Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)



Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 23 gen 2019, 20:17

Passiamo ad altra ditta ma restiamo in Italia:
CARLONI di Stradella (Pavia) / SCUDERIA DRAGHI

La ditta fu fondata da Egiziano Carloni verso la fine degli anni Cinquanta a Stradella (Pavia). Produceva giocattoli in plastica. bambole ed armoniche a bocca; in particolare modellini di auto in scala 1:38 (circa) in origine privi di motore e definite: "Draghi a spinta" che potevano essere lanciate anche da una specie di catapulta detta LANCIADRAGHI.
1968-69 CARLONI 01 LANCIADRAGHI.jpg

In seguito venne prodotto un particolare motore (sembra a presa diretta senza demoltiplica di ingranaggi) che si poteva inserire dentro i modelli "a spinta", trasformando i modellini statici in slot-car a tutti gli effetti. Naturalmente fu messa in commercio un'apposita pista a due corsie con pulsanti, alimentatore e vari accessori.
1970-04-26_T.n.752 pista Carloni di Stradella 1.2.jpg
Estratto da inserto pubblicitario sulla rivista Topolino (fine 1969 inizi 1970)

1970-05-10_T.n.754 pista di E.Carloni e Lanciadraghi.jpg
Altro inserto. (Topolino n.754 del 10/05/1970)

1971-01-17_T.n.790 Carloni di Stradella Pavia -F-D 100-C.jpg
Ulteriore inserto (Topolino n.790 del 17/01/1971)

1971-01-17_T.n.790 Carloni di Stradella Pavia -F-D 100-D.jpg
Foto mostrata su Topolino ma probabilmente tratta dal catalogo Carloni/Scuderia Draghi del 1969/70


I modellini slot, per la potenza del motore, sembra fossero molto performanti ma la scarsa qualità dei materiali impiegati (soprattutto la gomma scadente) non ha permesso a questi modelli di perdurare nel tempo. Sono quindi estremamente rari.

Nota: per altre informazioni sull'argomento vedi Paolo Rampini: SLOTCARS MADE IN ITALY
http://www.policar.info/Assets/PDF/Pub- ... y-2014.pdf

[lupe.gif] Chi di voi ne sa di più ci fornisca notizie, commenti e materiali Yellow_Flash_Colorz_PDT_02
Saluti da Oliviero
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Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 25 gen 2019, 14:18

Molte ditte di modellismo ferroviario, seguendo la moda del momento iniziarono a produrre piste elettriche e modellini slot in scala 1:32 ed in seguito anche in scala 1:24. Vediamo qualche esempio:
Märklin
Märklin presenta la sua pista "Märklin Sprint" e la pubblicizza sulla solita rivista Topolino
1968-12-15_T.n.681-15dicem1968 M'A'RKLIN Sprint (slot).jpg
Questo inserto è del 15/12/1968 (Topolino n. 681)

Un esempio di confezione:
Marklin micropista slot (scatola).JPG

Fleischmann non è da meno di Märklin e presenta i suoi modelli particolarmente ben realizzati col marchio "Auto Rallye"
fleischmann 00 banner.png

Ho conservato due modelli di questa serie:
Fleischmann 01.jpg
Porsche Carrera6 (in primo piano) e Lotus 40 in scala 1:32

Fleischmann 02.jpg

Fleischmann 03.jpg
Lotus 40

Fleischmann 04.jpg
Porsche Carrera 6

Fleischmann 05.jpg
Il modellino visto dal basso mostra il pik-up e il motore disposto trasversalmente con la trasmissione ad ingranaggi frontali

Saluti da Oliviero
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Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 27 gen 2019, 16:31

001# M.R.M.C. 1966.jpg
Pubblicità di piste 1:24, sul settimanale di automobilismo sportivo AUTOSPRINT (Anno 1966)
Va notato il fatto che vengono coinvolte riviste di automobilismo "serio" (Autosprint, Quattroruote, ecc)
per pubblicizzare piste e competizioni di modelli in scala.

