Il boom dello slot era già in crisi nel 1969 (max 1970) [Almeno per Roma e dintorni] ma ciò non toglie che qualche nostalgico (o cattivo affarista) fece qualche tardo ed infruttuoso tentativo per mantenerlo in vita. Ad esempio ricordo che qualche anno dopo (ma non sono sicuro dell'anno....forse tra il1971 e il 1973) qualche "buontempone" aprì a Roma e proprio dietro casa mia (zona piazza Tuscolo) un locale con una pista ad 8 corsie (probabilmente una delle piste ex Via Rubicone o ex Via Tuscolana: center che avevano già chiuso i battenti).
La notai per caso e ci andai un paio di volte con alcuni dei miei modelli 1/24 del 1967 "più o meno" funzionanti.
Ero l'unico a girare, non incontrai nessun altro . La pista fu chiusa poco tempo dopo e il sottoscritto portò tutto il materiale slot in cantina.
LA SLOT-MANIA CICLICA.
CAPITOLO SECONDO
Morto lo slot-racing 1/24 nel 1970 (ma a parte la parentesi della pista dietro casa, io avevo chiuso almeno un paio d'anni prima) per un pò di tempo non si parlò più di questa attività ma le ditte di giocattoli e modellismo continuavano a vendere le piste casalinghe 1/32 ed 1/43 (ma anche 1/24) ed alcuni appassionati irriducibili avevano creato dei piccoli club attrezzati con piste commerciali (soprattutto Polistil e Scalextric) almeno a 4 corsie. Nota la Scalextric permetteva piste 1:32 anche a sei corsie.
Comunque oltre le succitate ditte vi erano in Italia vari altri produttori di piste e modelli slot: citiamo: Carloni "Scuderia Drago" (piste1/32), Ellegi (piste 1/60 e 1/24), National Toys (ma la produzione delle piste di questa ditta era terminata nel 1970), Tecno-Giodi, e altre minori.
Dalla Germania giungevano sempre le costose piste: Fleischmann, Merklin, Stabo e Carrera. Quindi lo slot "privato" era vivo e vegeto ma le competizioni pubbliche erano scomparse.
Tra il 1974 ed il 1975 c’è un risveglio dello slot supportato anche dalla solita rivista Autosprint che promuove i nuovi modelli e le nuove piste prodotte ma il mercato si era ormai orientato alla scala “casalinga” 1/32, abbandonando la scala 1/24 che necessitava di locali di grandi dimensioni.
In quell’epoca avevo altro da pensare: ero militare a Bari Palese, Sten GAri di complemento, al 16° Campalgenio AM. Nel tempo libero suonavo chitarra e tastiere con i colleghi, progettavo sintetizzatori, andavo al mare o giocavo a biliardo e a scacchi al circolo ufficiali e magari qualche giretto sull’aeroporto con i colleghi elicotteristi. (Un duro lavoro la Naja! ). Congedato (purtroppo) a Luglio del ’75, tornai a Roma e riprese le solite abitudini, leggendo Autosprint, venni a conoscenza della rinascita dello slot.
Avevo ancora la pista Scalextric a 4 corsie ma non lo spazio sufficiente per montarla (o almeno per tenerla montata per più di due giorni di seguito) inoltre avevo convertito tutti i miei modelli (1/24 ed 1/32) alle piste “professionali” del ‘66/’67 e quindi inadatti a girare sulla pista anglo-francese. Comunque feci qualche tentativo ma non trovando amici con cui gareggiare presto riportai tutto il materiale in cantina.
Il 25 Dicembre del 1977 accompagnai mio nonno, con la mia favolosa Fiat 500L, alla messa in una famosa Basilica romana. Arrivammo troppo presto e visto che era una bella giornata soleggiata, ci soffermammo all’esterno della chiesa e quindi ebbi l’occasione di notare e di leggere un manifestino dell’Associazione della Basilica, che invitava ad iscriversi ad una gara di presepi con premi per i presepi migliori. Naturalmente, seguendo la tradizione di famiglia, ho sempre realizzato ogni anno il mio presepe e mi iscrissi.
Alcuni giorni dopo il Natale, si presentarono a casa mia una decina di componenti dell’associazione suddetta, per vedere e fotografare il mio presepe.
Erano attrezzati con una buona reflex con flash ma non avevano il cavalletto, indispensabile per fotografare quel presepe che si basava principalmente su giochi di luce di lampade interne e nascoste. Vista la loro perplessità, a quel punto gli proposi di utilizzare uno dei miei cavalletti e approfittai dell’occasione per mostrare la mia collezione di fotocamere, obiettivi Nikkor, filtri e naturalmente cavalletti. Rimasero impressionati ed avendo anche notato le mie chitarre appese al muro, mi invitarono ad iscrivermi alla loro associazione in cui avrei potuto usufruire del loro laboratorio fotografico, partecipare alle mostre, suonare nel complessino strumentale, cantare nel piccolo coro polifonico e cimentarmi anche nel loro laboratorio di ceramica.
Naturalmente andai a visitare l’associazione e mi iscrissi, anche avendo notato, tra l’altro, che c’erano parecchie ragazze carine ed io ero diventato single da poco tempo… .. Quindi avevo trovato un nuovo gruppo d’amici con cui condividere musica, fotografia ed arte e soprattutto ampi locali in cui magari realizzare una bella micropista…..associativa
Partendo da un paio di piste Polistil usate, cedute da alcuni amici dell’associazione e dopo qualche visita a Porta Portese e ad alcuni magazzini all'ingrosso, ci procurammo abbastanza materiale per una pista Polistil a 4 corsie con percorso di almeno 15/20 metri.
Subito disegnai il progetto della pista:
- Anno 1978: progetto base della pista "associativa"
Questo è il progetto di base con previsione di allungarlo (cosa che poi facemmo) nelle sezioni A1 e A2.
Per le macchine acquistammo 4 modellini Polistil per far giocare i ragazzi dell'Associazione. La sera i "maggiorenni" correvano con i prototipi.