Quando la Jugoslavia era a scartamento ridotto
Inviato: 23 feb 2011, 19:57
La Jugoslavia fino alla fine degli anni 70 aveva una vastissima rete di ferrovie a scartamento ridotto (scartamento 76 cm) talmente estesa e talmente capillare da essere considerata la migliore a livello Europeo.
Questo sistema ferroviario, costruito dagli Austriaci durante la loro occupazione del 1870, si sviluppava soprattutto nel versante montuoso occidentale della Bosnia Erzegovina e permetteva di raggiungere Dubrovnik, località affacciata sul mare, partendo da Belgrado compiendo un viaggio di circa 700 Km su un convoglio a scartamento ridotto.
La spina dorsale dei mezzi di trazione impiegati su queste ferrovie era costituita da locomotive a vapore affiancate sul finire dagli anni 60 da 25 locomotive diesel idrauliche classificate 740 costruite dalle officine Djuro Djakovic in 40 unità ed anche da una piccola flotta di 12 automotrici classificate 802.
Queste automotrici venivano impiegate per i treni “veloci” tra Belgrado e Sarajevo.
Per limitare i tempi di percorrenza e per cercare di rendere un servizio più rapido rispetto ai convogli a materiale ordinario le automotrici percorrevano le linee a scartamento ridotto a velocità piuttosto sostenute sottoponendo i viaggiatori ad un viaggio poco confortevole a causa degli innumerevoli scossoni e ballonzolamenti che valsero a questi servizi il soprannome “Il matto di Sarajevo”.
Consultando scansioni dell’orario delle Ferrovie Jugoslave del 1968 si possono trovare ben 13 quadri orari relativi a ferrovie a scartamento 76 cm che si estendevano per circa 1600 Km.
Oltre a queste vanno considerate linee forestali e minerarie abbastanza lunghe, sempre a scartamento ridotto, con trazione a vapore delle quali però non è possibile fare un censimento.
Il lento ma progressivo degrado di questo sistema ferroviario ridotto è iniziato nel 1966 quando venne inaugurata una linea elettrificata a scartamento ordinario a trazione elettrica tra Sarajevo e Ploce località affacciata sul mare Adriatico.
Questa nuova linea andò ad isolare lo scartamento ridotto che però venne mantenuto in coincidenza presso Capljina per i passeggeri diretti a Dubrovnik.
Pian piano le linee a scartamento ridotto, originariamente tutte unite tra di loro, si trovarono staccate le une dalle altre e la loro importanza si ridusse a tal punto che sul finire della loro esistenza venivano usate per il solo traffico locale.
Nel giro di un decennio tutte le linee vennero pian piano chiuse e nel 1975 l’ultimo nodo ferroviario rimasto, presso Capljina venne chiuso perdendo così anche il collegamento fino a Dubrovnik città che perderà per sempre il treno.
Le ultime chiusure ci furono nei primi anni 80 e ad oggi si sta cercando di ripristinare alcune tratte per permettere agli appassionati di rivivere i tempi di quando in Jugoslavia si viaggiava sullo scartamento 76 cm…
Ripercorreremo grazie alle immagini scattate negli anni d’oro di queste ferrovie da diversi appassionati e pubblicate sul sito internet http://www.penmorfa.com un interessante viaggio alla scoperta di queste linee e dei rotabili che le percorrevano.
Questo sistema ferroviario, costruito dagli Austriaci durante la loro occupazione del 1870, si sviluppava soprattutto nel versante montuoso occidentale della Bosnia Erzegovina e permetteva di raggiungere Dubrovnik, località affacciata sul mare, partendo da Belgrado compiendo un viaggio di circa 700 Km su un convoglio a scartamento ridotto.
La spina dorsale dei mezzi di trazione impiegati su queste ferrovie era costituita da locomotive a vapore affiancate sul finire dagli anni 60 da 25 locomotive diesel idrauliche classificate 740 costruite dalle officine Djuro Djakovic in 40 unità ed anche da una piccola flotta di 12 automotrici classificate 802.
Queste automotrici venivano impiegate per i treni “veloci” tra Belgrado e Sarajevo.
Per limitare i tempi di percorrenza e per cercare di rendere un servizio più rapido rispetto ai convogli a materiale ordinario le automotrici percorrevano le linee a scartamento ridotto a velocità piuttosto sostenute sottoponendo i viaggiatori ad un viaggio poco confortevole a causa degli innumerevoli scossoni e ballonzolamenti che valsero a questi servizi il soprannome “Il matto di Sarajevo”.
Consultando scansioni dell’orario delle Ferrovie Jugoslave del 1968 si possono trovare ben 13 quadri orari relativi a ferrovie a scartamento 76 cm che si estendevano per circa 1600 Km.
Oltre a queste vanno considerate linee forestali e minerarie abbastanza lunghe, sempre a scartamento ridotto, con trazione a vapore delle quali però non è possibile fare un censimento.
Il lento ma progressivo degrado di questo sistema ferroviario ridotto è iniziato nel 1966 quando venne inaugurata una linea elettrificata a scartamento ordinario a trazione elettrica tra Sarajevo e Ploce località affacciata sul mare Adriatico.
Questa nuova linea andò ad isolare lo scartamento ridotto che però venne mantenuto in coincidenza presso Capljina per i passeggeri diretti a Dubrovnik.
Pian piano le linee a scartamento ridotto, originariamente tutte unite tra di loro, si trovarono staccate le une dalle altre e la loro importanza si ridusse a tal punto che sul finire della loro esistenza venivano usate per il solo traffico locale.
Nel giro di un decennio tutte le linee vennero pian piano chiuse e nel 1975 l’ultimo nodo ferroviario rimasto, presso Capljina venne chiuso perdendo così anche il collegamento fino a Dubrovnik città che perderà per sempre il treno.
Le ultime chiusure ci furono nei primi anni 80 e ad oggi si sta cercando di ripristinare alcune tratte per permettere agli appassionati di rivivere i tempi di quando in Jugoslavia si viaggiava sullo scartamento 76 cm…
Ripercorreremo grazie alle immagini scattate negli anni d’oro di queste ferrovie da diversi appassionati e pubblicate sul sito internet http://www.penmorfa.com un interessante viaggio alla scoperta di queste linee e dei rotabili che le percorrevano.