A dicembre del 1965 viene aperto a Roma a piazza Pio XI, 31 il primo "Center" (centro di corse automodelli) italiano:
il MODEL CAR RACING CENTER

002# Immagine 03.jpg
Le tre piste (nella foto vediamo le due più piccole) erano state costruite in America ed importate da Model Car Racewais of Italy

003# Pista P.Pio XI - Roma.jpg
La maggiore delle tre la "Pista rossa" ad otto corsie, per modelli in scala 1:24, aveva una percorrenza di 45 metri, ponte e curve sopraelevate

Le tre piste in legno del Model Car Racing Center di piazza Pio XI erano state costruite in america dal Model Car Raceways Inc. di Beverly Hills (California) ed importate dal già citato omologo italiano. In Italia, insieme con le piste, comparvero una miriade di produttori (soprattutto americani, più o meno conosciuti in Italia) di modelli ed accessori di auto slot 1: 24 ed 1:32 Tra quelli che ricordo: Monogram, Cox, AMT, Russkit, K&B, Champion, Classic, BZ, Dynamic, Strombecker, Rannalli, Riggen, Buz-Co, Gar Vic, ecc. e tra le ditte conosciute (per le scatole di montaggio statiche o per materiale ferroviario): Revell, Aurora, Atlas, Tyco e in seguito l'inglese Airfix e le tedesche Fleischmann, Faller e Stabo, omettendo per ora le giapponesi e le italiane. Un vero boom!
All'epoca gareggiavo ancora in casa con gli amici, su una pista Scalextric 1:32. Utilizzavamo principalmente modellini Policar e Scalextric, ma io mi ero costruito un prototipo basato su una carrozzeria Monogram di Ferrari 275 P (1:32) a cui avevo applicato un avantreno con pik-up e ruote sterzanti ricavato da un modellino di F2 Scalextric. Motore e retrotreno Policar, gomme e cerchi della scatola Monogram.
004# Monogram Ferrari 275P 1-32 (Scatola).jpg
La confezione conteneva un modello statico ma previsto per essere impiegato su un telaio motorizzato per lo slot che però non avevo comprato.

Nonostante fosse un "accrocco pazzesco", sulle piste di casa funzionava bene ed aveva riscosso l'ammirazione (malriposta) degli amici "pistaioli"
Con l'accrocco 1:32, baldanzoso mi recai (per la prima volta) al Model Car Racing Center e ovviamente feci una magrissima figura (x) e tornai piuttosto avvilito a casa :oops: ma con tante nozioni ed idee in testa e soprattutto con un modello nuovo, in scatola di montaggio sotto il braccio :D : la Hussein 1:24 dell'americana AMT
005# AMT - Hussein_Box.jpg
La mia prima slot 1:24

006# AMT - Hussein nera.jpg
La mia Hussein AMT 1:24 era in plastica nera, con telaio in ottone e dotata di un "grosso" motore Mabuchi D36

007# AMT- telaio e componenti mecc 02.jpg
Il telaio in lamierino di ottone, nudo e smontato AMT 1:24.
Era regolabile in lunghezza (e in larghezza) per potersi adattare a moltissime carrozzerie

Ero quindi pronto per iniziare la mia fulgida laught16 carriera di "slottista professionale" :-o (x) :oops:
:mrgreen:
Oggi a distanza di tanti anni risulta sorprendente e forse incomprensibile immaginare il subitaneo interesse che il nuovo hobby generò in un pubblico molto variegato. All'inaugurazione dei nuovi "center" erano spesso presenti autorità, personaggi dello spettacolo, complessi rock, famosi piloti di automobilismo. Basta vedere le foto dell'epoca.
008# Immagine 21.jpg
Una piccola folla assiepata attorno ad una pista slot (anno 1966)


Saluti da Oliviero
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Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 29 gen 2019, 15:36

Al "center" di piazza Pio XI a Roma, iniziano subito le gare di modelli 1:24 tutti ampiamente "truccati" (nei limiti dei regolamenti)

009# Pista P.Pio XI [2]- Roma.jpg
Istantanea di una fase di una gara di prototipi 1:24 al Model Car Racing Center di P. Pio XI a Roma (inizi del 1966)


Mente a Roma fervono le gare di prototipi, viene inaugurato il 23 maggio del 1966 il primo centro milanese, aperto dal MICRO RACING MODEL CAR in viale Washington n.33:

010# Immagine 08.jpg
Piloti del pulsante, di ambo i sessi e di tutte le età, si cimentano "tutti contenti" in gara. Chi non gareggia, con mani in tasca e sguardo accigliato osserva, con invidia, la gara a bordo pista.


