Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercury e



Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Coccobill 62 » 30 dic 2020, 12:45

Ciao Oliviero, questa cosa che dici sulla trascuratezza dei modelli tedeschi rispetto ai soggetti inglesi ed americani ho visto che l'hai pubblicata anche su altre discussioni inerenti i modelli in scatola di montaggio: per quanto riguarda la Wiking ed il suo fondatore Friedrich Peltzer mi sentirei di escludere categoricamente che si trattasse di mancanza di impegno. Potrebbe invece essere vero che scarseggiasse di documentazione tecnica a riguardo di alcune navi tedesche di punta tipo la Scharnhorst o la Tripitz. L'assortimento prodotto dalla Wiking negli anni 1938/45 rappresenta ampiamente la flotta tedesca e come è risaputo Peltzer ricevette l'incarico formale e l'ordine di acquisto da parte del ministero della marina militare e dell'aviazione del Reich di riprodurre nella maniera più completa e precisa possibile le navi delle marine "nemiche" ma non solo; in particolare ricchissimo assortimento venne prodotto per la Royal Navy, la USS Navy, la Marina francese, la marina italiana, ed inoltre alcune marine minori di Paesi limitrofi alla Germania... Per l'aviazione e l'esercito Peltzer produsse una interessantissima e molto ricca serie di aeroplani militari in scala 1/200 e automezzi e mezzi corazzati in scala 1/200. Tutti questi modelli prima di diventare oggetto di collezione per noi appassionati, furono utilizzati a partire dal 1939 e per tutto il periodo bellico per istruire gli allievi piloti militari e le vedette della marina militare a riconoscere e distinguere a colpo d'occhio i mezzi nemici da quelli da quelli amici.
A proposito dell'accuratezza di riproduzione dei modelli navali Wiking alla fine di questo intervento pubblicherò alcune foto tratte dal libro monografico dedicato alla ditta di modelli navali in scale grandi (1/625 ed 1/200) prodotti in limitatissima serie o addirittura in esemplari unici dedicati alle accademie navali o agli uffici del ministero della marina.
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Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Coccobill 62 » 30 dic 2020, 13:11

Facciamo ora un giro in Scandinavia: dopo aver esplorato in lungo ed in largo le flotte italiane, tedesche, inglesi ed americane diamo uno sguardo ad alcuni modelli di paesi minori.
Ecco qui di seguito una piccola corazzata costiera dalla Finlandia:

76.jpeg
Wiking corazzata costiera finlandese Väinämöinen 1936


Al numero 76 il modello in metallo della Wiking è lungo 75 mm. La nave era una piccola corazzata costiera capoclasse di una serie di due navi, costruita negli anni 30 aveva una lunghezza di 93 m e dislocava 3900 t.
Aveva un pescaggio modesto di 4,5 m ed una velocità altrettanto modesta di 14,5 nodi che ad ogni modo le consentivano di muoversi agevolmente nei mari di casa ed essere efficace forza di dissuasione verso gli aggressori in particolare l’unione sovietica che tenterà in ogni modo di affondarla senza mai riuscirvi. Per ironia della sorte a guerra finita la riceverà in regalo come indennizzo per danni di guerra e la utilizzerà fino al 1958.
L’armamento era costituito da quattro cannoni calibro 254 mm in due torri binate, da otto cannoni calibro 105,4 mm e da 4 cannoni calibro 40 mm.
Infine numero due poi saliti a cinque e quindi a sette cannoni antiaerei calibro 20 mm.

