Complimenti, Berto, per quei tuoi reperti interessantissimi e singolari....e comunque di sicuro fascino !!!
Non sto a riportare i punti principali degli interventi che hanno preceduto, ai quali rimando, ma mi limito semplicemente ad esporre le mie opinioni sul punto.
Le tre automobiline di cui sopra raffigurano una tipica (e generica) carrozzeria degli anni '50- fino a inizi anni '60. Le forme degli anni '40 risentivano ancora di influenze del decennio precedente, dal momento che la guerra non aveva certo favorito il rivoluzionamento del design delle auto.... ma bensì di altre cose.
Dunque è quello il periodo di ideale riferimento.
Anche le modalità costruttive (e la stessa tipologia di materiale impiegato...) si attagliano al medesimo periodo.
In ogni caso escludo ( qualunque fosse il mercato cui originariamente erano destinate ), possa trattarsi di "gadget" omaggi per gli acquirenti di qualche prodotto (anche di quegli stessi anni !) compreso il marchio che dalle "autopsie"
e dalle successive ricerche di Berto è spuntato fuori.
Del resto proprio nel campo dei "gadget" offerti dalla grande produzione internazionale anche in quegli anni e su ogni mercato, la plastica, stampata perlopiù in unico pezzo in grandissime quantità ed a costo bassissimo, aveva già soppiantato ogni altro materiale e tipologia di oggetti.
Quanto al Marchio di cui sopra: secondo me era sicuramente operante in precedenza al "rilancio" operato a fine anni '70 dalla multinazionale che lo aveva probabilmente acquisito, ri-registrandone anche una nuova grafia del nome, parzialmente diversa, più "alleggerita", rispetto a quella che compare nei modelli di Berto.
E sicuramente era già presente sul mercato spagnolo e/o quelli dell'America Latina, anzi più probabilmente in entrambi.
E su tali mercati spesso avveniva che i Governi condizionassero agevolazioni e facilitazioni (soprattutto doganali) all'importazione di quei prodotti, alla creazione di stabilimenti produttivi nel loro stesso Paese, con l'ulteriore vantaggio, spesso, per la multinazionale di turno, di potersi avvalere anche di un basso costo del lavoro.
In tale situazione, tra l'altro, poteva svilupparsi pure una filiera di "indotto" per la fornutura di materie prime e sub-componenti a quegli stabilimenti "locali" (....cioè "delocalizzati" rispetto all'Azienda multinazionale madre....).
Per tornare al caso che ci interessa, credo che possa essere avvenuta una cosa del genere.
Cioè non ritengo che qualcuno si sia preso la briga di andare ad "aprire" bombolette della lacca per capelli in questione, (...esaurite dopo l'utilizzo ?....
...allora, belìn, in tal caso le hanno fatte a Genova !...
...avanzate ?.....scarti di produzione ? ), per "riciclarle" in quella maniera.
Più probabilmente qualcuno, da qualche parte, esaurite le forniture alla ditta che produceva quelle lacche, si sarà ritrovato in magazzino un certo quantitativo di materiale avasnzato, ossia intere lastre metalliche con scritte e marchi già stampati, pronte per essere ritagliate nelle loro precise misure per la produzione delle singole bombolette, lastre che non c'era modo di recuperare e riutilizzare così come erano, probabilmente anche per motivi di "marchio" e "copyright".
E quindi quel qualcuno ( probabilmente una ditta di stampaggi metallici ), si è industriato a "lavorarle" e recuperarle nel modo che abbiamo visto, ritagliando ( in modo e dimensioni diverse da quanto previsto per le originarie bombolette ) quelle lastre avanzate, nelle forme delle automobiline in questione e creando "linguette" per l'assemblaggio di quegli stampati con altri pezzi.
Non a caso le scritte, che sulla singola bomboletta erano sicuramente all'esterno e centralmente posizionate sulla superficie della stessa, nei modelli di Berto si trovano all'interno e semi-ritagliate in posizioni "a casaccio".
Oppure quel qualcuno si è limitato a venderle ad altri, che hanno attuato quanto sopra.
In ogni caso si tratta di una produzione "industriale" seppure rozza, effettivamente molto simile ai primordi Lima... tanto per fare un'esempio.
E realtà simili si saranno trovate di certo anche in Spagna, ad esempio, in quello stesso periodo.
Qual'era il mercato per quei prodotti ?
Nessuno ricorda - anche da noi - quelle bancarelle delle fiere di paese, degli anni '50 - ''60 ed anche successivi, con quelle cianfrusaglie di giocattoli da pochi soldi, tra i quali molti ancora erano proprio di latta e che ancora contendevano il posto a quelli di plastica ?
Scusate se mi sono dilungato.
Un saluto a tutti. Riccardo.