Per il nuovo centro milanese sorto circa sei mesi dopo del romano, le piste già non sono più le americane di importazione, l'italia si è adeguata rapidamente ed a Roma (ufficio vendite in via Bernardino Telesio, 2) è sorta una nuovissima fabbrica di piste la MRMC

011# Immagine 22.jpg
Inserto pubblicitario con logo/stemma della ditta e informazioni sul prodotto venduto


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Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 30 gen 2019, 14:24

Riguardo all'apertura del nuovo MICRO RACING MODEL CAR di Milano, riporto integralmente un articolo inerente pubblicato sul settimanale di automobilismo sportivo Autosprint:
I BOLIDI A SAN SIRO (articolo di Carlo Micci sul settimanale Autosprint n.21 del 26 maggio 1966

MILANO - Finalmente anche gli appassionati automodellisti milanesi hanno piste-giganti per sfogare la propria passione! Dopo aver invidiato i più fortunati romani, che da Natale dispongono di un «Center» tutto per loro, la capitale economica d'Italia non si sente più parente povera nel settore dell'automodellismo. Sulla scia del «boom» fieristico, la Micro Racing Model Car ha aperto il primo Centro milanese. Una raffinata partecipazione mondana e sportiva ha fatto cornice alla inaugurazione del gruppo di autopiste ospitate nella sede del glorioso Moto Club milanese in viale Washington. I bolidi a San Siro! A pochi passi dal tempio del tifo calcistico, gli appassionati di automodelli elettrici da competizione hanno la palestra per cimentarsi nelle loro microgare, un hobby-sport in clamoroso crescendo in tutta Italia. Alla «vernice» c'erano autorità, quali assessori comunali milanesi e famosi sportivi come Gigi Villoresi e «Geki», i quali sono stati i padrini d'eccezione con tanto di medaglie d'oro ricordo.
012# Immagine 07.jpg
Il famoso campione di automobilismo Villoresi si fa spiegare
dall'inviato di Autosprint C.Micci i segreti degli automodelli slot

C'era un'orchestra «yé-yé» particolarmente rumorosa come quella dei Camaleonti e affascinanti indossatrici e fotomodelle. Per tutti c'è stata naturalmente una parentesi agonistica, molto eccitata come anche le nostre foto documentano. L'hobby ha «preso» subito e le piccole macchine sono state anche accuratamente esaminate da chi fino al giorno prima non aveva neppure sentito parlare di questa nuova «mania» modellistica. La sede di uno dei più famosi Moto Clubs italiani, come questo di viale Washington, sorge in una nidiata di alberi. Per i soci ci sono altri svaghi oltre alla pista appena inaugurata: giochi di bocce, campi da tennis e pista di pattinaggio. È un club privato, riservato agli iscritti all'M.C. molto ben frequentato, ma adesso con la micropista i dirigenti hanno dovuto prevedere un nuovo sistema di ammissione di visitatori (agonistici), tra i quali i giovanissimi saranno in crescente aumento. Il clima da competizione è ravvivato dalle vaste bacheche ricche di coppe. Fino a ieri motociclistiche, ora si spera di arricchirle anche con quelle degli automodellisti. Alle pareti «creano l'atmosfera» gigantografie automobilistiche: dalle prime vittorie dell'Alfa Romeo, comprese quelle della Scuderia Ferrari, a quelle recentissime della GTA. Per il periodo estivo, la pista è ambientata all'aperto, sotto una tettoia. Poi avrà la sua sistemazione invernale. Il successo è già vistoso. Le prime notizie sui dati di affluenza, dopo l'inaugurazione, sono eccezionali.
CARLO MICCI


013# Immagine 07.jpg
Una folla compatta segue attenta una gara nel "center" milanese appena aperto