Vediamo ora tre unità della marina svedese, paese rimasto neutrale durante la seconda guerra mondiale:

77.jpeg
Wiking corazzata costiera Sverige 1938


Al numero 77 il modellino Wiking della corazzata costiera svedese è lungo 96 mm, e dotato di due torrette mobili.
La nave, capoclasse della classe omonima, composta da tre navi era lunga 121 m e dislocava 7775 T. La propulsione inizialmente garantita da caldaie a carbone e turbine a vapore consentiva una velocità di 22,5 nodi. Nel 1931-1933 subirà una ricostruzione e un riammodernamento che interverrà anche sulle caldaie convertendole ad olio combustibile. La potenza ottenuta risulterà di 20000 hp. Venne inoltre migliorato l’armamento.
L’artiglieria era composta da quattro cannoni calibro 283 mm in due torri binate, otto cannoni calibro 150 mm, sei cannoni calibro 75 mm, due cannoni calibro 57 mm, due mitragliere anti- aereo ed infine due tubi lanciasiluri diametro 460 mm.
Nel corso della ricostruzione la camera di lancio dei siluri verrà eliminata lasciando spazio ad una centrale di tiro per le artiglierie principali e i cannoni antiaereo.
La Svezia rimase neutrale e questa unità svolse perlopiù compiti di dissuasione verso i potenziali aggressori, non venendo coinvolta in operazioni particolari. Andò in disarmo nel 1946.

78.jpeg
Wiking incrociatore porta idrovolanti svedese Gotland 1935


Al numero 78 il modello Wiking dell’incrociatore porta idrovolanti svedese lungo 105 mm.
Il modello è dotato di due torrette mobili e di un ampio ponte di volo a poppa.
L’incrociatore porta idrovolanti Gotland , Classe unica, venne concepito alla fine degli anni 20 dalla Svezia per pattugliare efficacemente il Mar Baltico. Costruito tra il 1930 ed il 1933 entrò in servizio nel 1934. Con una lunghezza di 135 m dislocava 4600 t. Poteva lanciare sei idrovolanti tipo Hawker Osprey per il pattugliamento marittimo ed aveva una dotazione di artiglieria composta da sei cannoni calibro 150 mm in due torrette binate più 2 casamatte singole.
Quattro cannoni calibro 75 mm, quattro cannoni calibro 40 mm anti-aereo, quattro mitragliere antiaereo calibro 25 mm ed infine due tubi lanciasiluri in postazioni trinate per siluri diametro 533 mm.
Nel 1942 divenuti obsoleti gli idrovolanti in dotazione e non essendovi disponibili altri tipi compatibili la nave venne trasformata in incrociatore antiaereo incrementando la dotazione di armi antiaeree poste su quello che prima era il ponte di volo. Infine dopo la guerra questa nave venne adibita a compiti addestrativi andando in disarmo nel 1960.

79.jpeg
Wiking incrociatore svedese Tre Kronor 1948


Al numero 79 il modellino Wiking dell’incrociatore leggero svedese è lungo 146 mm.
La Svezia come detto era neutrale nella seconda guerra mondiale ma si rese conto dell’inadeguatezza dei propri mezzi navali decidendo nel 1942 di lanciare la costruzione di due nuovi incrociatori leggeri. Iniziata nel 1943 fu completata solo nel 1946 a guerra finita, ed entrò in servizio nel 1947.
La Tre Kronor capoclasse e la sua gemella Gotaleon erano due incrociatori leggeri, con una lunghezza di 182 m dislocavano 9350 t., con una potenza installata di 100.000 cavalli sviluppavano una velocità massima di 33 nodi.
L’artiglieria era composta da sette cannoni calibro 152 mm, 20 cannoni antiaereo calibro 40 mm, sette mitragliere pesanti antiaereo calibro 25 mm, infine sei tubi lanciasiluri diametro 533 mm. La capoclasse rimase in servizio fino al 1964 mentre la gemella venne venduta nel 1970 al Cile dove cambiò nome diventando la "Almirante La Torre" rimanendo in servizio nella marina cilena fino al 1984.

