Numeri sotto i modelli anni '50



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"E' il link del bellissimo sito dedicato alla storia della vecchia Rivarossi.
Già da tempo in contatto con loro, abbiamo insieme deciso di creare una sezione del forum dedicata al loro sito.
Naturalmente per prima cosa, per chi non l'avesse ancora fatto, vi consiglio di andare a visitare il sito http://www.rivarossi-memory.it e di studiarlo per bene visto che contiene buona parte della storia del fermodellismo Italiano per poi venire qui e parlarne con noi e con loro!
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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda maxgottardo » 6 mag 2014, 9:30

Ciao Riccardo e ciao a tutti. Pecchioli è un collezionista di Firenze che per qualche tempo ha frequentato anche i mercatini romani dove comprai la scatola per la L 691/R rigenerata. Per qualche tempo Pecchioli meritoriamente rendeva disponibili questi imballi degni dei pezzi originali che purtroppo ne erano privi. Meglio una bella scatola che imita quella originale piuttosto che tenere roba del genere nelle confezioni parallelopipeodali della maionese, come pure mi è capitato di trovare. C'era anche un appassionato di Bologna che faceva la stessa operazione per la Fleischmann. Oltre a questa scatola, ho comprato confezioni rigenerate per la littorina, della E 424 e della Gr 221 F.S.. Ma si vede lontano un miglio che sono rigenerate e non quelle originali. CREDIMI!!!Anche tu che non sembri edotto su questo punto, non potresti avere dubbi sulla non autenticità di quelle scatole perchè mancano di patina dell'antico e poi perchè sono di un solo tipo mentre in quegli anni la RR ne cambio' come sappiamo quasitutti gli anni e anche i cartoncini di collaudo e il foglio di istruzioni sono fatti in modo da non poter generare dubbi. La 691 che è fotografata sul sito RRM nella sezione profduzione non è la mia ed ha il numeretto del certificato di produzione 840. Si vede che non è la mia perchè la mia sta un po' meglio almeno a giudicare dalle foto. Se hai altri dubbi chiedimi. ciao Maxgottardo
maxgottardo

 
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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda Tricx » 6 mag 2014, 23:36

Ciao Massimo, Ti ringrazio per le precisazioni, però scusa l'insistenza su alcuni punti:
maxgottardo ha scritto:comprai la scatola per la L 691/R rigenerata.
.....Oltre a questa scatola, ho comprato confezioni rigenerate per la littorina, della E 424 e della Gr 221 F.S.. Ma si vede lontano un miglio che sono rigenerate e non quelle originali.
...non potresti avere dubbi sulla non autenticità di quelle scatole perchè mancano di patina dell'antico ...
......e anche i cartoncini di collaudo e il foglio di istruzioni sono fatti in modo da non poter generare dubbi.

Quando parli di "rigenerate" intendi dire che si tratta di scatole "nuove", cioè rifatte ora (o comunque in anni recenti), "ad immagine e somiglianza" di quelle di quei tempi là. Ho capito bene, vero ?
E fin qui, pur avendo io ventilato qualche "astuzia da commerciante", ammetto che effettivamente può non esserci nulla di male, anzi, specie se la cosa è onestamente dichiarata e fatta presente. E passino anche i "fogli istruzioni" allegati ai modelli. Quello che capisco un pò meno in tale situazione sono i famosi "cartoncini di collaudo", che non essendo originali non hanno ragione d'essere, anche se da un lato comprendo che anch'essi contribuiscono all'abbellimento del modello ed al suo "arricchimento".
E proprio su tale punto sta il problema. Anche se Tu dici che "sono fatti in modo da non generare dubbi", rilevo che una scatola di tipo "anni '50" praticamente nuova di zecca può non ingannare il presunto intenditore ( leggi: anche un ingenuo come il sottoscritto ), ma un cartoncino sempre rimasto chiuso in una scatola, può benissimo a distanza di 50-60 anni, presentarsi ancora in condizioni perfette, nè più e ne meno di come si presenta un "rigenerato", sicchè può essere assai difficile distinguere questo da quello, dal semplice loro aspetto esteriore.

Ad esempio quello della Tua loco porta il n. 046 al posto della data e non reca numero di matricola: tuttavia su queste pagine è capitato di vedere non pochi "certificati di collaudo" che recavano indicazioni "non chiare" e mi pare di volta in volta abbiano destato interrogativi, nel senso che si è ritenuto che non vi fosse una prassi univoca in RR per la loro compilazione e cioè "talvolta compariva la data altre volte questa era sostituita da un numero".
Frasi di questo genere non mi ricordo su quale tread l'ho letta, ma l'ho di certo letta su questo Forum. E non è escluso neppure che i "certificati" in relazione ai quali si discuteva su tali particolarità, e dai quali si traevano elementi per la datazione dei modelli, non fossero affatto "non originali".

Il che conferma l'importanza di tali documenti, in relazione ai quali il fatto che vi siano in circolazione cartoncini similari ma non genuini, altro non fa se non ridurne in maniera significativa l'efficacia certificatoria nei confronti dei modelli che accompagnano.

