche venir realizzati in modo che gli uncini sporgano oltre il
bordo anteriore della staffa e durante l'agganciamento si dispongano uno accanto all'altro. In
posizione agganciata le staffe di questa variante non si sovrappongono.(Mia Nota: esempio: LGB)

3.2 Agganci a uncino (Mia Nota: esempio: Fleischmann)
Gli agganci a uncino hanno un uncino mobile ed una staffa fissa. L'uncino è di solito ribaltabile
verso l'alto e cade dentro la staffa dell'altro aggancio. Se entrambi gli agganci sono provvisti
di uncino, i due scivolano uno accanto all'altro.
Gli agganci a uncino possono anche possedere una staffa che sporge oltre l'uncino; durante
l'agganciamento queste staffe scivolano una sull'altra.

Quindi staffa invece di occhiello.
PS Eliminerei del tutto la trattazione relativa agli agganci Fleischmann.
+ Ciao da Dario Romani
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Re: Parliamo un po' dei ganci Rivarossi...

Messaggioda Karolus » 14 gen 2015, 13:02

Vorrei suggerire a Giorgio V. di aggiungere due concetti alla trattazione:

- tra gli agganci tipo Fleischmann (ad uncino) e quelli Rivarossi / Märklin (a staffa) i secondi sono quelli che riproducono più fedelmente (tutto è relativo!) il sistema di aggancio dei rotabili reali;
- un altro limite della possibilità di riproduzione fedele del sistema di aggancio è la necessità di mantenere l'accoppiamento percorrendo curve di raggio molto più ridotto, in scala, rispetto alla realtà; questo comporta la caratteristica deformazione, in senso trasversale, della staffa, il fissaggio dell'aggancio ai carrelli anziché al telaio dei rotabili che ne sono provvisti e tutto quello che è stato inventato nel tempo per mitigare quest'aspetto poco estetico e di relativa bassa fedeltà al reale.

Saluti

Karolus
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