80.jpeg
Wiking corazzata costiera danese Niels Juel 1928


Al numero 80 il modello Wiking della piccola corazzata costiera danese, in metallo, è lungo 71 mm e dispone di due torrette mobili.
La corazzata costiera danese Niels Juel concepita durante la prima guerra mondiale venne costruita tra il 1918 ed il 1923 entrando in servizio nel 1924. Con una lunghezza di 90 m dislocava 3400 t e doveva garantire la difesa costiera e l’accesso ai canali danesi.
Il motore alternativo a vapore le consentiva la modesta velocità di 16 nodi. L’artiglieria di cui era dotata era composta da 10 cannoni calibro 150 mm al posto di due cannoni calibro 250 mm inizialmente previsti dal progetto.
Vi erano inoltre quattro cannoni antiaereo calibro 57 mm, 2 tubi lanciasiluri di diametro 450 mm. La Danimarca occupata dall’esercito tedesco nel 1940 venne lasciata relativamente autonoma dagli occupanti e la marina poteva operare con limitazioni importanti ad esempio allo sminamento dei canali attorno alla Danimarca. Con il passare del tempo la pressione dell’occupante si fece sempre maggiore fino al 29 agosto 1943 quando l’esercito tedesco decise di disarmare l’esercito e la marina danese. A quel punto le unità navali danesi decisero di autoaffondarsi oppure consegnarsi alla Svezia. Questa unità tentò appunto di sottrarsi alla cattura navigando verso la Svezia ma appena uscita in mare aperto fu bombardata da Stukas, che contro le sue modestissime difese antiaeree ebbero buon gioco a metterla fuori combattimento: danneggiata gravemente andò ad arenarsi su un basso fondale. In seguito la marina tedesca cercò di recuperarla senza successo ed infine nel 1952 fu recuperata per demolizione.

to be continued...
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Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 30 dic 2020, 17:47

:-o [lupe.gif] Caspita! almeno un paio dei tuoi modelli mi hanno fatto ringiovanire di una sessantina d'anni!
Negli anni Cinquanta giocavo a battaglia navale con queste navicelle di plastica:
NaveGioco0.jpg
La squadra di cinque (pseudo)-modellini costava 100 lire


Mi son sempre chiesto se questi giocattoli fossero di pura invenzione o se fossero ispirati a modelli reali, ora vedo che almeno due somigliano moltissimo a due dei tuoi modelli:
NaveGioco2.jpg

ci sono molte somiglianze
NaveGioco1.jpg


Che ne dici?
Saluti da Oliviero

PS: Vedi a questo punto se riesci a trovare l'originale (ammesso che sia possibile) da cui ricavarono questo giocattolo:
NaveGioco3.jpg

:mrgreen: -4-
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Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Rocket68 » 5 gen 2021, 2:23

Possiedo anche io alcuni di quei modellini-giocattolo di plastica e mi son sempre chiesto se fossero di fantasia o fossero basati su modelli veri anche se semplificati
Tanti saluti da Pippo
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Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Coccobill 62 » 6 gen 2021, 19:07

Ciao Pippo e Oliviero,
mi sembra che le foto 1 e 2 che ha postato Oliviero siano cloni dei modelli Wiking. Per motivi professionali ho conosciuto un po' lo stampaggio delle materie plastiche, alcuni dettagli della costruzione degli stampi, ed anche gli stampi per pressofusione. Con una fresa a copiare era veramente semplice negli anni '50/'60 fare una copia semplificata di un modellino in metallo. La dimensione del tastatore idraulico comportava automaticamente il livello di dettaglio ottenibile dalla fresatura. Eventualmente passaggi successivi con tastatori più fini potevano dettagliare meglio la copia. Naturalmente per ottenere uno stampo semplice era necessario eliminare tutti i particolari più fini tipo cannoni, alberi ecc... e rinunciare a qualsiasi "sottosquadro".
Io non conosco quasi per nulla il mondo dei cloni in plastica, di cui ho letto qualche contributo pubblicato in passato su ferramatori. Per esempio a proposito degli areoplani mercury clonati per le sorpresine dei detersivi, oppure le copie dei modellini di auto di Wiking ed altri che venivano dati in omaggio con la margarina in Germania o altri tipi di generi alimentari. Gli unici modellini di navi giocattolo che ho in cantina sono la serie della Ingap che è stata anch'essa diffusamente trattata da Oliviero nella discussione navi giocattolo degli anni '50-60. Osservando queste ultime si nota lo scarso livello di dettaglio imposto dallo stampo in due metà e il fatto che questi giocattoli non ambivano al modellismo ma ricalcavano l'idea originale dei piccoli "penny toys" di oltre 100 anni fa, e cioè la dimensione giusta per stare nella mano e nella tasca di un bambino di 5/10 anni.