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Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 1 feb 2019, 16:24

L'interesse per le micropiste slot si espande in tutta la penisola e si preannuncia la costruzione di numerosi nuovi "center"
016#-proclama xTorino.jpg

In molti scrivono alle riviste specializzate per chiedere se nella propria città ne verrà costruito uno. Nel frattempo si moltiplicano club, collegi e oratori in cui, in mancanza di meglio, vengono montate piste commerciali 1:32 per accontentare gli appassionati slottisti di ogni età.
015# Istituto Gonzaga-collegio a Pa (rid).jpg
Esempio di pista Scalextric montata in un collegio per far gareggiare i ragazzi dell'istituto


EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SLOT DA COMPETIZIONE
Nei primi anni (forse dovrei dire "primi mesi" poichè l'evoluzione è rapida) le ditte producono soprattutto modelli realistici e ben dettagliati e si corre con questi modelli, sebbene vi sia da subito la tendenza ad alleggerirli eliminando gli accessori formali e comunque quei particolari fragili che le frequenti uscite di pista comunque distruggerebbero.

Esempio di modelli del "primo periodo"
020# Modelli reali 1966.jpg
In alto da Sx a Dx: Ford Mustang (AMT), Porsche 904 GTS (Monogram), Ferrari P2 (Atlas)
In basso da Sx a Dx: Lotus 30 (K&B), Cheetah (COX), Lotus 30/40 (Cox)


Ma presto le carrozzerie, prive di tutti i particolari, verranno tagliate e ridotte per alleggerire il modello ed abbassarne il baricentro (ovviamente verrà elaborato il motore ed anche il telaio...ma ne parleremo in seguito) e in alternativa si monteranno nuove carrozzerie composte da un sottile leggerissimo guscio di acetato trasparente, poi dipinto a seconda del gusto dell'elaboratore. Molte ditte inizieranno a vendere modelli già dotati di leggerissime carrozzerie in acetato.
21#-Car-1-24-Clear-Plastic-Bodies-_1.jpg
Esempio di carrozzerie in acetato di polivinile trasparente per slot 1:24. Le carrozzerie andranno tagliate ed adattate al telaio che dovrà ospitarle, dipinte con colori a smalto e decorate con decalcomanie.

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Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Max 851 » 1 feb 2019, 18:42

Se non ricordo male le carrozzerie in acetato trasparente andavano dipinte dalla parte interna, in modo da ottenere con poca fatica l'effetto lucido.
Massimiliano
Max 851

 
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Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 1 feb 2019, 21:34

Max ricorda bene ed anzi aggiungo che si cercava di incollare anche le decalcomanie all'interno per proteggerle da altrimenti inevitabili graffi causati dalle frequenti uscite di pista. Naturalmente occorreva incollare le decals prima di stendere il colore.
Ed è ancora ovvio ricordare che dovevano essere incollate al contrario in modo che si vedessero attraverso la trasparenza dell'acetato. L'operazione era alquanto delicata poichè l'adesivo delle decals è sotto e non sopra ma era comunque possibile farlo facendo la massima attenzione che la decalcomania fosse perfettamente aderente e perfettamente asciutta prima di dare il colore, altrimenti la vernice sarebbe penetrata tra decals e acetato rovinando l'estetica del lavoro. C'era un trucco per evitare questo. A decalcomania asciutta questa veniva verniciata con un sottilissimo strato di smalto trasparente lucido, insistendo sui bordi delle decals. Solo ad asciugatura perfetta si passava alla verniciatura del colore. Anche il colore andava steso "al contrario" prima si dipingevano i particolari: bordi argentati oppure neri dei finestrini e dei fari, tappi della benzina, radiatori ed eventuali decorazioni (es. bande di diverso colore). Poi asciugati pure i particolari, finalmente si stendeva il colore della carrozzeria facendo attenzione a lasciare trasparenti i finestrini ed i vetri dei fanali.
Era quindi un lavoro di fino, tenendo conto che bisognava dipingere da sotto in su, guardando l'acetato in trasparenza per controllare cosa si stesse combinand... (x) .. dipingendo [lupe.gif] .
22# Carrozzerie in ACETATO (Pactra).jpg
Carrozzerie in acetato trasparente della Pactra

file.jpg
La carrozzeria di questo modello è stata (fu!...) dipinta nel modo suddetto.