Orbene, come detto, quando la situazione di "non genuinità" è risaputa e palesemente dichiarata, parrebbe non esservi problema, non essendo la cosa fatta per fini fraudolenti, e non vi sarebbe pericolo di equivoci sull'età "precisa" di un modello.
Però ad esempio un collezionista potrebbe in tutta buona fede trovarsi tra le mani un modello accompagnato da tale tipo di documentazione "non genunina", avendolo acquistato da soggetti che a loro volta, (eredi che nulla sapevano, precedente acquirente cui, per i più svariati motivi, non era stato precisato il "piccolissimo particolare"), in tutta buona fede, pensavano trattarsi di roba totalmente autentica.
Capisci quindi che per tutti noi "aficionados", specie quando cerchiamo, mettendo insieme i vari elementi di risalire alla giusta età dei vari cimeli e di comprendere anche la "ratio" di tanti aspetti del "mondo Rivarossi", quale ed esempio proprio la questione dei "numerini" sotto i modelli, la cosa è un pò spiazzante.

quote="maxgottardo"]La 691 che è fotografata sul sito RRM nella sezione produzione non è la mia ed ha il numeretto del certificato di produzione 840.[/quote]

Proprio tenendo conto del discorso che precede, bisognerebbe a questo punto anche vedere effettivamente se e quale numeretto "bianco su sfondo rosso" si trova sotto il modello e per tale motivo già ne avevo fatto richiesta.

Un cordialissimo saluto a tutti.
Riccardo.
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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda Massimo » 7 mag 2014, 8:03

per non eccedere nel fuori tema, pur concordando con tricx che cartoncini di collaudo "nuovi" possano (forse) generare confusioni, concordo con la scelta di maxgottardo di dotare la sua straordinaria 691 di un contenitore "adatto" per stile e percezione.
I cartoncini di collaudo non sono dei veri falsi in quanto (oltre ad essere dichiarata la loro origine) non hanno le caratteristiche peculiari dei veri: ad esempio i timbri dei collaudatori e del codice numerico, sono semplicemenete riprodotti in stampa e NON APPOSTI con un timbro. Se fosse danaro è come spacciare per vera della cartamoneta riprodotta a stampa.
Se guardi la prima foto di maxgottardo notarai anche il biancore e la perfetta piegatura della carta del foglio istruzioni allegato...
D'altronde un qualunque appassionato ed esperto collezionista (storicamente informato e oltretutto disposto a spendere cifre notevoli) sarabbe sufficentemente preparato per non cadere nell'ingenua mistificazione.

Anche gli appassionati di grandi marche storiche (Maerklin, per esempio) accettano le riproduzioni delle scatole e tollerano l'anacronismo in nome di una "maggior rispetto" del modello.
Massimo

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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda berto75 » 13 mag 2014, 21:34

A proposito di cartoncini o certificati di collaudo, Rivarossi nei primi anni 50 li accludeva anche negli scambi per certificare il loro collaudo e funzionamento ! :shock: Infatti mi sono ritrovato tra le mani un certificato di collaudo che penso sia originale. Dico penso, perché questi scambi art. SD-SS 1000 della serie blu per il funzionamento in c.a non li ho mai avuti in vita mia, sono entrato in possesso di detto certificato assolutamente per caso, ricordo di averlo trovato al mercatino dei navigli (mi sembra nei primissimi del 2000) da un venditore tipo robivecchi che vendeva di tutto, il quale aveva sulla bancarella una pila di vecchi cataloghi Rivarossi e lima di varie annate, nonché molti foglietti sciolti di manutenzione di loco Rivarossi, ma non vendeva, né tantomeno aveva trenini . Tutto il materiale mi sembrava proprio originale, i fogli tra l'altro erano molto ingialliti e la maggior parte dei cataloghi in pessime condizioni essendo provenienti da chissà quale cantina o soffitta. Ricordo che comprai un catalogo RR del 1959 QUELLO COL TEE LIGURE e un paio di cataloghi lima anni 60. Questo certificato lo presi a caso (il venditore me lo regalò avendogli preso 3 cataloghi )tra diversi altri (x) che aveva sparsi e infilati in quella pila di cataloghi. Accidenti :-x ,mi fossi reso conto allora della loro importanza a livello documentario !! ma all'epoca non li consideravo più di tanto, mi sembrava inutile avere dei certificati di loco che non avevo. Ho il rimpianto, col senno di poi, ancora ora di non aver guardato con maggior attenzione tra quelle carte, magari chissà quali segreti o informazioni forse se ne sarebbe potuto ricavare. Mi domando, (dato che non ho mai avuto tali binari e armamento RR d'epoca) i famosi numerini decals per caso vi risulta se figuravano anche sotto detti scambi? Forse no, perché comunque tale certificato non porta compilato il numero di matricola come invece dovrebbe esser per le locomotive .Il certificato è timbrato in blu e datato 30 novembre 1949 ed è presente la firma del montatore certo PIFFARETTI. ECCO LE FOTO -4- BERTO75
Allegati
1590%20Riva%2020[1].jpg
La pagina del catalogo del 1950 in cui appaiono gli scambi art.SD-SS 1000
003.JPG
a quanto sembra il certificato usato per attestare il collaudo degli scambi era lo stesso che veniva usato per le motrici RR.
005.JPG
Ecco come si presenta il retro del certificato . Esso è stampato su un cartoncino tipo paglierino con minuscoli filamenti blu
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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda Massimo » 14 mag 2014, 8:24