1.jpeg
navi militari Ingap


3.jpeg
sommergibili in plastica Ingap


2.jpeg


4.jpeg
mezzo da sbarco e motosilurante Ingap


Qui sopra alcune foto dei giocattoli Ingap galleggianti tutti ottenuti incollando due pezzi in plastica piuttosto semplici. Sul mezzo da sbarco è stato applicato un carro armato stampato separatamente. La porta aerei è il pezzo riuscito peggio con le proporzioni completamente alterate, la larghezza non va d'accordo con la lunghezza che dovrebbe essere quasi doppia. E che dire delle rigature lungo la pista di decollo che, fatte le debite proporzioni con la scala di riduzione di ca. 1/2500, equivarrebbero a dei muretti alti almeno un metro e mezzo? Ve lo immaginate un atterraggio sul ponte di una porta aerei tra due muretti alti un metro e mezzo? Ma lasciamo stare... questi sono puntigli da modellista su un giocattolo di 10 Lire.

A presto

Paolo
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Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 6 gen 2021, 22:11

Coccobill 62 ha scritto:Ciao Pippo e Oliviero,
.......................
La porta aerei è il pezzo riuscito peggio con le proporzioni completamente alterate, la larghezza non va d'accordo con la lunghezza che dovrebbe essere quasi doppia........ Ma lasciamo stare... questi sono puntigli da modellista su un giocattolo di 10 Lire.
A presto
Paolo

Non sono solo puntigli da modellista. Giocavo con quelle navette INGAP quando avevo circa sei/sette anni e nonostante la mia età quelle assurde portaerei (ne avevo tre) non mi piacevano per niente. [lupe.gif] Avevo già capito che, oltre a quello che hai detto, lo scafo era incollato al contrario [non errore di montaggio ma di progetto!], ovvero la prua è al posto della poppa. Quando ebbi la possibilità di poter usare un attaccatutto (i primi tubetti di UHU) scollai il ponte e cercai di incollarlo al contrario ovvero come avrebbe dovuto essere! (avrò avuto circa 10 anni) :D
Saluti da Oliviero
Oliviero Lidonnici

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Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Coccobill 62 » 20 gen 2021, 19:13

Oliviero Lidonnici ha scritto:
Coccobill 62 ha scritto: Quando ebbi la possibilità di poter usare un attaccatutto (i primi tubetti di UHU) scollai il ponte e cercai di incollarlo al contrario ovvero come avrebbe dovuto essere! (avrò avuto circa 10 anni) :D
Saluti da Oliviero


Beh Oliviero se già a 10 anni avevi questa sensibilità modellistica eri veramente molto precoce. Da dove è nata questa grande passione per i modelli navali? Avevi il papà o un fratello maggiore o qualche amico più grande che ti ha trasmesso questa passione in maniera particolare o è nato tutto da te?
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Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Coccobill 62 » 20 gen 2021, 19:27

Riprendo con gli ultimi modelli di navi della marina italiana:

