Io il terreno lo farei così...



Io il terreno lo farei così...

Messaggioda Luca Rambaldi » 29 ago 2011, 18:33

Trovandosi a lavorare su un plastico o su di una piccola porzione di esso oltre al contesto ferroviario occorre riprodurre in maniera altrettanto attenta ed accurata il paesaggio in cui la ferrovia è inserita.
Propongo a seguire la soluzione da me utilizzata, prendendo come spunto un articolo pubblicato su una rivista di modellismo militare, per realizzare il terreno che sarà il fondo sul quale andrò a posizionare dopo averlo rifnito la vegetazione bassa, gli alberi, gli animali e tutto ciò che sarà il contorno del binario.
Come già scritto in altro topic il mio intento è quello di spendere il meno possibile in prodotti specifici ed ottenere il medesimo effetto reperendo gran parte della componentistica da ciò che poi dovrò andare a riprodurre...la natura.
Avendo modo sia per lavoro che per diletto di girare spesso fuori dalla città ho avuto più volte modo di rendermi conto che non c'è nulla di più variabile del colore del terreno e soprattutto della terra dei campi coltivati a volte marrone molto scuro, a volte rossastra a vole marroncina ed addirittura in certi casi tendente al bianco.
Così ho deciso di prelevare, armato di cucchiaio da minestrone di verdura e sacchetto di plastica cuki, in lungo e in largo per le campagne intorno a Bologna, sia nella bassa più depressa che nelle zone collinari, campioni di terra cercando il più possibile di andare a prendere tonalità di coloro diverse tra loro.
Una volta eseguita la raccolta del materiale ho iniziato a prepararlo per l'uso: con un piccolo macina caffè elettrico ed un vecchio setaccio da farina ho polverizzato e setacciato il tutto e raccolto le varie polveri così ottenute in barattoli ciascuno dotato di etichetta adesiva ove ho scritto la località di provenienza della terra.

Per realizzare un terreno il più realistico possibile la sola terra non è sufficiente; occorre mescolarla nelle dosi necessarie alla grandezza della superficie da ricoprire con altri componenti fino ad ottenere una mistura molto simile ad un fanghetto che potremo poi facilmente stendere con una spatolina sul nostro piano.
Ripercorriamo ora per immagini le fasi necessarie per arrivare al fanghetto pronto per la stesura...

DSC06149.JPG


Per prima cosa si prepara all'interno di un contenitore dello stucco da muro a base d'acqua e sopra di esso si versa un po' di terra in polvere.

DSC06150.JPG


Per potere amalgamare i vari componenti tra loroè necessario aggiungere, un poco alla volta, piccole quantità di acqua in modo da rendere la soluzione acquosa e facilmente lavorabile.
A seconda della composizione chimica della terra potrà essere necessario, per rendere l'impasto lavorbile, aggiungere più o meno acqua.

DSC06151.JPG


Rimescolando lentamente e per qualche minuto in modo da scindere bene i vari componenti tra loro otteniamo un fanghetto di colore marroncino molto chiaro.

DSC06152.JPG


Se anche dopo acuni minuti di lavorazione l'acqua non viene assorbita e l'impasto ottenuto è poco denso si aggunge altra terra in polvere per addensare il tutto e per permetterci poi di lavorare con un impasto consistente

DSC06153.JPG


Una volta che la consistenza del fanghetto è ritenuta sufficiente ci si può letteralmente sbizzarrire e si può andare a colorare l'impasto aggiungendo e mescolando tra loro già in opera diverse tonalità di colore.
Visto che come si vede dalla foto bisognausare grandi quantità di colore è meglio non utilizzare costose vernici da modellismo; per convenienza è meglio rivolgere la propria attenzione su vernici acriliche normalmente in vendita presso i grandi negozi per il bricolage e gli hobby in genere che offrono un'ampissima gamma di tonalità e di colori adatti a tutte le esigenze.

DSC06147.JPG


Una volta raggiunta la tonalità desiderata con una spatola ed in certi punti con il dito spandiamo il tutto e attendiamo il tempo necessario all'asciugatura completa.

A risentirci con il prosieguo delle lavorazioni... -4- -4- -4-
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Re: Io il terreno lo farei così...

Messaggioda Luca Rambaldi » 31 ago 2011, 21:39

Dopo avere atteso circa due giorni necessari per l'asciugatura completa del composto steso possiamo quindi andare a verificare l'effetto che si ottiene attraverso l'utilizzo di questa tecnica per la realizzazione del terreno:

DSC06154.JPG


DSC06157.JPG


DSC06159.JPG


Come si può vedere dalle immagini avendo fatto il lavoro preparando più volte l'impasto le tonalità di colore, seppur molto simili tra loro, risultano realisticamente leggeremente diverse; inoltre avendo steso il fanghetto con una spatola sono visibili sul terreno in alcuni punti delle striature verticali, poco realistiche, che andranno successivamente lavorate con carta vetrata da legno di differente grana prima più grossa (grana 60) per eliminare tutti gli spigoli vivi presenti sulla superficie e poi più fine (grana 120) per le rifiniture.
Inoltre come si può ben vedere, nonostante l'attenzione e la perizia con cui è stato steso il fondo, nei punti di disconnessione ove è presente maggior quantità di stucco si sono formate crepe di varia profondità, di varia forma e di varia estensione che lavorate e rifinite possono ben rappresentare il terreno arido e spaccato dalla calura ma possono anche essere un'ottima e casuale fonte di ispirazione per il posizionamento della vegetazione.

DSC06165.JPG


Nell'immagine si può ben vedere come cambia l'aspetto del terreno dopo che lo si è lavorato con la carta vetrata: nella parte a destra del binario ha già un aspetto levigato e più vero mentre a sinistra del binario è ancora allo stato grezzo da riprendere e da rifinire a dovere.

DSC06178.JPG


Ed ecco come sfruttare a proprio vantaggio la presenza casuale delle crepe lungo il terrenno...con un cacciavite e un barattolo di vinavil si riempie la crepa con il collante e sopra si può posizionare la vegetazione.

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Re: Io il terreno lo farei così...

Messaggioda Marco Fornaciari » 1 set 2011, 22:50

E bravo il nostro Luca.
Però ... un suggerimento per un trattamento casalingo, prima di utilizzare: terra, sabbia, sassi e altri materiali inerti raccolti in natura sarebbe opportuno lavarli in soluzione di ipoclorito di sodio, banale varechina, quindi un buon risciaquo, il tutto seguito da essicazione in forno a circa 130 gradi, l'esposizione al sole estivo per giorni può andare bene.
Diversamente col tempo potrebbero esserci sorprese.
Tipicamente gli inerti per uso nelle costruzioni edili dopo la frantumazione sono essicati a circa 400 gradi, per laterizi e ceramica il discorso è diverso in quanto vi è poi la cottura a d oltre 1000 gradi.
Saluti
Marco Fornaciari
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