La vera storia del ponte ferroviario sul fiume Kwai



La vera storia del ponte ferroviario sul fiume Kwai

Messaggioda crosshead » 7 ott 2011, 19:05

The 'Death Railway', la la ferrovia della morte.

La vera storia della costruzione del ponte ferroviario sul fiume Kwai

Questa storia immortalata nel celeberrimo film del 1957 di David Lean – “Il ponte sul fiume Kway”, ci racconta che tale ferrovia, in pieno conflitto mondiale (tra il 1942 e il 1943), fu costruita con le sole mani da sessantamila prigionieri di guerra dei giapponesi ( australiani, inglesi, olandesi ed americani ) stanziati in campi di prigionia in Birmania, e da duecentomila asiatici costretti ai lavori forzati.

(Il ponte del film in realtà fu costruito nell'Isola di Ceylon. )

La la ferrovia della morte, cui il ponte apparteneva, fu scavata a mani nude nella roccia, nel mezzo della jungla thailandese: 415 chilometri di linea fatti costruire dai giapponesi nel ‘42 per unire la Thailandia alla Birmania (Myanmar). Si costruiva da entrambi i paesi: il 16 settembre 1942 i prigionieri alleati e gli asiatici cominciarono a lavorare sia dalla base di Kanchanaburi, dove c’erano nove reggimenti, sia dalla base giapponese di Thanbyuzayat dove ve ne erano cinque.

Centinaia di chilometri di jungla, di ponti da costruire e di strada ferrata da scavare nei fianchi della montagna. Centinaia di chilometri di alberi da abbattere, di tronchi giganteschi da trasportare in spalla camminando nell'acqua del fiume, aiutandosi con gli elefanti, tronchi pesantissimi da mettere in piedi per costruire non uno, ma due ponti sul fiume Kwai, (il primo provvisorio in legno ed il secondo, definitivo, in ferro e cemento) a circa due chilometri di distanza dal punto in cui si unisce al Kwai Noi (piccolo Kwai) formando il Mae Klong.

Un’impresa ingegneristica gigantesca a cui i giapponesi pensavano già dal ‘41, ma alla quale avevano quasi subito rinunciato perché considerata impossibile in quelle zone impervie. Un’opera che si è trasformata in una vera mattanza per i prigionieri, costretti dai propri carcerieri a costruire la linea ferroviaria che andava contro gli interessi dei propri eserciti di appartenenza. Memorabile il loro ingenuo tentativo di sabotare il ponte che essi stessi costruivano, con le termiti.


Secondo i calcoli degli ingegneri dell’epoca, ci sarebbero voluti cinque anni per costruire la ferrovia, ma i giapponesi avevano fretta, volevano subito un percorso alternativo per i rifornimenti in vista della conquista di altri paesi dell’Asia occidentale, e ce la fecero in soli sedici mesi (il loro obiettivo era dodici).

Se nel film di Lean il protagonista della vicenda fu il colonnello inglese Nicholson, che guidò i lavori con lo scopo di dimostrare ai giapponesi la forza dei soldati alleati, nella realtà a dominare la scena fu l’inumanità dimostrata nei confronti dei lavoratori forzati da parte dell’esercito nipponico. Turni massacranti anche di 18 ore consecutive, lavori che continuavano anche di notte alla luce di deboli lampade a olio, approvigionamenti di cibo ben al di sotto di una soglia minima di sopravvivenza ed equipaggiamenti ampiamenti insufficienti causarono oltre 100.000 morti tra i civili ed i militari.
Decessi causati da malattie come dissenteria e colera, ma anche dalle continue percosse inflitte alle vittime dai loro carcerieri.

Fu così che i prigionieri ribattezzarono la zona con l’inquietante nome di “Passaggio per l’inferno”, che ben inquadrava il dramma che erano costretti a vivere ogni giorno. Il ponte fu terminato il 17 ottobre del 1943. Nel periodo immediatamente successivo, servì a far passare una media di soli sei treni al giorno, una miseria se considerata alla luce del sangue versato.
E, nonostante i continui bombardamenti alleati, resistette a pieno regime fino alla fine del conflitto, quando fu chiuso dalle forze vincitrici.

In seguito, nel 1957 il governo thailandese, sul cui territorio transitava questo ponte, decise di riaprire il tratto tra Nong Pladuk e Nam Tok, in funzione ancora ai giorni nostri. Negli altri tratti, la forza della giungla si sta riappropriando dei propri spazi, stendendo un naturale velo pietoso su una delle tante vicende drammatiche che segnarono quel periodo nero dell’umanità.

La situazione oggi ed i filmati


http://www.seat61.com/Bridge-on-the-River-Kwai.htm
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Re: La vera storia del ponte ferroviario sul fiume Kwai

Messaggioda crosshead » 7 ott 2011, 19:19








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