2b.jpeg
corazzata Benedetto Brin 1905


Qui sopra il modello in metallo navis MN 511, dotato di due torrette mobili è lungo 110 mm.
La nave da battaglia Benedetto Brin apparteneva alla classe regina Margherita, corazzata di tipo pre Dreadnought, fu costruita nel periodo 1899-1905. Con una lunghezza di 138 m dislocava a pieno carico 14.574 t.
Dotata di due macchine alternative a triplice espansione sviluppanti 20.000 cavalli navigava a 20 nodi di velocità massima.
L’artiglieria era così composta:
quattro cannoni calibro 305 mm/40 in due torri binate, quattro cannoni calibro 203 mm/45, 12 cannoni calibro 152 mm/40, 20 cannoni calibro 76 mm/40, due cannoni calibro 47 mm, due cannoni calibro 37 mm, due mitragliatrici ed infine quattro tubi lancia siluri diametro 450 mm.
Questa nave, che dimostrò ottime qualità navali e buona abitabilità per l’equipaggio, come le altre costruite in quegli anni si trovò inevitabilmente superata dalla tecnica delle navi di tipo mono calibro Dreadnought.
Nel 1911 e 1912 venne impiegata nella guerra italo turca ed in particolare nella conquista di Tunisi, Tobruk, Derna e nelle operazioni in mare Egeo nei Dardanelli e nel dodecanneso.
Andò perduta il 27 settembre 1915 mentre si trovava in porto a Brindisi in seguito all’esplosione accidentale della Santa Barbara, causata probabilmente da incendio spontaneo delle munizioni come peraltro avvenne anche in altre unità della marina inglese e tedesca in quegli anni.

2c.jpeg
incrociatore corazzato Pisa 1911


Qui sopra il modello in metallo di navis MN 531, dotato di due torrette principali e di quattro torrette secondarie mobili, è lungo 113 mm.

2 b  c.jpeg
Benedetto Brin e Pisa


L’incrociatore corazzato Pisa, capo classe della classe omonima, venne costruito tra il 1905 ed il 1910 entrando in servizio nel 1911. Con una lunghezza di 140,5 m dislocava a pieno carico 10.400 t
Dotato di due macchine alternative a triplice espansione eroganti 20.260 cavalli, poteva navigare alla velocità massima di 23,6 nodi. L’artiglieria era composta da: quattro cannoni calibro 254 mm/45 in due torri binate, otto cannoni calibro 190 mm/45 in quattro torri secondarie due per lato verso centro nave, 16 cannoni calibro 76 mm/40, due cannoni calibro 47 mm, due mitragliatrici ed infine tre tubi lancia siluri diametro 450 mm.

Anche questa unità progettata prima che apparissero le corazzate mono calibro e gli incrociatori da battaglia si trova piuttosto superata non appena entrata in servizio. Il primo impiego di questa nave come per la Benedetto Brin fu la guerra italo turca che la vide protagonista nella conquista di Tunisi, Tobruk, Derna e successivamente nel teatro del Mare Egeo nei Dardanelli e nel dodecanneso.
La regia marina ebbe gioco facile nella conquista della Libia o, come dicevano i socialisti critici del governo Giolitti, "lo scatolone di sabbia”.
All’inizio della prima guerra mondiale l’incrociatore Pisa venne basato a Venezia per difendere la parte nord dell’Adriatico. Il suo gemello Amalfi venne però affondato da un siluro lanciato da sommergibili austro tedeschi il 7 luglio 1915, dimostrando che contro le armi subacquee queste unità erano molto vulnerabili. Dal 1916 al 1918 l’incrociatore Pisa operò nell’Adriatico meridionale e nello Ionio spingendosi fino ai porti albanesi di Valona e Durazzo negli ultimi giorni di guerra per bombardare gli austriaci in ritirata.
Nel 1921 l’unità ormai superata venne riclassificata come corazzata da difesa costiera e dal 1925 fino al 1930 venne adibita a nave scuola per l’Accademia di Livorno. Verrà infine posta in disarmo nel 1937.
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Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Coccobill 62 » 20 gen 2021, 19:58