Saluti da Oliviero
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Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 4 feb 2019, 11:33

EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SLOT DA COMPETIZIONE (seconda parte)
Riprendo l'argomento puntualizzando che lo slot del 1966 si allontana sempre di più dal modellismo "realistico": le bellissime carrozzerie Monogram, COX, AMT... ecc. vengono spogliate di tutti gli accessori, tagliate e abbassate con lo scopo di alleggerire la macchina e abbassarne il baricentro:
023#1- Carrozz.trasformate .jpg
Illustrazione tratta dal settimanale di automobilismo sportivo Autosprint (04/07/1966)
La carrozzeria, mutilata e attaccata al telaio col nastro adesivo è ormai del tutto irriconoscibile! Purtroppo i regolamenti delle competizioni slot non si soffermavano sull'aspetto delle carrozzerie

Personalmente venivo dal modellismo "realistico" statico (aerei, navi ) e da quello ferroviario (treni e plastici) e all'inizio tendevo a preservare l'aspetto estetico dei (bellissimi) modellini ma visto che le prestazioni non erano adeguate mi dovetti allineare alla "concorrenza"
023#2-RESTI archeologici.jpg
Ecco infatti ciò che è rimasto della mia Hussein AMT

Ma, come ho accennato prima, le case costruttrici avevano iniziato a produrre modelli con leggerissime carrozzerie in acetato per accontentare gli acquirenti (anche se a prezzi assurdi)
025# Ford X-1 Spyder (Champion)1-24.jpg
La Ford X-1 Spyder (1:24) della Champion con carrozzeria in acetato, venduta montata, al prezzo di ben 26.000 lire! Costava più del doppio dei modelli COX, Monogram ed AMT fino a quel momento prodotti

026# Ford X-1 Spyder (Champion)1-24.jpg
(illustrazioni tratte dal settimanale Autosprint) ancora il modello della Champion. Assi montati su cuscinette a sfere, motore riavvolto con velocità di rotazione di 40.000 giri al secondo. Telaio in lamierino di acciaio, molto sofisticato ma carrozzeria semplificata e di forme piuttosto approssimative

025#-Slot-Car-Chassis-Champion-Classic-Industries-03.jpg
Il telaio della Champion visto dal basso: questo modello poteva percorrere un giro della pista "rossa" da 45m, del Center di piazza Pio XI, a Roma in 9''6

Saluti da OLiviero
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Re: Storia dello SLOT RACING in Italia (1960/70)

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 6 feb 2019, 18:23

A giugno del 1966 aprono, a pochi giorni di distanza, due nuovi centri, ambedue dotati di piste costruite in Italia dalla Micro Racing Model Car (MRMC): a Viareggio e a Torino.
Il primo centro torinese (ne verrà aperto un secondo a distanza di soli dieci giorni) viene inaugurato il 14 giugno del 1966, a via Cellini, 2.
definito "Indianapolis Micro Model Car" o semplicemente "Indianapolis Center" ospitava tre piste MRMC. All'inaugurazione erano presenti autorità (il vice sindaco di Torino, il vice prefetto, il presidente della Camera di Commercio, docenti universitari e numerosi giornalisti.
030# Torino1 (Indianapolis Center)a.jpg
Foto di una pista del nuovo centro torinese

031# Torino1 (Indianapolis Center)b.jpg
Altra immagine dell'Indianapolis Center

Nota: le foto sono tratte dalla rivista Autosprint

A Viareggio, in via Cei, 15 è aperto il "Centro Corse Versilia"
035# Viareggio(Centro corse Versilia).jpg
L'insegna luminosa con lo stemma del MRMC

Si narra che il centro venisse visitato da famosi attori di quell'epoca (Vittorio Gassman, Aldo Fabrizi e Renato Salvatori) appassionati alle corse slot, costringevano il proprietario del locale (amico di Gassman) a ritardarne la chiusura fin quasi al mattino.
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