caro berto75 sembrano proprio originali! La presenza delle marcature con timbro, il cartoncino "a peletti", la menzione del codice unico per scambi dx-sx (erano infatti venduti a coppie), l'inchiostro della firma del Sig. Piffaretti giustamente virato al viola (il tempo passa anche per lui Yellow_Flash_Colorz_PDT_02 ...) sono proprio fattori di autenticità.
Non ho mai capito invece la funzione del foro....
Massimo

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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda berto75 » 14 mag 2014, 17:15

Grazie mille Massimo per le tue osservazioni!! Non so a cosa potesse servire quel foro perfettamente circolare (ma compare su tutti i certificati di collaudo conosciuti? ) posso solo formulare un ipotesi (o una sciocchezza :oops: ?) , forse i cartellini di collaudo, una volta che il pezzo montato era stato effettivamente collaudato, venivano obliterati (come i vecchi biglietti del tram dal controllore laught16 !) dal collaudatore ad attestare appunto l'avvenuto collaudo e a questo punto infilati nella scatola con l'articolo a cui il certificato si riferiva. Quanti misteri [ph34r.gif] ci sono in Rivarossi!! -4- Berto75
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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 14 mag 2014, 19:04

Un ipotesi vale l'altra -1- ..............
"Sparo" la mia :mrgreen: :
...Probabilmente il foro serviva per il passaggio di una cordicella per poter legare il cartellino al modello in esposizione in negozio (come avverrà molti anni dopo con la targhetta "Rivarossi", legata ai modelli degli anni Novanta.
-4-
:mrgreen: OLI
Oliviero Lidonnici

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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda Viridovix » 19 mag 2014, 14:28

I foglietti prestampati erano infilati su un puntacarte e potevano essere "pescati" alla bisogna dal collaudatore?
Giuseppe aka Viridovix
I miei rotabili: http://www.briotti.name/modellismo/indice.html
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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 21 mag 2014, 20:34

Torniamo all'argomento primitivo: Numeri sotto i modelli anni '50
Rivediamo alcuni esempi:
691Cos.Mo. di Maxgottardo (367)jpg.jpg
691 Cos.Mo.

A 2002 (761) .jpg
A 2002

E626 di Howard (825).JPG
E 626

B&O Dockside di G.Tanzi (302).jpg
B&O Dockside (motore trasversale)

4-4-2 (107).jpg
L SP/R 4-4-2

L835-R del 1954 su e-bay(33X).jpg
L835/R (1954)

V ABZ di Berto75 (289).jpg
V ABZ (esemplare 1)

V ABZ di Nino44 (234).jpg
V ABZ (esemplare 2)

V200 Trix di Riccardo (104-317).jpg
V 200 (esemplare 1)

V200 Trix di amicoMassimo (453).jpg
V 200 (esemplare 2)

Iniziamo con l'allargare il periodo visto che la V 200 è posteriore al 1961 quindi, anche se di poco, superiamo gli anni Cinquanta.
Notiamo che abbiamo due esemplari di V ABZ e due di V 200 in ambedue i casi troviamo numeri diversi. Quindi, escludendo che i numeri si riferiscano ad un modello, possiamo stabilire che sono riferiti all'esemplare.
Le numerazioni sono alte (per l'E 626 supera quota ottocento) quindi mi sembra attendibile l'ipotesi che stiamo osservando la numerazione progressiva di esemplari prodotti di un modello.
L'unica ipotesi attendibile è quella di berto75 che suggerisce siano numeri di matricola dei singoli modelli oppure numeri di collaudo (indipendenti dal tipo di modello).
Saluti da Oliviero
Oliviero Lidonnici

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Re: Numeri sotto i modelli anni '50

Messaggioda Tricx » 26 mag 2014, 1:33

Per quanto riguarda il foro sul cartoncino del "Certificato di collaudo", reperito da Berto 75 (col quale mi complimento per la genuinità e rarità del documento ), concordo con Oliviero ( che ha scritto prima di me ciò che autonomamente avevo anch'io pensato ), che servisse per farci passare una cordicella per tenerlo agganciato ai deviatoi stessi.
Credo che ciò sia collegato al fatto che tale tipo di articoli certamente doveva essere confezionato in scatole piatte e sottili, al cui interno il cartoncino in oggetto (cui evidentemente Rivarossi attribuiva grande importanza in termini di qualità, prestigio ed "immagine" del marchio, cosa oltretutto direttamente collegata anche con l'aspetto dell'assistenza alla clientela ), poteva andare perso o venire dimenticato in misura molto maggiore rispetto alle scatole delle locomotive.

Un cordiale saluto a tutti.
Riccardo.
Tricx

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