32.jpeg
panfilo reale Savoia ex città di Palermo 1925


Qui sopra al numero 32 il modellino in metallo della ditta Hai 185 È lungo fuori tutto 117 mm.
La regia nave ausiliaria di seconda classe Savoia fu il terzo panfilo reale costruito in Italia negli anni 1923-1925. La costruzione inizialmente destinata alla nave città di Palermo venne poi riconvertita destinandola a panfilo reale.
La nave di rappresentanza della casa reale italiana aveva una lunghezza di 136,5 m fuori tutto e dislocava 5280 t.
Era dotata di motorizzazione con due turbine a vapore oltre che due alberi a vela. Questa nave negli anni tra il 1925-1939 fece diverse crociere diplomatiche con a bordo il re d’Italia Vittorio Emanuele III.
Il panfilo montava quattro cannoni calibro 76 mm atti a dare una difesa simbolica del vascello che ovviamente veniva scortato da unità ben più potentemente armate quando si recava in crociera all’estero.
Durante la guerra questa nave rimase inutilizzata venendo confiscata l’8 settembre del 1943 dalle truppe tedesche nel porto di Ancona dove si trovava all’ancora. In luglio del 1944 venne a fondata in seguito a bombardamento aereo e solo nel dopo guerra fu recuperata per essere demolita.

32 e 33.jpeg
Panfilo Savoia e cacciatorp. Carabiniere


33.jpeg
Cacciatorpediniere R.N. Carabiniere 1945


Qui sopra col numero 33 il modellino in metallo della Neptun 1560T nella livrea mimetica di cobelligeranza (?) di luglio-agosto 1945 (oppure livrea italiana dopo il gennaio 1943?)è lungo 85 mm.
La reggia nave Carabiniere appartenente alla classe soldati, composta da ben 19 unità, venne costruita tra il 1937 ed il 1938 entrando in servizio nel 1938. Con una lunghezza di 106 m dislocava 1860 t normali che potevano salire a 2500 in carico massimo.
Con l’installazione di due turbine a vapore eroganti 49.000 cavalli poteva navigare alla velocità massima di 35 nodi. L’artiglieria era composta da:
cinque cannoni calibro 120 mm/50 posti in due torri binate +1 singola. Da 8 fino a 12 mitragliatrici calibro 20 mm/65 , 6 tubi lanciasiluri diametro 533 mm, 2 apparecchiature lancia bombe di profondità con 34 bombe.
Questa unità partecipò alle battaglie di punta stilo, battaglia di capo Matapan , prima battaglia della Sirte, totalizzando ben 159 missioni di scorta. nel febbraio del 42 colpita da un siluro a prua perse la prua e venne trainata in porto da altra unità per essere poi riparata e inoltre dotata di radar rientrando in servizio in gennaio del 1943. Questa unità assieme ad altre soccorse i naufraghi feriti in seguito all’affondamento della corazzata Roma il giorno dell’armistizio mentre navigava verso Malta.
La nave carica di naufraghi fece rotta verso il porto più vicino delle Baleari dove rimase internata fino a gennaio del 1945. A gennaio del 45 ritornata in Italia entrò a far parte della marina cobelligerante e perciò venne dotata di apparecchiatura radar inglese e verniciatura mimetica con schema coloristico inglese. Da gennaio a maggio operò in missioni addestrative e di trasporto nel Mar Mediterraneo per poi venire trasferita a Ceylon dove sotto comando inglese opererà come scorta alle porte aeree alleate, con compiti prevalentemente di recupero degli equipaggi di aerei precipitati in mare durante le battaglie aereo navali su quel teatro contro i giapponesi. Il 4 agosto terminate le operazioni il capitano italiano Tani andò a congedarsi dall’ammiraglio inglese comandante della flotta in quel teatro, il quale volendolo ringraziare gli offrì in dono un orologio in oro con 38 rubini uno per ogni missione compiuta dalla nave.
Il comandante italiano rifiutò con garbo quel dono così prezioso chiedendo che venisse sostituito dal rilascio di 38 prigionieri italiani internati nei campi di prigionia inglesi, e così tornò in patria con 38 compatrioti liberati, mettendo fine alle loro sofferenze nei campi di prigionia.
Nel dopo guerra questa unità fu una delle tre che rimasero in carico alla marina militare italiana dove rimase in servizio fino al 1965. Negli ultimi anni dal 1958 al 1965 questa unità venne utilizzata come nave esperienza per testare nuovi tipi di armamenti.

34 e 33.jpeg


34.jpeg
nave logistica Stromboli 1953


Qui sopra al numero 34 il modellino della ditta Hai 182 realizzato in metallo è lungo 82 mm.
La nave da trasporto logistico Stromboli venne acquistata dalla marina militare italiana nel 1948 quando si trovava ancora in completa nel cantiere OTO di La Spezia. La sua costruzione era iniziata nel 1940, varata nel 1943 e poi rimasta incompiuta doveva diventare un mercantile. Dopo l’acquisto venne modificata e modernizzata per poter ospitare quattro mezzi da sbarco e una postazione di artiglieria composta da un cannone calibro 100 mm/47 e due mitragliere calibro 40 mm/56.
La nave era lunga 108,9 m e dislocava 4712 t a pieno carico. Entrata in servizio nel 1953 andrà poi in disarmo nel 1972 sostituita dalla classe San Giorgio.
Con questo modello le navi italiane sono veramente finite. (Chi non avesse visto gli altri modelli italiani, li può trovare a pagina 1)
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Re: Navi da guerra in metallo 1/1250 di Wiking Neptun Mercu

Messaggioda Coccobill 62 » 20 gen 2021, 20:18

Vediamo ora gli ultimi modelli della marina da guerra tedesca!

68.jpeg
cacciatorpediniere cl.1936A Z25 1940


Al numero 68 il modellino della ditta Neptun 1062BT in metallo molto dettagliato ed in verniciatura mimetica è lungo 102 mm.

33 e 68.jpeg
i cacciatorpedinieri Z 25 e carabiniere a confronto.


La classe di cacciatorpediniere tedesche 1936 A anche denominata dagli alleati come classe Narvik dal nome del porto norvegese dove molte di queste unità erano basate, era composta da 16 unità battezzate semplicemente con una sigla alfanumerica in sequenza senza nomi di battesimo che partiva dal numero Z23, Z24, Z25 (Z iniziale di Zerstörer)....
Questa nave costruita tra il 1939 ed il 1940 aveva una lunghezza di 127 m e dislocava 3660 t a pieno carico, con una potenza installata di 70.000 cavalli poteva navigare a 37,5 nodi.
In realtà sembra che le doti di stabilità non soddisfacenti alle alte velocità limitassero di fatto a valori sensibilmente inferiori la velocità massima di esercizio. Per evitare il rischio di ribaltamento la nave doveva navigare sempre con una riserva di combustibile di almeno un terzo della capacità per mantenere una sufficiente stabilità limitando di fatto anche l’autonomia effettiva.
L’artiglieria era composta da quattro o cinque cannoni calibro 150 mm, 4 cannoni calibro 37 mm Flak, cinque cannoni calibro 20 mm FlaK , 8 tubi lancia siluri diametro 533 mm e diverse postazioni lancia bombe di profondità. Questa unità venne impiegata essenzialmente nella zona del Mare del Nord e Mar Baltico e basata nei porti norvegesi. Il 2 maggio del 42 assieme alla gemella Z24 partecipò all’affondamento dell’incrociatore leggero inglese HMS Edinburgh.
Nel 1944 questa unità assieme a molte altre partecipò al ripiegamento delle truppe tedesche in fuga dal teatro russo e norvegese. Infine nel 45 venne catturata intatta dagli inglesi che la cedettero nel 1946 alla ricostituita marina da guerra francese dove rimarrà in servizio fino al 1958.
Il 20 agosto dell’anno scorso quando ho pubblicato la foto del modellino della Wiking Z1 ( numero progressivo 57 a pagina due ) non ero riuscito a trovare riferimenti alla nave reale; oggi invece ho colmato la lacuna e quindi pubblico questi riferimenti qui di seguito:

57.jpg
Wiking Zerstörer 1 classe 1934 L. Maas


Il modello Z1 riproduce il cacciatorpediniere della classe 1934 tipo L. Maas, questa classe precedente a quella illustrata sopra con progetti elaborati nel 1934 venne costruita dal 1934 al 1937 e veniva identificata da sigle progressive come quella precedente abbinate però anche a nomi di famosi ufficiali di marina che si erano distinti durante la prima guerra mondiale.
Questa nave entrò in servizio nel 1939 con una lunghezza di 119 m dislocando 3200 t a pieno carico.
L’artiglieria era costituita da cinque cannoni calibro 127 mm, quattro cannoni calibro 37 mm FlaK, sei cannoni calibro 20 mm FlaK, otto tubi lanciasiluri diametro 533 mm e infine diverse postazioni per il lancio di bombe di profondità.
La motorizzazione prevedeva due turbine eroganti 70.000 cavalli che consentivano una velocità teorica di 36 nodi. L’impiego di questa unità fu particolarmente sfortunato in quanto nel 1940 nel corso di una delle prime azioni rivolte verso la Norvegia venne affondata dal "fuoco amico" centrata da bombardamento aereo di bombardieri tedeschi tipo Heinkel He111. Naturalmente ne nacque un’inchiesta per far luce sull' increscioso episodio e oltre al danno seguirono le beffe: i risultati ufficiali dell’inchiesta stabilirono che la colpa dell’accaduto era sostanzialmente della marina che non aveva adeguatamente informato la Luftwaffe dell’operazione in corso!

69.jpeg
piroscafo trasporto truppe Madrid 1940


68 e 69.jpeg
didascalia Madrid e Z 25


Qui sopra al numero 69 il modellino in metallo della Wiking nella colorazione mimetica delle navi destinate ad impiego militare è lungo 112 mm e reca sul fondino la punzonatura: BRT 8000 ovvero la traduzione in tedesco della sigla TSL ( Brutto Register Tonnen ).
La ditta Wiking allo scoppio della seconda guerra mondiale aveva in catalogo almeno una ventina di navi passeggeri di vario tipo e nazionalità e per buona parte di esse fece la versione riverniciata con tinte mimetiche per rappresentare le versioni da trasporto truppe.
La nave, Madrid, costruita tra il 1921 ed il 1922 come piroscafo per linea transatlantica dalla Germania al sud America, fabbricata dai cantieri Vulkan di Stettino misurava 134 m di lunghezza per una stazza lorda di 8700 T.
Originariamente denominata Sierra Nevada cambiò nome nel 1925 in Madrid. Nel 1934 fu acquistata dal nuovo gestore NDL (Nord Deutsches Lloyd) e ristrutturata più volte nelle sistemazioni interne poteva trasportare attorno ai 600 o 700 passeggeri a seconda dei periodi. La motorizzazione era costituita da due macchine alternative a triplice espansione con una potenza di 4400 cavalli che le consentivano una velocità di crociera di 13 nodi.
Allo scoppio della guerra venne confiscata dalla marina germanica per essere destinata ad impiego di trasporto truppe e quindi riverniciata nelle tinte mimetiche che vediamo sul modellino. Da febbraio del 41 divenne la caserma galleggiante per gli equipaggi dei sommergibili tedeschi. Il 9 dicembre 1941 venne colpita ed affondata da bombardamento aereo inglese mentre si trovava al largo della costa tedesca.

To be continued...
Coccobill 62

 
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